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31/01/2015

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TANTE FIGURE FEMMINILI, TUTTE DIVERSE

Clicca per Ingrandire “TULLIA E LE ALTRE”, di Vincenzo Campobasso - Andrea Pacilli Editore, Manfredonia - 2014, 10 euro = Abbonato supereccellente, critico e ‘criticone’ del nostro giornale (“Brontolo”; ndr), nel senso che riesce a farne una disamina giovevole a una sua uscita, scrittore di racconti e novelle, oltre che poeta e compositore di haiku e tanka, che non perdona a nessuno, Vincenzo Campobasso, abitante nei pressi della residenza di Padre Pio, ci invia un suo recentissimo libro di racconti, “Tullia e le altre”, pubblicato da Andrea Pacilli Editore di Manfredonia, al prezzo di 10 euro, nel quale ci presenta una serie di figure femminili, tutte diverse, tutte dissimili, ognuna ben individuabile dall’altra, tenendo sospeso il lettore, dal principio fino all’ultima pagina, per la cura e la precisione con cui sono descritti certi particolari e certi preliminari.

Il titolo farebbe capire che si tratta sempre di storie di donne, ma non è sempre così perché, mentre nel primo racconto s’incontra Nina, diafana e leggera come una piuma al primo vento di aprile, soffusa e delicata come una libellula, leggiadra e piena di promesse come un’ape regina nel volo nuziale, che ci riempie di quei sentimenti che preludono a un primo amore; nel secondo, invece, la storia non è tanto di Rosa (di prossima pubblicazione su “Brontolo”, col suo titolo “Rosa, una sera di maggio”), quanto di Lino o di don Lino, giovanissimo prete che deve sopportare le confessioni quotidiane della fanciulla, che lo ama di un amore puro e delicato, ma vorrebbe avere con lui rapporti intimi, e lo tormenta nei suoi compromessi con Dio e la religione cristiana.

Talvolta, l’Autore mostra nei suoi racconti un suo stile così marcatamente umoristico, come proprio in quello di Tullia che dà il titolo alla pubblicazione, che farebbero bella figura anche in un giornale umoristico, se non fosse per la lunghezza che supera la capacità contenitiva di una pagina del “Brontolo”. Il libro gode, inoltre, di una prefazione illustre per lo meno quanto lo stesso scrittore, perché si tratta niente di meno che di Luciano Nanni, scrittore, poeta e delicato fine disegnatore umorista padovano (di origine bolognese, che i lettori di “Brontolo” ben conoscono per le sue vignette, dove compare il suo nome scritto capovolto).

Dice infatti Nanni: “Un racconto, ispirato a fatti sia autentici che di pura fantasia, appartiene comunque al vero della letteratura, che si presenta su un piano reale ma rivolto all’immaginario del lettore. Ci si immerge allora in un mondo che non è il nostro, proposto come un territorio individuale, da conoscere e interpretare … La grande varietà di accadimenti è supportata da una scrittura, diciamo piuttosto stile, fluida e precisa fino al dettaglio, ove si nota non solo la cultura dell’autore, ma anche la sua attitudine a plasmare il linguaggio secondo una riconoscibilità che risiede, a quanto si vede, nell’assimilazione dei diversi portati, culturali e sociali”.

E ancora: “Notevole è la capacità di mutare registro, secondo i caratteri di ciascun personaggio, ora con passi ricchi di umore, ora con momenti in cui si rivelano risvolti negativi o tragici, fino a toccare le corde del sentimento … Emerge quindi una identità la cui coerenza narrativa mantiene la propria carica originaria, né potrebbe essere altrimenti in chi, dotato di realismo e fantasia, riesce a riportare la vasta e molteplice trama di idee e di azioni … senza mai perdere quel soffio di poesia che è necessario a ogni autentica opera d’arte”.

Nello Tortora*


*Fondatore e co-direttore di “Brontolo”, rivista di satira, umorismo e cultura (pag 16 del n° 224-25, set-ott 2014)

 Redazione
 

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  Commenti dei Lettori:

-- 05/02/2015 -- 11:10:57 -- Paolo

evviva, Cenzino! Ammaliato dal fascino dell'altra metà (o tre quarti?) del cielo

 
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