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23/12/2015

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I “SEGNI” DI UNA FESTA MERAVIGLIOSA

Clicca per Ingrandire Il Natale, una festa ricca di simboli: scopriamone il significato.

VISCHIO = Pianta natalizia per eccellenza, ne parlava già Virgilio nell’Eneide. Per le sue virtù magiche era considerata pianta divina e miracolosa tanto che era permesso raccoglierla solo ai sacerdoti, utilizzando esclusivamente un falcetto d’oro. Oggi è una pianta di buon augurio, simbolo di pace, che protegge perché incarna lo spirito vitale.

GINEPRO = La leggenda narra che la croce di Gesù fosse fatta di ginepro. Una credenza popolare vuole che Maria trovasse rifugio proprio fra i rami di questa pianta. Il ginepro era considerato magico perché si pensava tenesse lontani i serpenti e curasse dal loro morso. Nella tradizione cristiana questa qualità venne interpretata come purificazione dai peccati.

AGRIFOGLIO E PUNGITOPO = Entrambe considerate portatrici di fortuna, queste piante si caratterizzano per le loro foglie dure e con le spine, simbolo di forza e prevenzione contro tutti i mali. Le bacche rosse sono il simbolo del Natale, simbolo della luce e del buon auspicio, promessa di abbondanza e fecondità per il nuovo anno che comincia. Secondo la leggenda, le foglie spinose rievocano le spine della corona di Cristo e le bacche il rosso del suo sangue.

ARANCIA = È tradizione delle festività natalizie addobbare la tavola con cesti colmi di arance. L’arancia, frutto dell’inverno per eccellenza, porta con sé il calore del sole e rappresenta il Natale a tavola per la speranza e lo splendore.

MELAGRANA = Simbolo della terra, questo frutto rappresenta la rigenerazione della natura. Gesù viene spesso dipinto con una melagrana in mano, che in questo caso acquista il significato simbolico di rinascita, resurrezione.

CERO NATALIZIO = Gesù è la luce del mondo, la notte di Natale è la notte in cui la luce arriva fra gli uomini. Il cero natalizio simboleggia proprio l’avvento del bambino Gesù come luce che nasce nel mondo, come dice la liturgia. In Francia e in Inghilterra è tradizione accendere tre ceri fusi insieme alla base, che simboleggiano la Trinità.

CORONA DELL’AVVENTO = Ha origine da una tradizione tedesca di epoca precristiana: deriva dai riti pagani della luce che si festeggiavano nel mese di dicembre. Intorno al 1500 si diffuse tra i cristiani divenendo simbolo dei giorni che precedono il Natale. Il verde dei rami simboleggia la speranza, mentre i quattro ceri simboleggiano le quattro settimane che precedono il Natale. Ogni domenica si accende un cero. La tradizione vuole che ogni cero abbia un suo significato: il cero dei profeti, di Betlemme, dei pastori e degli angeli. All’accensione di ogni cero dovrebbe seguire un momento di preghiera e un canto a Maria.

CEPPO DI NATALE = È una tradizione antica. Il tronco che brucia nei camini dalla sera della vigilia fino a Capodanno trova origine nella frase della Bibbia “dal ceppo nascerà un virgulto”: Gesù Cristo. Questa tradizione, prima ancora di essere cristiana, era pagana: il ceppo si bruciava durante il solstizio d’inverno, che coincideva con la nascita di un nuovo anno. Due i simboli propiziatori: il fuoco, immagine del sole e quindi della vita, e il consumarsi del tronco, che rappresentava il consumarsi del vecchio anno con tutto ciò che di brutto aveva rappresentato.

Il ceppo in effetti è il primo avo del più famoso abete natalizio. Accenderlo nelle case è anche segno di ospitalità e accoglienza per la venuta del figlio di Dio. Anticamente, a Genova, il ceppo era offerto al doge dalle genti di montagna: nella cerimonia pubblica di “confuoco”, il Doge versava sul tronco vino e confetti in segno di abbondanza. In Abruzzo si fanno bruciare tredici piccoli ceppi che simboleggiano Gesù e i dodici apostoli, il vino rappresenta il sangue di Cristo. In Puglia, bruciare il tronco significa distruggere il peccato originale, mentre a Isernia il capofamiglia benedice il tronco con l’acqua santa mentre i familiari gridano “Viva Gesù”.

STELLA DI NATALE = La tradizione racconta che questo fiore, da sempre legato agli allestimenti tipici del Natale, sia stato in origine il regalo di un bimbo a Gesù. Un 25 dicembre lontano nel tempo, un bambino povero entrò in Chiesa per offrire un dono al Signore proprio nel giorno della sua nascita, ma era talmente povero che poteva portare solo un mazzo di erbacce. Ma su quei rametti, al bimbo cadde una lacrima, che per miracolo trasformò quelle foglie in uno splendido fiore rosso: la stella di Natale.

ROSA DI NATALE = Anche chiamata “Rosa delle nevi” o “Rosa d’inverno”, il suo vero nome è ‘helleborus niger’. In Inghilterra è considerata il fiore natalizio per eccellenza. La leggenda narra che durante l’offerta di doni al Bambino Gesù, una pastorella vagasse in cerca di un dono da offrire, ma l’inverno era stato freddo e la povera pastorella non riuscì a trovare neanche un fiore da donare. Mentre si disperava, vide passare un angelo che intenerito dalle sue lacrime si fermò, spolverò un po’ di neve davanti a lei facendo apparire delle candide rose, che la ragazza raccolse e portò in dono al Bambinello.

RUDOLPH = Questa leggenda americana fu inventata negli uffici di una catena di grandi magazzini americani, la Montgomery Ward, quando il 1939 si decise di regalare una nuova favola di Natale. Rudolph era una renna come le altre, ma aveva un enorme naso rosso che purtroppo la rendeva oggetto di scherno ed emarginazione. Ma Rudolph entrò nelle grazie del buon Babbo Natale, che la accolse con sé e così le renne, che da sempre erano state otto, diventarono nove. Il grosso naso rosso dell’ultima arrivata divenne un pregio nelle fredde notti di neve e nebbia. Una storia recente, ma tanto forte da essere in pochi anni diventata tradizione.


  Intrage.it (foto casa.atuttonet.it)

 

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