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03/12/2015

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Clicca per Ingrandire Anche quest’anno Candela darà il benvenuto alle festività natalizie con l’ormai noto “Mercatino di Natale” che si terrà dal 5 all’8 dicembre prossimi. È un’occasione in cui, ogni anno, piccoli e grandi si ritrovano per condividere il piacere e il tepore di un’atmosfera così tanto suggestiva e unica, in un villaggio caratterizzato da casette che esibiscono particolarità dell’artigianato e della gastronomia locale.

I beneficiari del Progetto S.P.R.AR. (Protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati) “Free Entry” del Comune di Candela, scossi come tutti da quanto successo a Parigi lo scorso 13 novembre, hanno deciso di dimostrare il loro senso di vicinanza e solidarietà alle vittime delle stragi partecipando attivamente al Mercatino di Natale, realizzando artigianalmente oggetti che abbracciano i diversi ‘credo’ religiosi.

I beneficiari del progetto, promosso dal Comune di Candela, il cui ente attuatore è la Coop. Iris di Manfredonia sono trenta, tra rifugiati e richiedenti asilo, e appartengono alle più svariate nazionalità: pakistani, africani, indiani, afghani. Condividono la difficile decisione di essere stati costretti ad abbandonare il loro paese natio, la loro famiglia, la loro cultura, per scampare alle atrocità della guerra o altre devastanti situazioni simili. Insieme, ora, abbracciano la realtà italiana, in particolare quella di Candela, luogo in cui risiedono.

“Dal loro arrivo a oggi - spiega la psicologa del progetto Maria Antonietta Tucci - molte cose sono cambiate. Descrivere l’andamento o le peculiarità che caratterizzano il progetto è quasi come tracciare la realtà di una ‘famiglia’. Assistere quotidianamente a scene di reciproco aiuto pare essere qualcosa di impossibile o ‘magico’, se contestualizzato all’attualità del momento che stiamo vivendo. Non c’è più soltanto una solidarietà che impropriamente potrebbe essere definita ‘unidirezionale’, in quanto legame di beneficiari che condividono la stessa appartenenza etnica: ciò che si sta creando è qualcosa che non può passare inosservato.

“Vedere, ad esempio - continua, - un ospite indiano e uno maliano organizzarsi insieme per mettersi alla ricerca di un lavoro diventa quasi impossibile, se soltanto si pensa a quelle che potrebbero essere superficialmente le diversità culturali o linguistiche che li caratterizzano. Tutto ciò ha contribuito nel tempo ad abbattere i muri dell’indifferenza e della diffidenza, tessendo così le reti di un proficuo attivismo e una forte sensibilizzazione anche a livello locale.

“Significativo - conclude - è vedere ragazzi di fede musulmana, indiana e cristiana radunati intorno a uno stesso tavolo per creare insieme un presepe artigianale. Ciò che caratterizza questo progetto è, dunque, il rispetto reciproco e un forte senso di condivisione e solidarietà”.

 Comunicato stampa

 

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