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04/07/2008

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UN “PALMARES” DA PAURA!

Clicca per Ingrandire Ha solo sedici anni e tratta la tastiera del pianoforte dandole del tu. Pietro Papagna, classe 1992, nato a San Marco in Lamis, vanta un “palmares” da paura: tre primi premi assoluti (a Chieti, Bari e Foggia), cinque primi premi (Casamassima, Chieti, Latina, Bari, Foggia), sei secondi premi (Vietri sul Mare, accreditato dal circuito internazionale "Alink-Argerich Foundation" con sede nei Paesi Bassi, Barletta, Salerno, Pistoia, Viterbo, Lecce), due terzi premi (Milano, Arezzo). E raccoglie a catena gli attestati di stima dei più famosi maestri.

La passione per la musica nasce a sei anni con lo studio della chitarra, poi due anni più tardi il salto verso lo sgabello dello strumento più affascinante e “solitario” che esista in una orchestra sinfonica. A undici supera gli esami di ammissione al Corso di Pianoforte del Conservatorio "U. Giordano" di Foggia ed entra nella classe della prof.ssa Anna Chiara D’Ascoli, insegnante e concertista. Oggi frequenta il 5° anno di pianoforte non tralasciando gli studi scolastici: è al 5° ginnasio nel Liceo Classico “P. Giannone” di San Marco.

Chissà perché, mentre ne scriviamo le “gesta”, ci ricorda, anche se con due anni in meno, il Maurizio Pollini del 1960 - del quale abbiamo seguito passo passo l’intera carriera - quando vinse a soli diciotto anni il Concorso Pianistico Internazionale Frédéric Chopin a Varsavia, e oggi è fra i più apprezzati pianisti a livello internazionale.

Caro Pietro sei più giovane di lui, quindi hai tutto il tempo di superarlo. E’ questo l’augurio che ti rivolge “puntodistella” - in particolare chi scrive, mai riuscito a trovare il tempo di dedicarsi a quanto stai facendo tu e se gli capitasse l’occasione comincerebbe a prendere lezioni anche ora - chiamandoti a non smarrire tenacia, perseveranza e studio, soprattutto a non perdere la “gioia” di suonare, non solo per gli altri o per dimostrare la tua valentìa, ma per te. Gli stessi riconoscimenti ricevuti ti trasmetteranno le energie necessarie.

“Ad majora”!

Piero Giannini

 Redazione

 

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