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27/07/2008

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ALLA SCOPERTA DELLE RADICI

Clicca per Ingrandire La cornice in cui si è svolta giorni fa la presentazione del libro del Centro Studi Martella, “Chiesa e religiosità popolare a Peschici”, è stata il convento dello Spirito Santo immerso nelle verdi e lussureggianti colline di Rodi Garganico. Per saperne di più sull’antica (1538) struttura ci siamo rivolti a Santa Picazio, presidente dell'Archeoclub d'Italia-sede di Foggia, che ringraziamo per averci fornito le notizie che seguono.


PREFAZIONE = Lo studio attento e approfondito della Storia locale ha rappresentato in ogni tempo un ambìto desiderio per tutti coloro che hanno amato la terra in cui sono nati. Ricordo che anni addietro veniva spesso raccomandato ai giovani di approfondire lo studio della Storia locale, di quella storia meno nota ma non per questo meno importante perché, parafrasando la definizione di un illustre scrittore, essa è la Storia sacra della Storia. Col passare degli anni, poi, il desiderio di rivisitare e veder rivivere i luoghi dell'infanzia, il desiderio di approfondire gli avvenimenti storici locali diventa quasi un'esigenza dettata dalla nostalgia.

Durante una visita al Convento con alcuni amici di Rodi, rimasi intimamente amareggiata nel notare il loro sforzo per ricordare cosa ci fosse prima su quella parete vuota dietro l'altare. Non ci riuscirono. Era la conferma di una triste verità: ciò che si perde... si dimentica. Su quella parete c'era una interessante Tela (foto del titolo; ndr) attribuita a Marco Mazzaroppi (foto sotto; ndr), tela che, da diversi anni ormai, si trova presso i Padri cappuccini di Foggia per essere tutelata, viste le difficoltà di far rivivere il Convento.

La tela è al sicuro ma non nel posto per il quale era stata creata e corre il rischio di essere completamente dimenticata. Ed ecco farsi strada in me l’idea di realizzare una copia della Pentecoste, da donare a quella chiesa ormai completamente spoglia, per impedire che se ne perdesse anche il ricordo. Ma più ancora per la consapevolezza che, oggi più che mai, è necessario riannodare il filo di una tradizione che lega le comunità di oggi alle generazioni di ieri. Quando poi queste tradizioni e questi luoghi sono nel favoloso Gargano e racchiudono importanti testimonianze culturali, l'interesse non basta più: prendersene cura deve diventare un dovere di tutti.

La mia iniziativa, perciò, va considerata un modo come un altro per trasmettere il testimone, con la speranza di vederlo correre di mano in mano, di bocca in bocca, in attesa che si raccolga completamente e definitivamente il significato spirituale e materiale della memoria storica e artistica della nostra terra.


LA PENTECOSTE = I Cappuccini di Rodi, per la realizzazione della grande tela sull'altare principale raffigurante la Pentecoste, si rivolsero a Marco Mazzaroppi, un artista attivo a Roma e a Napoli tra il ’500 e il ‘600, del quale il De Dominici, uno dei due suoi biografi, dice: “Merita essere annoverato fra i primi Maestri dei tempi suoi”, aggiungendo che “i suoi quadri sono tenuti in gran prezzo ed in gran stima dagli uomini intendenti”.

Di grandi dimensioni, la Tela misura m. 3,20 per m. 2,60. Le due figure in primo piano rappresentano S. Francesco e S. Michele, spesso abbinate nelle scelte iconografiche dei Cappuccini del Gargano. II primo perché fondatore dell'Ordine, il secondo perché da sempre ritenuto il protettore del Gargano.

Al centro la Vergine, rappresentata con aria serena e sguardo abbassato sul libro di preghiere, mentre le mani sembrano muoversi per comunicare un pensiero nascosto. Il tutto la rende molto simile a un'altra Pentecoste dello stesso autore, quella di Esperia (Frosinone), sulla quale ha posto la sua attenzione il dr. Cannata. La tela, che ha rischiato di essere trafugata per le alterne vicende di abbandono del convento, è ora custodita, come riferito, nella Casa Provinciale dei Padri Cappuccini di Foggia, in attesa che il Convento possa tornare a vivere.


BREVE STORIA DEL CONVENTO = II desiderio di aderire il più possibile alla scelta di povertà di Francesco d'Assisi indusse alcuni frati dell'Ordine francescano a chiedere ai loro Superiori di poter vivere in maniera eremitica, di vivere in povertà, nella preghiera e nel silenzio, operando nell'apostolato e nella carità. I frati che condivisero la scelta di altissima povertà furono sempre di più e furono chiamati Cappuccini.

I Cappuccini scelsero il Gargano tra i primi insediamenti e nel 1538 fondarono a Rodi
il primo dei conventi garganici. II sito fu scelto non solo perché “contrada abondantissima di belli e saporosi frutti, vistosa di mare et affluenti di belli e freschissimi fonti” ma anche per la vicinanza alle strade e ai tratturi del territorio, vicinanza finalizzata ad un 'azione apostolica itinerante e soprattutto interessata al flusso dei pellegrini diretti al Santuario di S. Michele.



IL MAZZAROPPI = Pittore di San Germano (1550 -1620). II dipinto del convento dei Cappuccini di Rodi raffigura una Pentecoste attribuita a Marco Mazzaroppi, un pittore di cui il De Dominici, suo biografo, parla con grande ammirazione segnalando, tra l'altro, che la preziosità dei suoi dipinti fu tale che il cardinale d'Etrèes, ambasciatore di Francia a Roma, ne acquistò due da regalare al suo Re Luigi XIV.

Ma è grazie alla appassionata ricerca del dr. Roberto Cannata, già Direttore del Museo Spada di Roma, che si riaccende l'attenzione per il nostro autore di cui non si sapeva quasi nulla, visto che alla fine del ‘500, tra Roma e Napoli, c'erano nomi ben più famosi ad accapparrarsi le committenze. Nella sua pubblicazione: “Pittura nel Frusinate nell'età detta controriforma - L'opera di Marco Mazzaroppi”, il Cannata ci dice che trattasi di un artista che merita un più giusto riconoscimento da parte della storiografia, stando alla quantità e alla qualità delle sue opere. Dopo aver condotto una indagine approfondita sul territorio del Frusinate, desidera integrare un suo primo elenco di opere coprendo l'intero arco della produzione dell'artista in questione.

Il Mazzaroppi nacque in S. Germano (Cassino) nell'anno 1550 ca. e poiché suo padre era il cameriere personale del P. Abate di Montecassino, potè compiere i suoi studi nel celebre monastero. Avendo dimostrato di possedere un particolare talento per l'arte del disegno, l'Abate de Faggis lo mandò a Roma a sue spese per studiare le opere di Raffaello e di altri famosi artisti. Nei suoi quadri, infatti, gli studiosi rilevano influenze stilistiche Fiamminghe quanto Raffaelliane.

In attesa del preannunciato nuovo saggio del Cannata, non possiamo che esprimere la comune volontà di rivalutare l'opera di un così interessante artista di cui vi diamo la Bibliografia per meglio approfondirne la conoscenza:

P. Fernando L Maggiore, “I conventi cappuccini nel Gargano”
M. Basile Bonsante, “Insediamenti cappuccini nel Gargano”
R. Pane, “Seicento napoletano”
V. Pugliese, “Pittura napoletana in Puglia”
R. Cannata, “Pittura nel Frusinate”

Santa Picazio

 Opuscolo Archeoclub + Redazione

 

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