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28/07/2008

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GARGANO TERRENO FERTILE PER ECOMAFIE

Clicca per Ingrandire I dati snocciolati da Legambiente al dibattito di apertura di FestambienteSud parlano chiaro: nel 2008 la Puglia è in salita nella classifica del traffico di rifiuti dopo Campania e Calabria. Lo scorso anno, infatti, le forze dell’ordine hanno accertato 391 infrazioni, con 43 arresti, 437 denunce e 265 sequestri.

“La Puglia consolida il suo terzo posto nella classifica dell’illegalità ambientale sia nel ciclo dei rifiuti che nel ciclo del cemento. Proprio il Gargano è la zona nelle condizioni peggiori per quanto riguarda le ecomafie” conferma Francesco Tarantini, presidente di Legambiente Puglia, fra i relatori del convegno “Rifiuti, legalità, lavoro”. Proprio nel foggiano le attività delle ecomafie proliferano. Recenti operazioni di polizia confermano le rotte degli eco trafficanti dal Centro-Nord fino ai terreni agricoli della provincia.

Fra tutte le operazioni eseguite dalle forze dell’ordine nei nostri territori , due in particolare sono state cruciali: l’operazione Veleno, messa a segno il 25 settembre 2007 in collaborazione tra la Digos di Foggia e i Carabinieri del Nucleo operativo ecologico di Bari con uno spiegamento di 500 uomini, con la fine delle attività che il clan Gaeta ha svolto nei territori di Capitanata fin dal 1995. Il gruppo criminale è stato colpito da 52 ordinanze di arresto. Gli inquirenti hanno indagato sugli affari del clan dal 1995 al 2003. Centomila le tonnellate di scarti, anche tossici, spacciati per compost, che venivano cosparsi sui terreni agricoli o interrati nelle cave.

È di giugno 2006, invece, l’operazione Rabbit, portata a termine dal Noe di Bari con l’arresto di nove persone. L’accusa è di gestione illecita e traffico di rifiuti. La società coinvolta, con sede a Ortanova, ufficialmente era destinata alla produzione di compost, ma i rifiuti che arrivavano da tutta Italia non potevano essere avviati al compostaggio perché non conformi alla normativa o perché pericolosi. “Dopo le operazioni Veleno, Rabbit e Black River si è capito quanto forte sia il potere del traffico dei rifiuti nella regione. E come la Puglia sia una porta d’ingresso per i traffici illeciti” aggiunge Tarantini.

Questo fenomeno (oltre 30mila i reati ambientali nel 2007) rappresenta una fetta consistente del fatturato globale delle ecomafie: secondo le stime di Legambiente, nel 2007 il crimine ambientale ha messo nel suo forziere 18 milioni e 400 mila euro, circa un quinto di tutti gli introiti illeciti delle organizzazioni criminali.
“Per questo bisogna sostenere il grande lavoro svolto da Noe, Corpo Forestale dello Stato, Guardia Di Finanza e Capitanerie di Porto - conclude il presidente di Legambiente Puglia. - Grazie ai loro interventi e all’accresciuta sensibilità in materia si è giunti ai numerosi arresti per reati di ecomafia, alla diminuzione del racket degli animali, delle corse clandestine dei cavalli e alla riduzione dei reati relativi al patrimonio artistico e culturale”. Ma il lavoro è ancora lungo e non riguarda solo l’ambito della repressione.

Francesco Pompilio

 ildiariomontanaro.it

 

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