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01/02/2015

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VICO DEL GARGANO: LO SCHIAFFO DELLA REGIONE

Clicca per Ingrandire Non è difficile capire che il confine fra continuità e contiguità è talmente sottile e fragile che spesso i ruoli dell'una e dell'altra si mischiano e si confondono. Le anime belle la chiamano continuità; da queste è nata la pentammucchiata (attuale Amministrazione comunale; ndr) al servizio esclusivo di un Piano Urbanistico Generale, bocciato nell'ultima seduta della Giunta Regionale, del 27 gennaio scorso, deliberando di “non attestare” la compatibilità del Pug del Comune di Vico del Gargano alla L.R. 20/200 e al DRAG n. 1328/07 (Documento Regionale di Assetto Generale).

Non è continuità quando si adotta in prima lettura, nel cimiteriale silenzio di un'aula di Consiglio comunale, lo strumento urbanistico generale, alla presenza di tre persone e due tifosi. Non è continuità la frettolosa seconda lettura, scaricando ogni conseguenza sulle decisioni della Regione Puglia, come se l'approvazione o meno di questo importantissimo atto non portasse ricadute su Vico del Gargano e sul suo futuro, ma su Bari e dintorni, sperando di trovare presso l'Assessorato Regionale alla Qualità del Territorio altrettanto silenziosi obbedienti e ossequienti personaggi.

Eppure non è un fulmine a ciel sereno. Nei limiti di una critica costruttiva abbiamo esercitato quel benedetto ruolo di “cittadini”, insieme ai tre consiglieri di opposizione, prima nella Piana di Calenella, interrogandoci sulla inutilità e dannosità di una estemporanea lottizzazione di 317 posti letto, dimenticando che a cento metri in linea d'aria, da 25 anni dormono nell'oblio della colpevole stupidità i resti di un villaggio turistico di proprietà comunale. Poi nelle ridondanti e altrettanto inutili lottizzazioni di Vico del Gargano e nei residui pertugi di San Menaio.

A voler rileggere oggi, con meno superficialità e sicumera, il grido e la richiesta di “Politica”, “Partecipazione”, “Trasparenza”, gli articoli “La piana di Calenella, addio”, del 21 novembre 2013, e “Pug e dintorni, il silenzio di platino”, dell'11 marzo 2014, ci si accorge di quanto danno è stato fatto al paese, e quanto tempo e risorse buttati al vento. Oggi, la bocciatura del Pug da parte della Regione Puglia, libera da ogni pretesto di continuità questo dannoso consociativismo e si carica di contiguità servile.
Chi deve trarre le conseguenze, ragionevolmente e responsabilmente, le tragga per il bene e il futuro di questo sfortunato paese.

Michele Angelicchio



 Redazione (foto fuoriporta.info)

 

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