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05/07/2008

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NON SBAGLIANO SOLO I PRETI

Clicca per Ingrandire Come ogni giorno, scorriamo le cronache del Gargano riportate dai vari siti web. Notizie varie attirano la nostra attenzione: raccontano, anche con immagini e suoni, le odierne feste patronali che rompono, con le brillanti, seriche “apparate”, l’austerità delle chiese e dei santuari. Rompono con i loro botti, sparati fin dall’alba, il tran tran di queste afose giornate di mare, “incendiando” con le loro belle luminarie le notti d’estate.

Il due e tre luglio è festa grande a Rodi: solenni, come ogni anno, i festeggiamenti in onore dei santi protettori: la Madonna della Libera e san Cristoforo (foto 10 sotto; ndr). In questi giorni nel paese si respira un’aria diversa dal solito. Ai balconi dei palazzi sventolano le coperte di seta e di pizzo, le più belle del corredo delle spose rodiane; gli alti palazzi sono marcati dall’immagine di Maria santissima della Libera. La banda cittadina intona coinvolgenti marcette e i devoti, dopo la sosta, si accodano al gruppo di testa per effettuare il lungo tragitto per le vie di Rodi.

La processione si snoda il 2 luglio lungo il percorso dal Santuario della Madonna della Libera al Centro storico, per passare il giorno successivo nei quartieri periferici della bella cittadina. Alle 19, ieri sera, la processione partita dal santuario si è incamminata in via Pietro Nenni e ha sostato in via Mauro del Giudice, dove il Sacro Quadro della Madonna della Libera e la monumentale statua di san Cristoforo (portati a braccia e a spalla dai rodiani, accompagnati da don Michele Pio Cardone (nella foto del titolo; ndr) e don Michele Carrassi, dal sindaco Carmine d’Anelli, dalle autorità civili e militari) hanno sostato alcuni minuti per assistere alla piccola “batteria” di fuochi pirotecnici preparata dal quartiere.

Un tragitto che quest’anno doveva proseguire con un percorso diverso, secondo il sindaco d’Anelli, ma forse la cittadinanza non era stata informata della bella novità. E non l’ha accettata. Di fronte al cambiamento, la processione si è bloccata improvvisamente e si è assistito a un braccio di ferro tra il primo cittadino e i fedeli (nelle foto sotto, da 1 a 9, le varie fasi della "querelle"; ndr). Il Sindaco si è tolto la fascia, abbandonando platealmente il corteo, che ha proseguito, “accompagnando” il Sacro Quadro e san Cristoforo lungo il percorso tradizionale.

Ma leggiamo i particolari dell’accaduto dalla viva “penna” di uno dei protagonisti della processione: «Come ogni anno a Rodi Garganico nei giorni 2 e 3 luglio - scrive don Michele Pio Cardone - si sono svolti i solenni festeggiamenti in onore della Madonna della Libera e San Cristoforo protettori della cittadina che sorge su un piccolo promontorio a picco sul mare. La città è oggi molto apprezzata per il mare limpido e le lunghe spiagge sabbiose, ma anche per le sue innumerevoli tradizioni religiose che richiamano molti turisti. Turisti che, però, quest'anno si volevano deludere: con un percorso diverso e uno strano rientro di San Cristoforo nella Chiesa Madre di San Nicola di Mira. Il Santo, a tutti ormai noto come protettore degli automobilisti, secondo il sindaco Carmine d' Anelli (incredibile a dirsi!) al suo rientro bloccherebbe il traffico e quindi dovrebbe rientrare per vie secondarie. Ma i suoi cittadini non hanno permesso quest'oltraggio nei confronti del loro Patrono. Il sindaco, indispettito, ha lasciato le autorità e il Santo proseguire per il solito percorso. Abbandonando la processione, pare abbia detto di voler negare, per l'anno prossimo, l'uscita del Santo, che naturalmente dal Cielo ha visto ogni cosa e non ci farà mancare il suo aiuto!!!! ».
La religiosità popolare è una cosa seria: non accetta “spiantamenti” violenti, immotivati, neppure di una piccola deviazione del tragitto processionale. A dirlo, con questa breve, forte comunicazione, è un prete di frontiera, non ancorato nel passato, che vive pienamente il mondo di oggi. Don Michele Pio ha imparato quanto sia importante per i Rodiani la religiosità popolare e la devozione per i santi protettori. Quella per San Cristoforo ci riporta alla sua storia, all’arrivo a Rodi della statua e al suo patronato che dura fino ad oggi. San Cristoforo era stato posto lì, nella chiesa di san Nicola di Mira prospiciente il quartiere marinaro del Vuccolo e Piazza Rovelli, perché fosse ben visibile a tutti. I Rodiani che vivevano nel borgo antico, passando in quel crocevia per andare al lavoro, rivolgevano al Santo uno sguardo supplice, una preghiera. Per poi trascorrere fiduciosi la loro giornata nei campi o sul mare, secondo un antico detto riportato dal De Grazia: “Christophorum videas, postea tutus eas” (Vedi San Cristoforo, e dopo vai sicuro).

