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15/08/2008

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NOI NON LO DIMENTICHIAMO! (1.a puntata)

Clicca per Ingrandire Qualcuno fra i più attenti visitatori del sito avrà notato il personaggio che suona e canta una famosa canzone popolare nel video della settimana. Non ne abbiamo citato volutamente nome e motivo della presenza per accendere la vostra curiosità. Identificarlo potrebbe essere relativamente facile, ma perché il titolo del video si rifà a un “grande” del folk italiano?

Se in molti ricordano che il 17 marzo di due anni fa ci lasciò il più anziano dei Cantori di Carpino, Andrea Sacco, non tutti sanno che il 27 agosto del 2005, fra 12 giorni esatti, moriva colui che Riccardo Cucciolla (attore e doppiatore fra i più grandi) individuò come personaggio che "riesce a provocare degli incantamenti perché è un gran ruffiano" e Italo Calvino (scrittore e intellettuale di grande impegno politico, civile e culturale) omaggiò con un "noi dobbiamo ancora inventare le parole che dice".

Moriva povero, dopo aver guadagnato miliardi di lire, su una sedia a rotelle, stroncato dal diabete mellito e dagli psicofarmaci per combattere la depressione, non assistito da pensioni e indennità alcune. Moriva dimenticato da (quasi) tutti… perciò vogliamo noi ricordarlo da oggi al 27. Ricordarlo con le parole, di volta in volta, delle uniche persone che gli rimasero vicine fino al termine di una vita “vissuta” dalla “a” alla “zeta” (non s’è fatto mancare niente, ma proprio niente), dei colleghi più cari, degli estimatori più sinceri, dei critici che ne avevano misurato valenza e grandezza.

Prima di passare la parola al suo amico fraterno, colui che non lo abbandonò mai, Angelo Cavallo (cantautore per vocazione negli anni '70, organizzatore di animazione turistica nei club vacanze per necessità negli anni '80, quando scrive testi di cabaret per alcuni artisti tra cui un esordiente Antonio Albanese), riveliamo a chi non lo conosca il nome del cantante del video: è Nicola Briuolo, unico allievo e unico erede di Matteo Salvatore, di cui parleremo in una delle prossime puntate.

ANGELO CAVALLO - Contenuto di una lettera scritta nel febbraio 2005 a Franco Lucà - fondatore del Centro di Cultura Popolare di Torino e ideatore del festival “Giugno in Cascina”, che finalmente inserisce il folk nelle manifestazioni estive della città (1984), due delle sue tante “invenzioni” - per annunciargli la mancata presenza del folkman al concerto torinese del 21.

“Gentile Franco Lucà, con rammarico comunico la seconda disdetta del concerto di Matteo Salvatore. Le condizioni di salute non permettono di affrontare un impegno artistico. Questo sarebbe il minimo, se fosse un malanno passeggero. Purtroppo Matteo sta facendo una brutta vecchiaia. La chitarra e il canto sarebbero per lui antidoti contro la solitudine, la povertà e i malanni. Personalmente mi vergogno di non poter fare di più di quello che io, Ninni Maina, Nicola Briuolo, Mimmo Rendine, Gennarino Arbore, gli amici fraterni, stiamo facendo.

"Ogni concerto che il maestro regala a questo Paese è un momento di grande crescita, coscienza, cultura. Ci sono però ostacoli insormontabili come la forte carenza di affetto che porta alla somministrazione di psicofarmaci e il diabete mellito che lo sta logorando. Lui sorride, non l'ho mai visto piangere. Si rammarica e dice che un giorno rivedremo i due cavalli bianchi. E' il nostro segnale di fortuna.

"Faccio invece appello a tutti gli amici del folk club, ai soci, a quanti vorrebbero assistere al suo concerto affinché gli enti locali della Capitanata, la Regione Puglia, decidano - visto che un grande artista, padre della cultura popolare musicale italiana, vive in condizioni disagiate, sia economicamente che assistenzialmente, visto che non può usufruire della legge Baghelli (Bachelli?) per problemi giudiziari legati al suo passato - facciano qualcosa per quest'uomo, non targhe e trofei da depositare nei cartoni, ma un protocollo di intesa dove vengano stabiliti assistenza sanitaria, sussidio per valori artistici, qualsiasi cosa purché non debba ossessionarsi per la insicurezza del futuro, che può affannare un giovane disoccupato italiano, ma non un uomo stanco, sulla sedia a rotelle e con grandi disagi, alla età di ottanta anni. Paghiamo un grande scotto, noi pugliesi... quello di arrivare sempre tardi.

“Angelo Cavallo

“P.S. - Divulgate questa mail e agite Voi, perché qui, nel Sud, nessuno è profeta in patria, a noi non ci ascoltano. Matteo Salvatore vive solo, in un pianterreno a Foggia, ha la pensione sociale, pochi diritti di autore all'anno e vorrebbe fare concerti per pagarsi l’assistenza sanitaria. Il 20 febbraio passerà l'ultima visita per l'invalidità permanente. Questo gli permetterà di avere una tranquillità economica per affrontare le spese sanitarie. Spero di non essere stato patetico, ma qui la situazione è drastica!”

A domani!

 Redazione

 

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