L'ARTICOLO
POESIA x (e di) TUTTI: CHI È DI SCENA? Antonino B. - Dalla Trinacria con amore
Ci scrive Antonino B.: “Quando ho letto il componimento dell’ultima puntata della vostra rubrica mi sono detto: a un isolano può solo controbattere un altro isolano. Mi chiamo Antonino (Nino per gli amici) B. (preferisco non rivelare il cognome) e sono nato nel cuore della Sicilia. Conscio di tutte le contraddizioni - molte sono diventate luoghi comuni - legate a un territorio che amo dalle viscere, le soffro fino a starci veramente male. Ho tentato di allontanarle da me migrando in Australia, ma la nostalgia ha prevaricato la volontà e sono tornato a naufragare nelle stesse contraddizioni. “Impossibile recidere il cordone ombelicale che ti fa figlio di una terra che vuole essere solo amata e invece fa di tutto per sollecitare critiche e dimostrazioni di inaffettività. Vorrei che qualcosa cambiasse, ma mi sento impotente e - soprattutto - solo. Peppino Impastato non ci ha insegnato nulla. Può darsi che mi sbagli, che qualcosa d’importante covi sotto le ceneri di tanti 41/bis, ma sono convinto che non farò in tempo a vedere la nuova alba. Forse i miei figli saranno più fortunati di me. Me lo auguro con tutto me stesso. “Grazie dell’ospitalità e complimenti al curatore che dà prova di un equilibrio e un’onestà intellettuale invidiabili nel valutare anche scritti che talvolta non meritano tanta attenzione (come quello che vi sto inviando).” CHI TI SALVERÀ? Filari di ulivi a proteggere aranceti dai venti che dall’Africa spirano violenti a bruciare sterpeti e anime in attesa di ritorni impossibili. Corrono veloci processioni di santi barbari e profani invitando a inchini rubati a anime consapevoli e prone al volere del dio in terra. Ansima la mia terra e non spezza catene di geni che furono gemme di fulgore e valenza. Chi ti salverà? IL COMMENTO DI VINCENZO CAMPOBASSO = Non esistono “scritti che… non meritano … attenzione”; ogni scritto, tutti gli scritti, in qualunque modo siano posti, che siano in prosa o siano in poesia, che siano svolti in (o accompagnati da) musica o che siano incisi con bulino sul freddo marmo, meritano sempre attenzione, poiché ciascuno di essi rappresenta una tessera nella composizione del mosaico della vita. Beato chi ha il tempo e la possibilità di leggerli tutti perché, da ciascuno di essi, s’impara sempre qualcosa, perché ciascuno di essi rappresenta una verità o almeno parte di essa nello svolgersi del tempo, nel romanzo della Storia. “Chi ti salverà?”, di Antonino/Nino B. - questo mezzo sconosciuto trinacride, che prima ha abbandonato la sua piccola e rigogliosa isola, per un’isola-continente, immensa, e poi vi ha fatto ritorno, sia pure non come figliuol prodigo, ma come innamorato di essa, come figlio che non ha saputo, forse non ha voluto, recidere quel famoso cordone ombelicale che non sempre appalesa aspetti negativi (come talvolta succede proprio fra una genitrice e un generato), - ci dice che il suo autore è uno che soffre per le sorti della sua ansimante terra. E’ uno che si preoccupa delle sue sorti, sempre altalenanti, sempre in bilico tra ferocia, efferatezza di chi la sfrutta nel peggiore dei modi, annichilendo i suoi altri figli, e chi, con atti eroici, vi si oppone, per salvarla, per salvare la sua storia, le sue ricchezze morali, più che materiali, le sue parti migliori, la memoria dei “geni / che furono / gemme di fulgore / e valenza”. E’ tornato, Antonino, perché, pur se non sarà lui a salvare la sua Sicilia (la sua domanda, retorica, torna nell’ultimo dei versi che si snodano singolarmente piccoli, come grani di un rosario, come tante piccole preghiere dall’incipit alla fine), forse nutre la speranza di poter lui stesso, in prima persona, opporsi a chi, credendosi santo, pieno di proterva onnipotenza, invita a (ma noi preferiamo leggere ‘impone’ - dunque ruba) “inchini” a chi, pur consapevole, per amore della vita o per paura di immatura morte, rimane prono “al volere / del dio / in terra”. Sciolta, giovane, vivace, eterea, come colomba questa poesia vola sul panorama creato dai “filari / di ulivi” piantati da uomini laboriosi, “a proteggere / aranceti”, l’oro di quella terra battuta dai “venti / che dall’Africa / spirano / violenti / a bruciare / sterpeti”. Quante cose hanno detto questi versi? Tante! E la paura dell’Autore che non meritassero attenzione penso si possa considerare superata, sfatata!
Redazione (foto internet)
Commenti dei Lettori:
-- 18/07/2016 -- 09:32:32
-- vincenzo
PROVOCAZIONE!
Mio caro poeta Antonino/Nino B.! Non trovo giusto che noi ci mettiamo la faccia e lei la nasconda! Per cosa sta "B."?
-- 19/07/2016 -- 23:56:53
-- ANTONINO
Il direttore ed. Giannini sa cosa vuol dire "B."
-- 19/07/2016 -- 23:58:10
-- ANTONINO
... certamente non BERLUSCONI
-- 19/07/2016 -- 23:59:05
-- ANTONINO
Grazie, comunque, per la Sua valutazione
-- 20/07/2016 -- 08:36:12
-- vincenzo
Caro poeta Antonino/Nino B.
Io ho PROVOCATO, non ho offeso. Tanto meno ho ipotizzato che B. potesse stare per la persona da lei nominata.
Ora, ha destato la mia gelosia: Giannini sì, ed io no! Venga allo scoperto, almeno con me: chiedendomi amicizia in f/b o scrivendomi a vincenzo.campobasso38@gmail.com. Sappia, comunque, che io non sono un critico letterario; esprimo, pertanto, non giudizi, ma pensieri ed opinioni, tanto per presentare poeti e poesie. Non pensi che io abbia dei risentimenti; sto solo celiando.
Dx