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19/02/2016

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DEL RIORDINO OSPEDALIERO PUGLIESE

Clicca per Ingrandire Positivo il coinvolgimento dei consiglieri regionali alla ricerca dei criteri applicativi del Riordino ospedaliero pugliese. È quanto ha dichiarato il presidente dei Popolari, Napoleone Cera, in merito ai lavori della Commissione che ha registrato la presenza del presidente Michele Emiliano. “Esistono - afferma - due elementi di discrimine all’interno del riordino ospedaliero per il quale entro il 29 febbraio il Consiglio dovrà assumerne i relativi provvedimenti:
1. il posto letto non può essere finanziato con la stessa quota anche per gli ospedali piccoli, cioè con pochi posti letto;
2. tener presente e valutare come l’equilibrio fra costi e ricavi nei piccoli ospedali è difficilissimo se non impossibile da raggiungere.

“Tali obiettivi - conclude - obbligano ad assunzioni di responsabilità in grado di garantire a tutti i cittadini il livello di sicurezza attesa. Occorre tenere conto, inoltre, che i fattori demografici e gli aspetti sociali del territorio hanno elevate difformità nell’intera regione, e che gli stessi devono essere necessariamente tenuti in evidenza per pervenire alle migliori scelte da compiere” (Napoleone Cera). Riguardo al ‘riordino ospedaliero’, registriamo un intervento ‘polemico’, ancorché chiarificatore, da Bruxelles dell’europarlamentare Elena Gentile, già assessore regionale al Welfare.

“Squilli di tromba e rulli di tamburo - scrive - per annunciare quello che già era stato programmato e avviato con la definizione del piano operativo 2007-2014 e confermato con la programmazione del settennio 2014-2020 approvata in quel di Bruxelles all’inizio dell'estate scorsa quando ancora la giunta Emiliano cominciava a muovere i primi passi. Dunque nulla di nuovo accadrà nella nostra sanità che non sia stato ampiamente previsto nelle scelte del precedente Governo regionale.

“Da Ceglie a Conversano, da Massafra a Triggiano, da Trani a Torremaggiore, da San Nicola a Monte Sant’Angelo (solo per citarne alcuni) - continua - sono a disposizione dei pazienti strutture territoriali (allocate prevalentemente in ex presidi ospedalieri) in grado di soddisfare la domanda di salute prevalente e la domanda di presa in carico delle persone (anziane e disabili) non autosufficienti. Per non parlare delle tantissime strutture distrettuali nate ‘ex-novo’ nei Comuni più piccoli: da Accadia ad Ascoli, da San Nicola a Casamassima, ricordando anche gli hospice e i centri-risveglio già deliberati e non ancora realizzati per i ritardi nell’esecuzione di cui sono responsabili le Asl.

“Il piano di riordino ospedaliero, con le tipologie organizzative che oggi sono state ovviamente confermate e la rifunzionalizzazione dei nosocomi in strutture territoriali, anche queste dimensionate, per rispondere alla domanda di salute maggiormente rappresentata - spiega, - è patrimonio della storia già scritta. Insomma è bastato rovistare nel cassetto in alto a sinistra di quella che fu la scrivania degli assessori alla Sanità per confermare, come di fatto è avvenuto, l’impianto complessivo del piano dei servizi nella nostra regione.

“Parlare di investimenti - aggiunge - in infrastrutture (di cui l’intero territorio regionale ha già beneficiato) che dovranno essere animate da nuove figure professionali - tutte da reclutare con le procedure concorsuali relative alle ipotetiche deroghe che dovranno essere autorizzate, come avvenuto nel recente passato, e oggi sono state messe a concorso, non significa aver cambiato il futuro delle politiche della salute. Rivoluzione quella annunciata da Emiliano? Assolutamente no! Piuttosto una resa, difficile da accettare (dopo l’annuncio reiterato di voler cambiare tutto) all’evidenza delle cose già fatte.

“Buona fortuna dunque al presidente Emiliano - conclude - con l’augurio sincero che i ritardi accumulati in questo scorcio di legislatura non facciano ritornare indietro la Puglia imbrigliandola in un nuovo piano di rientro del quale francamente vorremmo tutti farne a meno”. (Elena Gentile)


 Comunicati stampa

 

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