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11/07/2008

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LE NOSTRE INCHIESTE (3): POTENZIARE LE RETI DI COMUNICAZIONE

Clicca per Ingrandire Il grado di civiltà e di progresso di un Paese si può misurare anche dalla diffusione capillare delle reti infrastrutturali dei trasporti e delle comunicazioni. Da tale punto di vista, le arterie stradali e autostradali, le linee ferroviarie, i complessi portuali e i sistemi aeroportuali devono assecondare in maniera equa e imparziale le esigenze della società civile e dell’intero tessuto economico-produttivo nazionale.

Se in un’area territoriale, le popolazioni e le aziende in essa presenti non sono adeguatamente servite dalle infrastrutture dei trasporti, si configura inevitabilmente una situazione di svantaggio che va a totale discapito della società e dell’economia di quel territorio, in quanto il libero dispiegamento delle energie sociali e imprenditoriali, e la derivante espansione economica sono fatalmente compromesse.

Dal punto di vista dell’etica pubblica, poi, ciò ha conseguenze deleterie per gli abitanti, in quanto l’uguaglianza delle opportunità socio-economiche e la stessa democrazia finiscono con l’essere negate alla radice.

E’ il caso della Puglia (ma situazioni analoghe sono presenti in tutto il Mezzogiorno), dove - per fare un esempio - vi è un solo aeroporto internazionale funzionante, quello di Bari-Palese, mentre gli scali aeroportuali civili di Foggia, d’importanza strategica per lo sviluppo del turismo sul Gargano, (di recente protagonista dell'ennesima beffa dopo il "fallimento" del vettore ClubAir; ndr) Brindisi e Grottaglie stentano ancora ad avere un ruolo significativo sul piano dei collegamenti aerei nazionali.

Cosa si aspetta a creare in Puglia sistemi aeroportuali competitivi a livello nazionale ed europeo, oltre che potenziare le reti ferroviarie (aprendo le porte all’alta velocità, che resta un fattore propulsivo per lo sviluppo sociale ed economico, nonostante l’ottusa opposizione degli ambientalisti dogmatici), ampliare le arterie di collegamento stradali e autostradali, e rafforzare i complessi portuali marittimi al fine di incrementare i flussi turistici in entrata provenienti da ogni parte d’Europa e del mondo, e di elevare in misura superiore all’attuale il volume delle merci che le nostre imprese possono esportare nelle altre regioni italiane e nei Paesi esteri, dentro e fuori l’Ue?

Le aziende pugliesi (singole o consorziate) dovendo competere nel quadro dell’economia globale e vincere le sfide dei mercati europeo e mondiale, hanno bisogno di sistemi infrastrutturali avanzati. Questo porterebbe vantaggi e benefici rilevanti all’intera collettività regionale, dal Gargano al Salento, senza esclusione alcuna.

Come pugliesi e meridionali, non possiamo tollerare la situazione di monopolio e privilegio che le regioni del Nord continuano ad avere a livello nazionale per quel che concerne i sistemi ferroviari, portuali, aeroportuali, stradali e autostradali, che, indubbiamente, sono i migliori del Paese.

Occorre, perciò, sollecitare la classe politica regionale, i movimenti sindacali e le associazioni degli industriali a impegnarsi attivamente per far valere i diritti dei pugliesi a una più ampia e moderna infrastrutturazione del territorio, da pianificare e realizzare in maniera scientifica, così da collegare meglio di ora la Puglia al resto dell’Italia e ai traffici internazionali e intercontinentali.

E’ questo, dunque, un obiettivo imprescindibile nel processo di modernizzazione della Puglia e di riequilibrio socio-economico tra il Meridione e il Centro-Nord. La nostra regione non può rimanere in una condizione d’inferiorità rispetto alle altre per quel che concerne le infrastrutture per i trasporti e le comunicazioni, ma deve poter disporre di grandi sistemi che consentano una movimentazione di viaggiatori e di merci molto maggiore dell’attuale, per poter giocare un ruolo da protagonista in uno scenario mondiale economicamente e politicamente sempre più globalizzato e interdipendente.

Gianluigi Cofano


 Redazione

 

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