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19/07/2008

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Perché i Peschiciani amano così tanto il loro Profeta? L’origine del culto (7.a puntata)

Clicca per Ingrandire L'origine del culto di Sant'Elia (nella foto un intenso Elia “arabeggiante”; ndr) a Peschici si fa risalire al 970 d.C., quando una colonia slava di Schiavoni si insediò sul nostro territorio dopo che il loro duce Sueripolo, per ordine dell'imperatore Ottone I, riuscì a scacciare i Saraceni dal Gargano.

Pare che insieme agli slavi, i cittadini superstiti di Pesclizia (Peschici) si stabilissero in un "casale" nella zona cosiddetta "Canalicchio", sotto la Rupe di Peschici, dove nella chiesa di San Nicolai Monachorum posero una statua di Sant'Elia. Queste notizie si evincono dagli studi condotti con tenacia e dedizione dallo storico locale, Giuseppe Martella, al quale è stato dedicato il nostro Centro Studi.

Per quanto riguarda la chiesa madre di Sant'Elia e la sua ubicazione, pare che il nucleo originario risalga all'anno 1100; mentre il campanile quadrangolare è un'aggiunta successiva. Dal testo "Rationes decimarum ltaliae" di Vendola risulta che a Peschici una chiesa titolata a Sant'Elia pagava nel l325 4 tarì e 10 grana di decime pontificie.

Scrive ancora il Martella, dopo aver consultato i registri dei matrimoni dei secoli 1500 - 1600, custoditi nell'archivio parrocchiale della Chiesa Matrice, che il primo riferimento alla Madre Chiesa di Sant'Elia risale al 1597; precisamente compare in una registrazione di matrimonio datata 18 aprile:
"Addi 18 aprile 1597 Don Vincenzo Barberò ho affidato e sposato à Giuseppe Guardiano con Matthèa di Lissa nella Mare (Madre) Chiesa di Sant'Elia di Peschici, p'nte (presente) Gio: Capurso Mattheo Blucmiro ed altri". Grazie a questa data è stato possibile festeggiare nel 1997 il quattrocentesimo anniversario del patronato di Sant'Elia, che tanta venerazione riceve dall'intera popolazione peschiciana anche da parte dei residenti all'estero.

Per continuare l'excursus storico-cronologico della Chiesa Madre di Sant'Elia, notizie puntuali sul suo stato di conservazione si deducono dagli “Atti” della Visita Pastorale compiuta nell'anno 1675
dall'arcivescovo sipontino Vincenzo Maria Orsini,. Egli riconsacra la succitata chiesa; consacra inoltre un reliquiario del SS. martiri Placido e Basilio nella chiesa di Santa Maria del Suffragio ( Purgatorio ) e benedice due campane: una in onore di S. Francesco, l'altra della beatissima Vergine.

Peschici era allora il più piccolo paese della diocesi con le sue 123 famiglie con 493 anime (Carpino, era il più popolato dei paesi limitrofi, con le sue 1349 anime). Le chiese erano in totale 6 di cui 2 intra moenia ( all'interno delle mura ) e 4 extra-moenia (al di fuori delle mura). I sacerdoti erano 8, non vi era nessun diacono, due erano i suddiaconi, 13 i chierici ed un eremita.

Teresa M. Rauzino

 Centro Studi “Giuseppe Martella”

 

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