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03/08/2014

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UNA VITA DI MENZOGNE: LA MEGALOMANIA

Clicca per Ingrandire A tutti può succedere di dire una frottola, grande o piccola, innocente o malvagia. Quando però la menzogna diventa una costante della propria vita, quando per sentirsi meglio bisogna assolutamente presentarsi migliori di come si è, o di come si pensa di essere, allora si può parlare di ‘megalomania’: un disturbo caratterizzato dalla tendenza abituale a inventare bugie servendosi dell’esagerazione, della millanteria e del falso ricordo. I megalomani raccontano di avere stipendi da favola, di andare in vacanza in posti da sogno, di fare conquiste sentimentali invidiabili, di avere amicizie potenti, di possedere ricchezze e agevolazioni. All’inizio, ovviamente, sembrano persone dotate di fascino, ma nel giro di poco tempo, e soprattutto se si approfondisce un po’ la relazione, si rivelano per quello che sono: dei raccontafrottole.

Perché fanno tutto questo?

I megalomani non sanno accettare loro stessi e le loro vite per quello che sono. Alla base di questi comportamenti c’è una depressione latente che potrebbe manifestarsi da un momento all’altro se smettono di raccontare falsità. Così vivono costantemente nell’illusione di condurre una vita bella e invidiabile, perché quella reale è troppo piatta, monotona e triste. Paradossalmente, con la megalomania, però, le loro vite diventano davvero difficili da condurre, al contrario di quanto vogliono far credere agli altri: quando raccontano bugie a qualcuno e quest’ultimo ci crede (perché sono bravi e convincenti), devono subito inventarne altre per coprire la bugia precedente e così via. Le bugie col tempo diventano così grosse e numerose che queste persone finiscono per perdere il controllo della situazione e incominciano a credere davvero a quelle cose inventate, oltrepassando il limite della bugia detta consapevolmente e sfociando in una specie di vita parallela completamente inventata.

Qual è l’origine di questo disturbo?

La megalomania ha una origine molto profonda e remota nel tempo (fin dalla prima infanzia ci sono i primi campanelli d’allarme). Il megalomane ha una bassissima stima di sé che gli deriva dall’educazione ricevuta dai genitori e dall’ambiente familiare: giudizi familiari negativi, scarsa considerazione delle proprie potenzialità, derisione, disprezzo, disattenzione, assenza di incoraggiamento e valorizzazione... Il bambino, non possedendo capacità di critica a quella età, crede fermamente ai messaggi negativi circa se stesso ricevuti dai genitori (che sono i suoi punti di riferimento) e quindi comincia a crearsi una frattura nella sua mente, si formano convinzioni di svalutazione di se stesso, delle altre persone, del mondo e della vita in generale che lo portano a vivere in una continua fuga dalla realtà e dalla coscienza di sé (fantasticherie).

Quali possono essere le conseguenze della megalomania?

Molto spesso il megalomane compie azioni che nelle sue intenzioni servono ad alimentare fantasie e progetti, ma nei fatti finiscono per mettere nei guai loro stessi, i familiari ed eventualmente le persone che si sono fidate di loro. Non sono rari i casi di persone che “bruciano” montagne di soldi giocando in borsa o lanciandosi in investimenti rischiosi, fallimentari o semplicemente esagerati rispetto alle loro possibilità. Lo fanno per dare concretezza alla loro megalomania e, proprio per questo, finiscono nei guai travolgendo parenti e amici. Un’altra conseguenza, come si accennava in precedenza, può essere la depressione: una volta che il gioco di finzioni viene scoperto e non regge più, il megalomane va incontro a un forte stress e nel giro di poco tempo ha un crollo depressivo (esempio: lo studente universitario che falsifica il libretto degli esami per far credere a genitori e amici che sta per laurearsi).

Che fare per aiutare queste persone?

Inutile e dannoso risulta essere far finta di niente e cercare di tamponare i danni fatti dal megalomane (giustificarli o saldarne i debiti). Chi è vicino a queste persone deve aiutarle a capire i rischi che corre: perdita di stima da parte di se stesso e delle altre persone, rischio di perdere gli affetti più cari (familiari, partner, figli, amici…), tracolli finanziari. È importante insistere sul fatto che loro hanno valore e sono degne di amore per quello che sono e non per quello che vorrebbero far credere di essere. Cercare di fargli capire (anche se non è facile) che si può trattare di un disturbo di origine psicologica e parlarne con uno specialista potrà aiutarlo a non nascondersi più.

Salvatore Panza


NB. Se avete quesiti da porre all’estensore dell’articolo, psicologo di professione, postate un commento o, se preferite una comunicazione privata, inoltratelo direttamente alla sua casella di posta elettronica: salvatore_panza@virgilio.it (per altre informazioni visitate il sito: www.salvatorepanza.it oppure telefonate al 340.23.51.130).

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