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16/02/2015

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LO SCIPPO DELLE STELE DAUNIE

Clicca per Ingrandire Il Distretto Culturale “Daunia Vetus” si erge a difesa dei reperti esposti al Museo Civico di Bovino opponendosi al loro trasferimento al Museo Nazionale Archeologico di Manfredonia voluto dalla Soprintendenza alle antichità. Di seguito il comunicato ufficiale di Giovanni Aquilino, direttore del Distretto Culturale Daunia Vetus.


“Sentiamo il dovere e la responsabilità, come Distretto Culturale, di voler esprimere una nostra considerazione circa la decisione, appena appresa, di voler trasferire le stele daunie da Bovino al Museo Nazionale Archeologico di Manfredonia. La collezione di reperti esposta presso il Museo Civico di Bovino non ha solo un valore storico e artistico, ma nel suo insieme esprime assai bene il patrimonio culturale della comunità bovinese e delle civiltà susseguitesi nei diversi secoli sulle colline dell’Alta Daunia. Il museo, con il palazzo e le sale espositive che lo compongono, sono un suggestivo scrigno traboccante di teche, reperti fittili, oggetti e statue antiche e, non ultime, le stele daunie.

“Fra le diverse caratteristiche che lo rendono particolare nel suo genere, vi sono ‘semplici’ finestre che si aprono seguendo il regolare andamento della dimora gentilizia che lo ospita e filtrano luce e aria fra una teca e un cippo, una statua e una colonna. Infatti, le finestre permettono al visitatore di passare dalla vista degli oggetti in esposizione allo sguardo su scorci e vedute da cartolina sia del borgo antico sia dei monti dauno-irpini, dando l’immediata sensazione del contesto ambientale in cui i reperti sono stati ritrovati. Collezione, palazzo e paesaggio raccontano in un unico ‘piano sequenza’ la storia degli uomini immersi nella cornice scenografica in cui hanno vissuto, insomma un insieme unico e indissolubile.

“La bellezza specifica ed esclusiva trasmette immediatamente al meravigliato visitatore tutto il fascino di un luogo originale capace di rappresentare simultaneamente e al meglio tutta la spiritualità antropologica dell’antica civiltà dauna. Il museo, ben tenuto e altrettanto bene illustrato dalle conoscenze e dalla passione di preparate guide volontarie, non è una gemma abbandonata per distrazione o incuria in un portagioie in disuso, ma un elemento essenziale di un complesso gioiello, del quale si conosce e apprezza il valore, composto da molte altre gemme. Un “tutt’uno” col borgo classificato fra i 50 più belli d’Italia che fa pendant col Museo Diocesano ospitato nel Castello Ducale dei Guevara, altra precipua meraviglia del luogo.

“Fra i due musei fanno bella mostra di sé la Cattedrale Romanica e il Palazzo Vescovile, con annesso archivio storico e biblioteca. A completare il ‘gioiello’ ci pensano il santuario di Santa Maria di Valle Verde, con la tavola della serafica Madonna con bambino di epoca medioevale, e il bellissimo bosco che lo circonda. Bovino è, fra l’altro, una delle tappe del percorso della “Strada Francigena del Sud” nonché sede di una importante rassegna cinematografica nazionale giunta alla settima edizione. A tutto questo si aggiunge che è una delle undici comunità della Provincia di Foggia componenti il “Distretto Culturale Daunia Vetus”, uno dei pochi esempi di organizzazione distrettuale esistenti in meridione e nello specifico in Puglia.

“La cittadina, pur appartenendo alla Diocesi di Foggia-Bovino, è stata inclusa nei Comuni che compongono il Distretto Culturale “Daunia Vetus”, istituito formalmente il 2008 dalla Diocesi di Lucera-Troia, al fine di rendere completo l’asse storico-artistico del territorio distrettualizzato dell’Alta Daunia. Lucera, Troia e Bovino formano un itinerario di prim’ordine, in quanto a storia e arte, se si pensa che le tre città vantano complessivamente sette Musei (tre Civici e quattro Ecclesiastici), due Cattedrali Romaniche e una Gotica, Castello e Fortezza medievali nonché Acquedotto e Anfiteatro romani. Tre centri storici che sono testimonianza autentica di secoli in cui fra le loro mura si sono svolti tratti di storia importante.

“Per tutte queste ragioni risulta incomprensibile, inopportuna e inaccettabile la decisione della Soprintendenza alle antichità, di trasferire al Museo Nazionale Archeologico di Manfredonia le preziose stele antropomorfe, parte integrale di quell’unicum storico antropologico che è il Museo Civico di Bovino. Decisione che dimostra quale considerazione si abbia per le colline dell’Alta Daunia, la sua popolazione, il suo territorio e non ultimo per il Distretto Culturale Daunia Vetus nel suo insieme. L’attività distrettuale, in questi anni, ha contribuito a rendere evidente il patrimonio storico, artistico, paesaggistico e demoetnoantropologico dell’Alta Daunia e restituire consapevolezza agli abitanti di queste colline circa la bellezza e il valore dei luoghi che abitano.

“Ha stimolato in molti la voglia di conoscere meglio la storia e l’arte racchiusa nei musei e nei monumenti, ha reso fattivo il desiderio di custodire e restaurare opere d’arte e architetture storiche, ha fatto emergere l’orgoglio e la necessità di tramandarne senso e significato. Ha promosso l’amore dei luoghi e la carica spirituale ed emotiva che essi trasfondono attraverso iniziative, manifestazioni, pubblicazioni, col solo fine di valorizzare territorio e beni culturali. L’iniziativa della Soprintendenza alle antichità con questo trasferimento, in un solo colpo, azzererebbe quanto di buono a vantaggio dell’«amor Loci» sia stato prodotto e realizzato sulle colline Daune.

“Il Distretto Culturale Daunia Vetus, nella ferma convinzione che monumenti, reperti e opere d’arte trovano maggior valore solo se conservate e mostrate nel contesto che le ha prodotte, chiede alla Soprintendenza alle antichità della Puglia di recedere dal suo intento e di contribuire a conservare e far conoscere i beni culturali delle comunità dell’Alta Daunia sulle proprie colline, nelle strade e nei palazzi, immersi nel paesaggio che ad essi attribuiscono senso e significato."

Giovanni Aquilino

 Comunicato

 

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