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01/12/2014

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ADDIO FUMO

Clicca per Ingrandire Molte persone provano costantemente a smettere di fumare nel corso della loro vita, magari riescono a non fumare per un periodo di tempo più o meno prolungato poi, per un motivo o per un altro, ci ricascano nuovamente: tutta colpa della dipendenza. Il tabagismo è considerato infatti, dal punto di vista medico-psicologico, una tossicodipendenza al pari delle altre. Come tutte le tossicodipendenze, per uscirne definitivamente non basta convincersi razionalmente che quel comportamento è sbagliato (il fumo fa male, provoca il tumore, porta alla morte… tutte informazioni che il fumatore conosce perfettamente, sono scritte anche sul pacchetto), ma è necessario convincere anche la parte più profonda e inconsapevole del nostro cervello che ci spinge a fumare nonostante tutto.

Come si sviluppa la dipendenza? Delle oltre 3mila sostanze contenute in una sigaretta, almeno 30 sono altamente cancerogene. Ma c’è una sola sostanza in grado di provocare dipendenza: la nicotina. Dopo aver inspirato il fumo, la nicotina finisce nei polmoni e quindi nel circolo sanguigno. Di lì a pochi secondi raggiunge il cervello (precisamente il ‘Nucleo Accumbens’) che come risposta produce dopamina (neurotrasmettitore che provoca la sensazione di piacere) la quale a sua volta fa scattare la trappola: la dipendenza.

Partendo dal presupposto che il nostro organismo non ha assolutamente bisogno della nicotina né per rilassarsi, né per regalarsi un momento di piacere (ricorda che la maggior parte delle persone non fuma e se la passa bene comunque), l’errore dei fumatori è credere che la sigaretta abbia un potere calmante. Niente di più sbagliato, anzi le sostanze che la compongono aumentano la pressione sanguigna e ostruiscono le arterie, rendendo il passaggio del sangue più difficoltoso. Non a caso, il fumo è una delle cause principali di ictus e infarti.

La dipendenza, però, non è solo dalle sostanze contenute nella sigaretta ma è anche di tipo mentale-psicologico. La dipendenza mentale è la più difficile da combattere (quella fisica si supera dopo un paio di settimane che non si fuma più e già dopo le prime 48 ore si può affermare che il peggio sia passato). Al contrario, se la mente ha acquisito rituali e convinzioni per cui non si vede la reale necessità di smettere, sarà più difficile riuscirci. Ed ora alcuni suggerimenti pratici per smettere di fumare, decisione che può scaturire solo da noi stessi e niente e nessuno possono imporci dall'esterno. “Metti in pratica i seguenti consigli e comincerai a rendere il fumo una nota stonata”.

1. FUMA IN MODO CONSAPEVOLE = Mentre fumi resta concentrato sulle sensazioni piacevoli o spiacevoli che sperimenti. Ti capiterà, molto probabilmente, di spegnere o lasciare a metà la sigaretta che hai acceso. Quest'esercizio serve a spezzare l'automatismo, a renderti consapevole del fatto che fumare non è poi così piacevole, a ridurre drasticamente il numero di sigarette fumate in un giorno (provare per credere!).

2. NON VIVERE LA DISASSUEFAZIONE COME UNA PUNIZIONE = Dopo aver deciso di smettere, cerca di concentrarti sui vantaggi che sperimenterai molto presto: più energie a disposizione, recupero della prestazione fisica, alito pulito, aria buona in casa, risparmio economico, sensazione di libertà e padronanza... Trova tutte le buone motivazioni poi fai il seguente esercizio a occhi chiusi: immagina una situazione bella e positiva che vorresti vivere dopo aver smesso di fumare, ad esempio riuscire a correre senza fiatone o poterti mettere a tavola e assaporare cibi e profumi, soffermati sulle sensazioni piacevoli e amplificale. Fai questo esercizio tutte le volte che ti senti sconfitto dalla sigaretta e condannato alla dipendenza.

3. SMETTI ORA! = È fondamentale ricordare che non esiste un periodo “più giusto” di altri per smettere di fumare. E’ inutile aspettare che si creino “le condizioni favorevoli” per tollerare l’astinenza perché queste condizioni sono illusorie. Il momento giusto è subito. Curiosità: sapevi che i fumatori muoiono in media 10 anni prima dei non fumatori? Per chi vuole togliersi il vizio vale una sola regola: prima si smette, meglio è. Chi abbandona la sigaretta prima dei 35 anni, infatti, ha una speranza di vita pressochè immutata rispetto a chi non ha mai fumato!

Da chi farsi aiutare? Moltissimi studi indicano che le maggiori possibilità di successo sono offerte dalla combinazione di farmaci, psicoterapia cognitivo-comportamentale e ipnosi. L'ipnosi, in particolar modo, ha un potente effetto sulle abitudini sbagliate (come appunto fumare) e favorisce il cambiamento dei comportamenti grazie all'utilizzo dello stato mentale chiamato ‘trance ipnotica’ che rende meno attiva la parte cosciente e razionale della mente. Condizionamenti e abitudini perdono così forza. In questa condizione, le suggestioni (frasi, immagini, metafore, idee) comunicate dall’ipnoterapeuta sono in grado di raggiungere la mente a un livello più profondo: l'inconscio. Soltanto se il cambiamento avviene in profondità sarà facile mantenerlo nel tempo, anche per sempre.

Salvatore Panza


NB. Se avete quesiti da porre all’estensore dell’articolo, psicologo di professione, postate un commento o, se preferite una comunicazione privata, inoltratelo direttamente alla sua casella di posta elettronica: salvatore_panza@virgilio.it (per altre informazioni visitate il sito: www.salvatorepanza.it oppure telefonate al 340.23.51.130).

 Redazione

 

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