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08/08/2008

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“MI ABBATTI QUEL RECINTO? … E TU MI DAI 100MILA EURO?”

Clicca per Ingrandire Il 12 giugno riportammo che era imminente il sequestro di beni appartenenti agli ex direttore e presidente del Parco Nazionale del Gargano. A quasi due mesi di distanza il provvedimento è stato eseguito dai carabinieri del Noe (Nucleo Operativo Ecologico) di Roma, coordinati dalla Procura della Repubblica di Foggia, nei confronti di Matteo Rinaldi, attualmente direttore del Parco Nazionale del Vesuvio, e Matteo Fusilli, oggi presidente nazionale di Federparchi. Identica misura presa nei confronti del "faccendiere" Mario Scaramella, titolare della società di demolizione Ecpp che opera nel settore ambientale.

Queste le violazioni contestate: concorso in truffa ai danni dello Stato e falsità materiale e ideologica commessa da pubblico ufficiale in atti pubblici. Secondo l'accusa, gli ex responsabili del Parco del Gargano avrebbero affidato un appalto, con falsa trattativa privata, alla Ecpp, struttura non autorizzata per le demolizioni di immobili costruiti abusivamente all'interno dell'area-Parco.

L’imprenditore (lo stesso finito marginalmente nella vicenda londinese della spia russa avvelenata da polonio) era già stato raggiunto l’anno scorso da ordinanza di custodia cautelare in carcere per associazione a delinquere finalizzata alla commissione di analoghe truffe ai danni dell'Ente Parco Nazionale del Vesuvio. Si tratta del primo provvedimento del genere emesso per reati in campo ambientale.

Secondo quanto accertato dai carabinieri al comando del cap. Rajola Pescarini, Rinaldi e Fusilli, tra il 2000 e il 2003, avrebbero affidato alla società di Scaramella appalti per la demolizione di opere abusive all’interno del Parco senza regolare gara pubblica e gonfiando il valore del lavoro da compiere. Gli appalti affidati raggiungerebbero un valore complessivo di 400mila euro ma già altri 500mila sarebbero stati stanziati per nuovi lavori con appalto bloccato dalla nuova dirigenza del Parco. Fra questi, secondo l’accusa, l’abbattimento di un recinto metallico (intervento realizzabile con poche migliaia di euro) sarebbe costato oltre 100mila euro.

Il valore dei beni sequestrati ammonta a circa 200mila euro e, come riferito, si tratta del primo compiuto in Italia per reati ambientali. Chiesto il rinvio a giudizio dei tre indagati. L’udienza preliminare si terrà dinanzi al giudice delle indagini preliminari di Foggia il prossimo ottobre.

 Redazione

 

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  Commenti dei Lettori:

-- 08/08/2008 -- 11:58:55 -- Emilio

Che schifo, questi enti vanno sempre peggio, noi ci fidiamo e loro ci tradiscono, tutti questi soldi che il parco ha vengono distribuiti nelle solite gare di appalto e poi che succede !!! non si hanno i mezzi per contrastare il fuoco, si toglie l'elicottero a mandrione non si fà la pulizia dei boschi .... il risultato è che paghiamo per due volte, prima le tasse allo stato e poi ci dobbiamo pagare i danni che questi ci fanno !!

 
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