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22/07/2008

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DIALOGO… DEMENZIALE

Clicca per Ingrandire “Senti, Gianni, io di andare sul Gargano, il 24 luglio, non ho nessuna voglia!”
“Perché dovresti andarci?”
“Non li leggi più i giornali? Eppure mi fidavo di te…”
“Certo che li leggo, Silvio… Ma perché, tu dai ancora retta a quello che scrivono?”
“Scherzi?!?”
“E allora?”
“Cosa… allora.”
“Perché non vorresti andare sul Gargano?”
“Ma perché mi ci stanno tirando dentro per i capelli!”
“Attento… non esagerare! Potresti… farti male.”
“Sì, scherza col fuoco. Ti brucerai.”
“Non parlare di fuoco, è un consiglio, di questi tempi poi.”
“Hai ragione. Non devo scherzarci sopra. Per due motivi: il primo è che siamo in estate e pare che, da noi specialmente, l’estate sembri trasfigurarsi nella matrice degli istinti criminali. Secondo perché ‘sto 24 luglio mi sta sclerando.”
“Stai imparando lo slang giovanile, noto.”
“Lo sai che una ne penso e cento ne faccio. E mentre le faccio cento ne penso. Io escogito ogni strategia per conquistarmi l’elettorato. Adesso sto rivolgendo la mia attenzione ai giovani, molto più di prima.”
“Sì, intanto quei poveracci navigano tra precariato e bamboccionerie varie.”
“Sai benissimo che stiamo provvedendo.”
“Vedremo… vedrò...”
“Stiamo freschi: se anche tu cominci a mettere in dubbio le mie promesse…”
“Lo faccio, e lo sai benissimo, per tenerti sulla corda.”
“E bravo il mio Gianni. Come farei senza di te.”
“Provaci e vedrai come finisci!”
“Non scherzare, torniamo a bomba e consigliami sul comportamento da adottare con questi giornali e giornalisti che da più di un mese ventilano una mia apparizione sul Gargano nel giorno dell’anniversario di quel maledetto rogo del luglio 2007.”
“Non pensarci… smentisci… fai come ha fatto il grande amico tuo…”
“Chi è mai!”
“Il Pontefice, no?”
“Cosa avrebbe fatto.”
“Prima l’avevano dato per certo alla esumazione e successiva ostensione delle spoglie di quel povero cristo siloniano di Padre Pio. Poi hanno aggiustato il tiro spostando la data a settembre di quest’anno.”
“Com’è andata a finire?”
“Dal Vaticano hanno comunicato, ‘sic et simpliciter’, che a Sua Santità i viaggi glieli programmano da un anno all’altro e pertanto nel 2008 non ne erano previsti altri.”
“Dici che dovrei seguirne l’esempio?”
“Può essere uno spunto per la tua mancata presenza il 24 luglio. Anche se, consentimi, io un pensierino ce lo farei…”
“Come mai?”
“Dicono che ci sarà il Governatore di tutte le Puglie.”
“Chi, quello dell’orecchino?!?”
“Sì, proprio lui.”
“E non teme di farsi vedere da quelle parti?”
“Perché dovrebbe.”
“Con tutto il casino che ha combinato coi fondi mai arrivati dall’Unione Europea, le denunce in procura…”
“Al Palazzo del Governatore affermano che non è colpa sua e quasi quasi me ne sto convincendo anche io.”
“Chi sarebbe il responsabile, allora?”
“Mah, un po’ tutti quelli che hanno alimentato illusioni.”
“Indaga, riferisci e rendimene conto, voglio andare in fondo a questa faccenda.”
“D’accordo. Riguardo al Gargano, invece, mettiamo tutti a tacere comunicando che per il 2008 il tuo carnet è zeppo d’impegni?”
“Lo sai che non è possibile. Un premier non è un Papa, anche se ho i miei…
“Certo, tu sei a livelli ben superiori, lo sanno tutti ormai.”
“Mi prendi in giro?”
“Macché… constato!”
“Ah, bé! Allora come la mettiamo, alla luce della notizia che il mio oppositore forse ci andrebbe?”
“Fammici pensare… Possiamo dire che sei in ferie sulla Costa Smeralda. Le vacanze, per l’italiano medio, sono sacre.”
“Vuoi vedermi sulla graticola? E poi, io sarei un italiano medio? Giannetto, che ti sei fumato stamattina!”
“Devi sempre far vedere che sei un italiano medio! La ‘pluspart’…”
“Prima il latino, ora il francese… accidenti!”
“Lo sai benissimo che sono un esteta, in tutto. Comunque, dicevo che la maggior parte dell’elettorato è formata da italiani medi. Devono sentirti vicino a loro, come loro.”
“Impossibile, con tutti i soldi che ho!”
“Meglio! Devi servire a rafforzare il concetto che da buon italiano medio sei stato capace di arrivare a questo livello di fortuna economica e finanziaria. Un selfmademan…”
“E adesso l’inglese, caspita!”
“… nato dal nulla, quindi esponente della mediocrità italica, arrivato alle vette che ha raggiunto per la sua tenacia e…”
“Lascia perdere!”
“Lasciamo anche perdere, ma un comunicato dobbiamo pur emanarlo.”

