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17/12/2014

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LA MEGLIO GIOVENTÙ (2)
Clicca per Ingrandire “Luogo del cuore” è un qualsiasi spazio che ci ha fatto vivere particolari emozioni o è stato abitato da persone che lo tenevano a cuore, soprattutto nel passato, quindi è anche ricco di storia. Nel mio caso ho scelto di presentare la Chiesa di Santa Barbara, situata poco fuori dalle mura di Rodi Garganico. La sua esistenza è documentata già in uno scritto del 1091 come dipendenza dell’abbazia di Benevento. Un secolo dopo venne data in commenda ai cavalieri di Malta che realizzarono un ottimo sistema di irrigazione. Purtroppo, in seguito a un sisma che colpì il paese, la collina sovrastante alla chiesa cedette portandone via con sé una parte e rendendo la zona pericolante.

Nonostante il restauro voluto dal reverendo Vincentius Grossus, la struttura ai giorni nostri mostra uno stato di decadenza, depauperata pure di due stemmi in pietra, uno all’entrata e l’altro all’uscita (foto del titolo; ndr). Ciò, a parer mio, è un vero e proprio spreco, perché la struttura è ricca di storia. La popolazione era legata alla chiesa e la ristrutturazione di questo edificio potrebbe essere più che utile, non solo a Rodi, ma a tutto il Gargano, in quanto si potrebbe farlo tornare funzionale non solo come tempio. Potrebbe diventare benissimo un piccolo museo, visitabile da parte dei turisti. Ciò porterebbe un aumento delle visite turistiche alla città di Rodi.

Io e la mia classe l’abbiamo visitata settimane fa. Vista dall’esterno sembrava una vecchia chiesa abbandonata come tutte le altre, ma poi, approfondendone la storia, mi sono venute in mente quante popolazioni di epoche ed etnie diverse sono passate per di là, tra cui la nostra. Internamente non posso dire che ci siano elementi significativi, perché è stata rovinata con graffiti e atti di vandalismo. Sulla parete, un tempo, era dipinto un affresco di Santa Barbara che oggi non c’è più. Insomma, sarebbe proprio un peccato lasciare questa piccola ma grande chiesa al suo stato attuale. Confido nella mia e nelle prossime generazioni, sperando di rivederla, prima o poi, ritornare nel suo massimo splendore.

Gabriele Iervolino

 Redazione
 

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