Il patronato di San Cristoforo riconduce alla storia dei Rodiani, alla precarietà della loro vita, in continuo bilico per le pericolose attività marinare e i continui assalti dei Turchi, che venivano avvistati proprio dal Campanile della Chiesa. San Cristoforo era il santo protettore invocato dai rodiani affinchè operasse un intervento soprannaturale per respingere gli assalti nemici. In questo luogo di confluenza delle più disparate civiltà, il campanile aveva un valore più funzionale che estetico: più che dettato da zelo religioso, la sua costruzione fu motivata da ragioni militari. Probabile torre sveva, sicuramente fece parte del sistema difensivo alla metà del 16° secolo quando, per prevenire le frequenti incursioni saracene, furono edificate sulla costa garganica ben 21 torri d’avvistamento.

Di aspetto sobrio, si innalza su tre piani, coronati da una singolare cupola impostata su tamburo ottagonale, che richiama anche per i suoi colori accesi ai minareti di araba memoria. La chiesa Matrice, insignita sotto il titolo di S. Nicola di Mira, fu fabbricata, su istanza del municipio di Rodi Garganico, nella seconda metà del Seicento. La sua esistenza è documentata da Pompeo Sarnelli nel 1680. La gigantesca statua di San Cristoforo, opera di “prezioso scalpello”, fu donata nel 1681 da Giuseppe Spinelli, principe di Tarsia e feudatario di Vico del Gargano. Da allora, la Statua è stata sempre portata in processione nelle vie principali del paese, per essere onorata e ricevere i ringraziamenti dei Rodiani! Il traffico si fermava per lasciarla passare!

Teresa Maria Rauzino



CHI E’ DON MICHELE PIO CARDONE

Originario di Vieste, da quando è arrivato a Rodi il giovane parroco sta distinguendosi per il suo attivismo. Gli si deve riconoscere il notevole e determinante sforzo compiuto per ottenere tanto il restauro del campanile di san Nicola di Mira che l’elettrificazione dell’impianto campanario. La tradizione sarà mantenuta viva con il suono delle campane alle 7, 12, 17 e 21 nonché sempre mezz’ora prima di ogni funzione per ricordare l’inizio della messa.

Impegnato nella comunicazione rivolta ai giovani, Don Michele Pio Cardone non si accontenta del pulpito o dei salottini letterari. Già voce di punta di “Radio News Dimension”, che trasmette da vari paesi del Gargano Nord, da molti mesi, sul sito www.radionewdimension.com, si può assistere alle sue "dirette". Un tentativo ben riuscito per uscire dalle sacrestie. Don Pio, prete on line e radiofonico, tratta temi molto delicati, ricevendo l'incoraggiamento e l'apprezzamento dei giovani che si rivolgono a lui da ogni parte d'Italia, tutte le sere dal lunedì al venerdì, dalle ore 22 alle ore 23. Una trasmissione interattiva che avvicina tanti giovani che hanno pesanti pregiudizi nei confronti della Chiesa e dei loro “ministri”, e vedono invece in don Michele Pio Cardone una persona capace di ascoltarli e aiutarli, utilizzando i mass-media più moderni.

 l'Attacco

 

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  Commenti dei Lettori:

-- 06/07/2008 -- 00:35:29 -- Domenico

Complimenti alla popolazione di Rodi, che, compatta ha respinto il tentativo di stravolgimento della sua tradizionale processione. Le tradizioni, cari lettori di tutto il mondo, fanno parte di noi, della nostra storia. Non permettiamo a nessuno, a NESSUNO, di stravolgercele, cancellando il cammino intrapreso dai nostri avi e tramandato di padre in figlio fino ai giorni nostri! Bravi rodiani!!!

 
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