Qualche ora dopo.

“Gianni!!!”
“Ehilà, cosa c’è. Perché urli come un ossesso!”
“Hai letto?”
“Cosa.”
“Me l’hanno passata proprio ora!”
“Ed è…?”
“Una mail. E’ arrivata sull’indirizzo di posta elettronica che ogni deputato ha presso la Camera dei Deputati.”
“Che dice?”
“Una lettera… una lettera aperta di un mentecatto che si permette di chiedermi che c…o ci vado a fare sul Gargano il 24 luglio! Hai capito?”
“Sicuro che ho capito. Lo vedi che un comunicato serve?”
“Non solo hanno tirato fuori la storiella che ci sarei andato, hanno anche stimolato ‘st’imbecille a inviarmi una serie di provocazioni. Leggi, leggi!”
“Non occorre, la conosco già.”
“E non m’hai detto nulla?!?”
“Per non irritarti. Lo sai che devi rimanere tranquillo. Eppoi non dice niente di particolare o di offensivo. E’ uno sproloquio, puntoebbasta.”
“Può anche essere come dici tu, ma l’ha postata pure sul suo sito e non contento l’ha sbattuta in prima pagina del suo schifosissimo giornaletto.”
“Beh, schifosissimo proprio non direi.”
“Che fai, l’amico del giaguaro? Eppoi, tu conosci anche l’esistenza di sito e giornaletto… schifosissimo?”
“Certo… IO SO TUTTO, DEVO SAPERE TUTTO! Altrimenti come riuscirei a difenderti.”
“Quindi…?”
“Quindi niente. L’articolo 21 della Costituzione parla chiaro.”
“E IO dovrei permettere a uno scribacchino qualsiasi di scrivere certe cose su di me, di essere ‘invitato’ a non andare sul Gargano a meno di non portare con me una sfilza di elicotteri stracarichi di pini d’Aleppo o di cherosene per gli aerei antincendio?”
“Embè?”
“Ma questo è un ricatto bello e buono!”
“Dai, non esagerare. E poi tu non hai mai riferito a nessuno che sul Gargano ci saresti andato in occasione del tragico anniversario. D’altronde, quando è successo… non eri neanche sul trono.”
“Questo è vero. Però, secondo te, se non andassi, che dici, farei brutta figura?”
“Ecché, il rogo l’hai voluto tu?”
“Questo è vero.”
“L’incendio lo hai appiccato tu?”
“Questo è giusto.”
“I Canadair non ce li hai spediti tu per tempo?”
“Questo è esatto.”
“I morti li hai ammazzati tu?”
“Corretto, però… non scherzare sui morti.”
“Il factotum della Protezione Civile ce l’hai messo tu a…”
“Alt! Lo abbiamo ancora adesso… e sta con noi!
“Questo è vero.”
“Dunque?”
“Dunque un bel niente. Facciamoci i fatti nostri.”
“Ah, eggià, facciamoci i fatti nostri… Ma che dici!”
“Facciamoci i fatti nostri nel senso che ci mandiamo una bella rappresentanza di politici al posto nostro… Chessò un Laceka ti va bene? O un Grossi? Oppure un bel Fossi. Che ne diresti di…”
“Basta così! Qua dobbiamo prendere una decisione. Non sopporto che sul mio operato restino delle macchie.”
“Capirai…”
“Cosa… capirai!”
“No, dicevo… capirai, alla fin fine anche se non ci vai, loro ti giustificheranno. Ti hanno nel cuore. Quasi l’ottanta percento dei voti sono andati al tuo Popolo nelle ultime Amministrative.”
“Non basta.”
“Facciamo così, dimmi che ne pensi: tu continui a non dire nulla della vicenda, taci, non dichiari niente, non comunichi niente, insomma non ti esponi…”
“Poi?”
“Un paio di giorni prima sparisci dalla circolazione. Lo hai già fatto, ricordi?”
“Quando sono andato in…”
“Già. Poi, quando riappari, tiriamo fuori una bella motivazione e tutto si aggiusta.”
“Ci pensi tu?”
“Come sempre… d’altronde!”

Qualche settimana dopo, nel cuore della notte, squilla il telefono in casa di Gianni.

