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06/12/2015

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LA MINACCIA VIENE DAL MARE (sottotitolo: qualcuno avverta

Clicca per Ingrandire A margine degli spiaggiamenti di cetacei e della riapertura della caccia alle balene del Giappone, un nuovo studio punta il dito contro i gabbiani etichettandoli come possibile causa della morte dei balenotteri. Lo studio, pubblicato sull’ultimo numero della rivista internazionale “Plos One”, ipotizza che i gabbiani siano diventati un vero pericolo per le balene. Secondo i ricercatori, nel mare che bagna la penisola di Valdes (costa atlantica argentina), luogo di riproduzione delle balene, gli uccelli banchettano strappandone le carni e mangiarne il grasso. Col passare degli anni, a partire dal 1970, data di avvistamento dei primi attacchi, i gabbiani sono diventati sempre più aggressivi, rivolgendo la loro attenzione ai piccoli dei cetacei.

I biologi sostengono che il numero dei gabbiani sia aumentato esponenzialmente e gli uccelli abbiano iniziato, prima a sorvolare i cetacei semplicemente passando sopra l’acqua, poi nutrendosi della pelle morta e successivamente attaccandoli in superficie e creando fori che col passare del tempo diventavano sempre più grandi. Secondo lo studio, negli anni 70 solo il due percento delle balene-madri e i loro piccoli hanno avuto lesioni causate dai gabbiani. Tre decenni più tardi, la percentuale è salita a 99 percento! Ma le balene-madri si sono fatte furbe e hanno iniziato a tenere le spalle sott’acqua. Allora i gabbiani hanno preso d'assalto i più piccoli.

“I piccoli cetacei - spiega un autore di ‘Live Science’ - non sanno come tenere le spalle sott’acqua, troppo piccole per arcuarle. Quindi gli obiettivi primari dei gabbiani sono diventati i balenotteri appena nati”. Lo studio pubblicato su “Plos One” ha documentato un piccolo che ha avuto il 19 percento della parte posteriore coperta da lesioni. Le ferite possono causare infezioni, disidratazione e altre patologie, che potrebbero avere un impatto sulla loro mortalità complessiva. Gli uccelli sono così diventati, per gli scienziati, un vero pericolo per le balene.

Un incubo, in particolare per chi sia rimasto traumatizzato dal celebre film di Hitchcock, in cui gli uccelli facevano strage di esseri umani. Uno scenario che, secondo i biologi, non è tanto lontano dalla sfera del possibile. In seguito all’aggressione di gabbiani ai danni di animali domestici e persone culminata con l’uccisione di un cane e una tartaruga nell’inglese Cornovaglia, il 61enne attivista Simon Prentis ha ipotizzato che presto gli uccelli violenti potrebbero scagliarsi sui bambini. Quella dei gabbiani-killer è diventata così una questione preoccupante per gli scienziati che stanno effettuando in questi ultimi anni studi approfonditi sugli uccelli marini.

In Italia il loro numero sta crescendo e in parallelo ne aumenta la pericolosità. Diverse le città soggette ad attacchi. Su tutte Roma, poi Napoli, Venezia e Trieste. La specie in questione è la ‘Larus michahellis’, gabbiani reali a zampe gialle. Grazie al poderoso becco riescono a uccidere e sventrare le vittime, e con le feci si difendono da attacchi di disturbo. Si nutrono di pesci, ratti, uccelli catturati in volo (piccioni, storni, rondoni), uova e pulcini prelevati dai nidi, carogne e scarti dell’alimentazione umana. Da qualche decennio hanno imparato a trovare cibo nelle discariche urbane, ma prelevano anche i rifiuti direttamente dai cassonetti dell’immondizia. Altri uccelli, comunque, vedi i piccioni, carnivori, possono trasformarsi in veri avvoltoi pur di nutrirsi.

Giovanni D’Agata*


NB. Qualcuno per favore avverta il peschiciano “Mammamamma” (ndr).


*Presidente “Sportello dei Diritti”

 Redazione (foto greenme.it)
 

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