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22/01/2015

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ESILARANTE WEEKEND CON “ARS NOVA”

Clicca per Ingrandire L’Associazione Culturale-Teatrale “Ars Nova” (foto del titolo, il cast; ndr) sabato 17 (con la prima) e domenica 18 gennaio (in replica), alle 19 nell’Atrio delle Scuole Elementari di Peschici, ha superato brillantemente la prova del nove con la messa in scena della commedia in vernacolo peschiciano “I fricatòure ci accàppinë di tuttë i chilòurë (Le fregature si prendono di tutti i colori)” di Angela Campanile. L’Atrio era stracolmo di spettatori (foto 1 sotto) che hanno seguito con passione, esilarati dalle battute al vetriolo delle attrici protagoniste (gli attori erano per la maggioranza donne) che hanno interpretato alla grande i rispettivi ruoli. “Conferma - sottolinea lo scrittore Piero Giannini - di una voglia di fare teatro per gratificarsi, innanzitutto, e poi allietare e rendere meno noiose le ore morte della cittadina garganica in questo freddo gennaio”.

“Ars Nova” è reduce da una intensa stagione che l’ha vista cimentarsi, oltre che nelle visite guidate al Grottone di Manaccora, in drammatizzazioni di grande valenza socio-culturale: la “Passione di Cristo” e “Francesco il Santo di Assisi” (in scena, dopo la trasferta di Vieste, domenica 25 gennaio, alle 15.30, nell'Auditorium Parrocchia San Giuseppe Artigiano di San Giovanni Rotondo; ndr). Tutto in un crescendo interpretativo dei singoli ‘attori’ stimolati dalla supervisione costante del regista Stefano Biscotti (foto 2), che ha diretto le ultime uscite della Compagnia dell’Associazione. Laureato alla romana Università “Tor Vergata” in ‘Storia scienze e tecnica della musica e dello spettacolo’ (in pratica il vecchio Dams), Biscotti ha via via ampliato il proprio raggio d’azione verso le discipline che ama di più: cinematografia, drammaturgia, regia teatrale, senza disdegnare la recitazione, tanto da interpretare la parte di Cristo e san Francesco nelle due opere da lui ideate e dirette.

C’è da dire che il copione della commedia messa in scena in questi giorni è stato elaborato da un’autrice, Angela Campanile, che, oltre alla nomina come membro della Società di Storia patria della Puglia, vanta una ricca esperienza di ricercatrice di tradizioni popolari nel Centro Studi Giuseppe Martella, con cui ha pubblicato nel 2000 il bellissimo volume “Peschici nei ricordi” (edizioni Grenzi). La commedia della Campanile - opportunamente adattata da Giuseppe Mastromatteo e integrata dalle “battute a soggetto” delle attrici protagoniste (foto da 3 a 10), - vagamente eduardiana, proposta in vernacolo peschiciano, si divide in due atti ed è una divertente parodia di ciò che accadeva nella sala d’attesa di uno studio medico nel corso degli Anni Sessanta. Medico e medicine erano diventati da poco un servizio pubblico gratuito grazie alla “cassa mutua” e si cominciava a fare uso sia del medico che delle medicine senza risparmio: si andava dal medico anche per uno starnuto e c’era anche chi vi si recava quotidianamente.

A incontrarsi nella sala d’attesa erano quasi sempre le stesse persone e fra loro si instaurava un rapporto curioso, visto che bisognava ingannare i tempi di attesa sempre molto lunghi e quale modo migliore di far scorrere il tempo se non criticando, commiserandosi e commiserando, raccontandosi e qualche volta litigando? Ed è proprio questo che viene rappresentato in tutto il primo atto della commedia in una giornata in cui il medico arriva in ritardo in ambulatorio. Entrano così in scena i personaggi più svariati: Failuccë e Luciettë, che hanno in comune tanta voglia di chiacchierare e raccontare i fatti degli altri più che i loro; Rusinellë, donna malata e amareggiata perché tradita dalla propria figlia; Mattiuccë, preso di mira e criticato da tutti; Salvatàurë che fa la sua comparsa non in cerca del medico ma della moglie Ziellë che non riesce a trovare; le due cognate, Sinellë e Miliuccë, che sfogano i loro vecchi rancori di fronte a una platea che accende di più i loro animi bellicosi; una ragazzina, inviata dalla mamma Pippinellë “per tenere il turno” ma che, dopo una breve comparsa nella sala d’attesa dell’ ambulatorio, sparisce.

Nel secondo atto domina la scena Pippinellë (la signora Pina), personaggio esuberante, accattivante, ironico, molto chiacchierata in paese, che pretende e ottiene di entrare prima degli altri in ambulatorio, avvalendosi della compiacenza del medico stesso e questo provocherà liti, battute, sottintesi, ammiccamenti, che raggiungeranno l’apice con l’arrivo di Tanella, suocera di Pippinellë, che non sa della presenza della nuora nell’ambulatorio del medico. Il colpo di scena finale confermerà la saggezza popolare degli antichi proverbi che riassumono fedelmente i comportamenti umani. In questo caso calza benissimo il detto “chi tàinë faccë ci marèitë e chi no restë zèitë”!

Teresa Rauzino






 l’Attacco del 21 gennaio

 

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