“Gianni!!!”
“Cosa urli. Sei tu… Silvio?”
“E chi sennò! Hai sentito?”
“Veramente, data l’ora, dormivo.”
“Dormi dormi, tu, e mentre dormi qua va tutto a scatafascio, a ramengo, a rotoli… a puttane, Gianni, tutto a puttane!”
“Come sempre… Adesso calmati e spiegami.”
“Accendi il televisore. Proprio in questo istante stanno trasmettendo l’ennesima edizione straordinaria.”
“Canale tuo o del nemico…”
“Guarda, Gianni, non fare dell’ironia con me… in questo momento poi… E’ totalmente fuori luogo!”
“Allora dev’essere successo qualcosa di veramente grave!”
“Grave?!? Una Waterloo!”
“Ogni Napoleone non è tale se non ha la sua Waterloo.”
“La finisci?!? Accendi la tivù!”
“Fatto.”
“Che vedi?”
“Il solito filmetto porno.”
“Ma no, gira canale, vai su…”
“Ci sto… Ecco, sì, sì, sì, sì, SIIII…”
“Gianni… mi dici che cavolo stai vedendo?”
“La tivù.”
“Sì, ma quale?”
“La solita, quella che vediamo sempre insieme.”
“Gianniiiiiiiii! Waterloo, porco zio!!!”
“Sì… eccola… Waterloo. Sì, Waterloo… oddìo, no… non è possibile!”
“Sentito? Una dèbacle!”
“Proprio… una dèbacle! E adesso?”
“Vuoi proprio saperlo? Adesso anche le isole pretenderanno di staccarsi dall’Italia, seguiranno l’esempio del Gargano e si staccheranno dall’Italia! Secoli che lo concepiscono… secoli!”
“Torneremo agli staterelli anti-Risorgimento!”
“Il Granducato di Toscana, il ducato di Parma e Piacenza, il Regno Pontificio, il Regno delle Due Sicilie… il Principato del Gargano… oddìo, dìo, dìo dìo!”
“Che brutta fine… Senti senti… hanno innalzato un muro…”
“… come a Berlino…”
“… sotto Rignano e hanno tagliato fuori pure il capoluogo di provincia!”
“Non solo: tutte le unità navali stanno appoggiando lo scisma e hanno cominciato a pattugliare le acque intorno al promontorio…”
“E gli aeroporti di Vieste - ricordi come lo hanno preteso? Adesso capisco le ragioni di tanta insistenza, altro che flussi turistici - e Amendola gli stanno servendo per accogliere i velivoli della forza slava…”
“Vogliono tornare alla madre patria, capisci Gianni?”
“E ora, che si fa?”
“Lo chiedi a me? Sei o non sei tu la mente pensante!?”
“Mi dimetto! A queste condizioni non voglio più saperne. Mi dimetto!”
“Non dire cretinate. Piuttosto il mio SOTTUTTO come mai non ha avuto sentore che in quell’area si stava costruendo un muro di confine, e di quella portata poi!”
“Io lo sapevo…”
“Ah, lo sapevi e non hai mosso un dito!”
“L’avevano spiegato come una necessaria recinzione per…”
“Per rinchiuderci tutti i buoi che portano le tue corna, maledetto!”
“Non dire così.”
“E come dovrei esprimermi, secondo te.”
“Dovresti vedere il lato positivo della cosa.”
“E sarebbe?”
“Finalmente ce li siamo tolti dai co…”
“Ma sei scemo?”
“Per niente. Tu non lo sai, io sì: non hanno fatto che strillare, lamentarsi, urlare il loro disagio, sbandierare ai quattro venti “siamo rimasti soli!”, “ci hanno abbandonato!”… e adesso li abbandoniamo noi! Cosa fatta - da loro - capo ha, il nostro… tu!”
“Ma così abbiamo il nemico in casa. Hai capito chi li sta aiutando? Gli eredi di Suerìpolo, gli Slavoni dell’altra sponda!”
“Ehi… poi, tu…”
“Non in quel senso, pirla!”
“Certo, era una battuta.”
“Hai ancora voglia di fare battute?”
“Te l’ho detto: prendi il lato positivo della faccenda.”
“No, non voglio prenderlo… mi fa male questa cosa, tanto male!”
“Va là, istrione, sono sicuro che stai già pensando a come ribaltarla a tuo favore.”
“Credi?”
“Sono sicurissimo!”

Per un attimo i telefoni tacciono, la televisione ammutolisce, le luci si spengono tutte insieme. Poi il ritorno alla normalità… apparente.

“L’hai sentita anche tu?”
“Una bella scossa!”
“Chissà dove l’epicentro.”
“Zitto, lo dicono ora in tivù…”

«Interrompiamo la 125.ma edizione straordinaria sulla dichiarata scissione del Promontorio del Gargano dallo Stato Italiano per informarvi che una scossa di terremoto del nono grado secondo la scala Richter si è verificata nel sottosuolo del Tavoliere. Dalle prime notizie giunte alla Protezione Civile non ci sarebbero danni né alle cose né alle persone. Però… però… però… inaudito, impossibile, inconcepibile, non può essere vero… no, non può essere vero… Sul comunicato che mi hanno appena portato leggo che… ABBIAMO PERSO LO SPERONE!… In seguito al violento sisma, la Montagna del Sole si è allontanata dallo Stivale di quindici miglia e… viaggia verso la costa dalmata!»

“Silvio, ci sei?”
“Trasecolato, ma ci sono.”
“Che ne pensi?”
“Nulla, i fratelli si ricongiungono sempre ai fratelli!”

Piero Giannini

 IL GARGANO NUOVO LUGLIO 2008

 

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