Testa

 Oggi è :  17/07/2024

Benvenuto  nel Giornale

CERCA GLI ARTICOLI :

  

Testo scorrevole
Sx

  L'ARTICOLO

15/04/2016

Dimensione carattere normale  Ingrandisci dimensione carattere  Ingrandisci dimensione carattere

Segnala

BASTANO UN CHIP E… IL MATRIMONIO

Clicca per Ingrandire Ian Burkhart, braccia e gambe paralizzate, ha potuto muovere mano, dita e polso, afferrando una bottiglia e versandone il contenuto in un bicchiere. È stato possibile, nel primo esperimento del genere mai condotto su un essere umano, grazie a un chip impiantato nel cervello. Il giovane, a 19 anni, per un incidente stradale che aveva causato la rottura della quinta e sesta vertebra cervicale, con fuoriuscita del midollo spinale, era rimasto paraplegico. Tre anni dopo, un team di neuroscienziati, ingegneri e tecnici ha restituito il controllo di una parte dei suoi muscoli. Pubblicato su “Nature”, il risultato si deve al gruppo coordinato da Ali Rezai della Ohio State University, Chad Bouton dell’Istituto Feinstein per la ricerca medica e Nick Annetta del Battelle Memorial Institute.

Il chip è stato impiantato nella corteccia cerebrale che controlla i movimenti e riesce a convogliare i segnali nervosi a un sistema di elettrodi posti sull’avambraccio che li trasmette alla mano. In pratica, spiegano gli esperti, il sistema “ripristina in modo artificiale il collegamento fra i segnali che il cervello invia agli arti per farli muovere, interrotto nelle persone paralizzate a causa di lesioni spinali”. Il sistema si chiama NeuroLife, ed è un ‘bypass nervoso elettronico’ che registra i segnali della corteccia grazie al chip, li elabora e li trasforma nei movimenti desiderati grazie a un sistema basato sull’intelligenza artificiale, e permette di muovere la mano paralizzata attraverso elettrodi posti sull’avambraccio.

Da una buona notizia all’altra: il matrimonio aumenta le probabilità di guarigione dal cancro. Nel caso di un tumore, sembrerebbe che le persone sposate abbiano maggiori possibilità di sopravvivere. Si tratta di uno studio condotto dai ricercatori dell’University of California di San Diego. Differenza più grande nei maschi: lo studio ha esaminato 800mila pazienti negli Stati Uniti ai quali è stato diagnosticato il cancro fra il 2000 e il 2009, inclusi 400mila poi deceduti entro il 2012. Secondo i ricercatori, fra i single, gli uomini hanno il 27 percento in più di probabilità di morire, mentre le donne il 19.

Lo studio americano è stato pubblicato sulla rivista Cancer. Se le cifre sono eloquenti, i ricercatori stanno lottando per spiegare perché le persone sposate siano più inclini a guarire dal cancro rispetto ad altri. Al contrario del giudizio convenzionale, la spiegazione non sarebbe nelle risorse finanziarie della coppia (e migliore accesso alle cure sanitarie), piuttosto nella cura, attenzione, ascolto e collegamento impressionabile intenso, che svolgono un ruolo importante nella guarigione del partner e riduce lo stress correlato alla malattia.

I ricercatori, anche alla luce di questo studio, ritengono che il ruolo a lungo termine di tutti i parenti del paziente possa migliorare salute e speranza di vita. Secondo quanto precisato dagli stessi autori, i risultati non dimostrano che la vita da single causi la morte per tumore, ma è possibile che alcune caratteristiche che portano certe persone a sposarsi, come essere maggiormente in salute fisica e mentale, rispetto alle persone non sposate, influenzi la sopravvivenza. Che si tratti di un coniuge ma anche di amici o familiari.

Giovanni D'Agata

 Redazione (foto ilquotidianoitaliano.com)

 

Dimensione carattere normale  Ingrandisci dimensione carattere  Ingrandisci dimensione carattere

Segnala

 

 
 

  Commenti dei Lettori:

 
Dx
 

ACCESSO AREA UTENTI

 

 Username

Password

 

Area Privata

Logout >>

 

     IL SONDAGGIO

 
 

VIDEO DELLA SETTIMANA

ESTATE E SANITA

 

STATISTICHE .....

Utenti on line: 368

 
 
Inferiore

powered by Elia Tavaglione

Copyright © 2008 new PUNTO DI STELLA Registrazione Tribunale n. 137 del 27/11/2008.

Tutti i diritti riservati.