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14/06/2014

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LA SIGNORA DEI CIOCCOLATINI

Clicca per Ingrandire L’assessore alla Solidarietà della Città di Manfredonia, Paolo Cascavilla, ricorda la discrezione, l’educazione e la cordialità della signora ritrovata deceduta, pochi giorni fa, in casa. “Si presentava sempre sorridente, cordiale, in punta di piedi e portava in regalo cioccolatini. Veniva solo 4-5 volte l’anno, ma si faceva notare per la sua delicatezza, e ai Servizi Sociali la conoscevano tutti”. Una ventina di giorni fa i Servizi Sociali del Comune di Manfredonia l’hanno contattata attraverso una cartolina, perché non aveva telefono e nessuna persona di riferimento. Non vedendola arrivare è stata effettuata una visita domiciliare. Si è trovata, come sempre, la porta chiusa e da informazioni assunte dai vicini di casa si è appreso che non era stata vista uscire dall’abitazione. Nemmeno la sera si riusciva a intravedere la piccola luce che filtrava attraverso il finestrone, posto in alto alla porta di ingresso.

“Non era strano questo silenzio - spiega Cascavilla - perché la signora Esposito Maria Luigia viveva chiusa in casa, usciva raramente solo per incombenze urgenti, per riscuotere la pensione”. I Servizi Sociali hanno così preparato una relazione, nella quale si sottolineava ai servizi sanitari che l’avevano in cura e alle forze dell’ordine, la necessità di intervenire. Dopo qualche giorno di verifiche vi è stato l’intervento della Polizia Locale che, sulla base della relazione, hanno potuto attivare le procedure per l’apertura forzata dell’abitazione. E’ in questo modo che hanno trovato la signora seduta in poltrona, deceduta già da diversi giorni per cause naturali. “Sono normali e doverose le domande solite. Indifferenza delle persone vicine? Lontananza dei servizi? Possibile che nessuno si sia accorto di nulla? In questo caso - prosegue Cascavilla - le cose assumono sfumature diverse”.

La signora viveva chiusa e impaurita, convinta di essere vittima di un ‘complotto’ messo in atto da persone senza scrupoli che la perseguitavano. Era di famiglia benestante, figlia unica, senza alcuna rete familiare. Dopo la morte dei genitori, una ventina di anni fa, è cominciato un lento declino e poi l’insicurezza, le paure. “La realtà non ammette letture a una dimensione - considera l’assessore - e la solitudine ha molti volti. Può significare fuga da un universo insensato, e può divenire patologica quando viene vissuta in modo ossessivo. I clinici potranno diagnosticare la forma classica della mania di persecuzione. A livello politico si può parlare dei vigili di quartiere. Sono tutte verità. Ma sono i volti e gli sguardi degli altri che ci salvano, è l’ascolto”.

Molto l’uomo ha costruito, sperimentato, elaborato “da quando siamo un colloquio / e possiamo ascoltarci l’un l’altro”, scrive in versi famosi il poeta Holderlin. “Ascoltare la gente che soffre è la cosa più difficile e nobile” hanno scritto studiosi importanti. “Ma si ha paura di ascoltare storie di sofferenza. Maria Luigia era ascoltata dai Servizi Sociali, dal medico, da chi le era d’aiuto e nella vasta comunità - conclude Cascavilla - che affolla l’ufficio dei Servizi Sociali (circa 5mila persone nell’anno 2013 sono stati registrati nei colloqui ordinari con le assistenti sociali), dove tutti ricordano questa donna di circa 60 anni, discreta, educata, cordiale”. Ieri mattina, 13 giugno, la messa funebre e la tumulazione. Erano presenti gli operatori dei Servizi Sociali e sanitari, e qualche volontario.

Matteo Fidanza


 Ufficio Stampa e Comunicazione Città di Manfredonia

 

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