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15/01/2015

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SOFFERENZA. IMPLICITA O ESPLICITA?

Clicca per Ingrandire Christian Gabriele Moretti (foto del titolo, ndr), giovane talento originario di Rodi Garganico, ricercatore e autore di narrativa, poesia e saggistica, ha appena pubblicato in Gran Bretagna un interessante volume dal titolo “Conversations With The Self”, edito da Troubador Publishing Ltd, letteralmente “Conversazioni con il sé”, con se stessi, con l’io (foto 1 sotto, la copertina).

Nel lavoro l’autore sviluppa la tematica secondo tre prospettive: la prima focalizzando l’attenzione su due opere prodotte in epoca contemporanea che guardano indietro, agli anni dei regimi totalitari di Mussolini e di Franco: “Habíamos ganado la guerra” (2007) di Esther Tusquets e “L'Alba di un Mondo nuovo” (2002) di Alberto Asor Rosa; la seconda analizzando due opere prodotte dopo qualche decennio dal crollo dei suddetti regimi: “Con la miel en los labios” (1997) di Esther Tusquets e “La Storia” (1974) di Elsa Morante; e infine, la terza, concentrandosi su due opere edite immediatamente dopo la fine dei due regimi: “L'Isola di Arturo” (1957) di Elsa Morante e “El amor es un juego solitario” (1979) di Esther Tusquets.

Nel suo studio, Moretti definisce due concetti innovativi nella letteratura: la sofferenza implicita ed esplicita. Per “sofferenza esplicita” si intende il modo in cui i personaggi vengono a conoscenza delle sofferenze inespresse all'interno della loro sfera privata nel corso del tempo, in modo inequivocabile, per comprenderla e infine esprimerla. Per “sofferenza implicita” si intende quel tipo di disagio intimo che non è del tutto compreso, di cui le vittime non sono consapevoli, e quindi si manifesta solo attraverso comportamenti inconsci.

A questo proposito si noterà che, anche se la sofferenza può sembrare inesistente, può essere individuata facilmente scandagliando stile e tecniche di scrittura degli autori in questione. L'analisi di queste due realtà è integrata da una terza prospettiva intermedia che include elementi di sofferenza ‘esplicita’ e ‘implicita’, facendo luce sul complesso processo di transizione che porta all’acquisizione della piena consapevolezza.

Il libro è destinato principalmente a ricercatori post-laurea e docenti universitari italiani e spagnoli, a studiosi di letteratura comparata, ma è accessibile a tutti per la grande chiarezza espositiva e le tematiche trattate. Il lavoro, impostato nella cornice temporale storica post-dittatoriale di Spagna e Italia, può essere di grande interesse anche per gli storici, grazie soprattutto alla presentazione delle risposte del passato a problematiche personali e sociali.

Con questo lavoro di ricerca, Christian Gabriele Moretti conferma il suo brillante curriculum, che lo ha portato dall’Italia (dove ha conseguito la laurea triennale in Civiltà e Lingue Straniere Moderne all'Università di Parma), al Regno Unito (Università di Kent) dove ha frequentato il master, conseguito il dottorato di ricerca in Letteratura comparata e ricoperto la cattedra di professore associato in Letteratura italiana e spagnola. Attualmente insegna Lingua e letteratura italiana e spagnola in una scuola irlandese. Il suo sogno è tornare a insegnare in qualche importante Università inglese. Un sogno che, dopo la pubblicazione di questo importante studio letterario-psicanalitico, diventa sempre più fattibile.

E’ inoltre autore di una lunga serie di articoli accademici pubblicati da autorevoli Atenei mondiali fra cui: Kent e Londra (Regno Unito), Flinders (Australia), Harvard (Stati Uniti), Sorbona (Francia). Ha curato l'introduzione della versione tedesca del romanzo “Acqua Storta” di Luigi R. Carrino e partecipato a uno studio importante sulla violenza nella cultura italiana coordinato da Federica Colleoni, Universitá di Michigan (Stati Uniti). Pubblicherà a breve, la prossima primavera, il primo romanzo: “Che Morte non vi separi (Fuoco sulla mia carne)” con Europaedizioni.

Teresa Rauzino

 Redazione

 

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