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10/06/2014

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TRIVELLAZIONI OFF-SHORE: NUOVO ASSALTO AI MARI PUGLIESI

Clicca per Ingrandire Non si è ancora esaurita l’eco del presidio che lo scorso 4 giugno ha visto il “Comitato No Petrolio, Sì Energie Rinnovabili” a Potenza al fianco delle associazioni, dei comitati e dei movimenti lucani per contestare l’incontro fra presidente della Regione Basilicata Pittella e ministro allo Sviluppo Economico Guidi per rilanciare nuovi accordi sulle estrazioni petrolifere in Basilicata, che un’altra regione, in questo caso la Puglia, si ritrova sul fronte di guerra. Nei giorni scorsi sono state depositate dalla Global Petroleum Limited quattro nuove istanze di permesso (d80 F.R-.GP, d81 F.R-.GP, d82 F.R-.GP, d83 F.R-.GP) per la ricerca di idrocarburi in mare, al largo delle coste pugliesi, per un area complessiva di quasi 3mila chilometri quadrati che copre praticamente la metà della costa pugliese, da Molfetta fino a Torchiarolo.

La Puglia, già da anni impegnata in una dura battaglia contro le trivellazioni, subisce dunque l’ennesimo attacco dall’ennesima compagnia interessata a sondare il mare per ricavarne lucro. Il dato eccezionale è però la massiccia e diffusa sensibilità che ormai si riscontra sul tema. Non appena appresa la notizia, da ogni punto sono scattate convocazioni di incontri, presìdi, proposte di manifestazione. L’attenzione è massima e l’idea di fondo è chiara: non si tratta di discutere un prezzo migliore o peggiore per trivellare, dai territori non si passa più. Siamo territori che, in questa estenuante battaglia, rischiano di essere vinti non tanto dal fronte delle compagnie petrolifere, quanto dal fuoco amico dei governi e delle segreterie nazionali di partito rimaste ancora, nonostante i continui richiami, troppo fredde sul tema.

In questo contesto, il “Comitato No Petrolio, Sì Energie Rinnovabili” ritiene inaccettabili le dichiarazioni dei giorni scorsi di Prodi e De Castro che riaprono a strategie politiche sulle energie fossili e, ancora di più, quelle del ministro Guidi che ha espresso un chiaro orientamento favorevole all’opzione idrocarburi in mare: “Non possiamo rinunciare a riprendere le esplorazioni per arrivare a una bolletta energetica più leggera e sostenibile. Non va sacrificata la piena sicurezza ambientale, ma non possiamo neanche permettere che intransigenze ambientaliste o resistenze locali blocchino esigenze nazionali di questa portata”.

La Puglia, al contrario, continua a ribadire il suo fermo “NO” al Petrolio in perfetta sinergia tra società civile e istituzioni. Come popolazioni in diverse occasioni siamo scesi in piazza, la regione Puglia si è resa megafono di tali istanze nonché collante fra le regioni adriatiche e ioniche in questa battaglia attraverso le proposte di legge alle Camere, per vietare prospezione, ricerca e coltivazione di idrocarburi liquidi nelle acque dell’Adriatico, approvate da cinque Assemblee regionali (Puglia, Veneto, Abruzzo, Molise e Marche) e nel promuovere la Conferenza internazionale dell’Adriatico (Venezia, 9 novembre 2012). Prese di posizione che riconsegnano il quadro di un’Italia ancora una volta spaccata in due: i Governi che accelerano sull’opzione petrolio, e i territori che chiedono di essere coinvolti nelle scelte.

Ci mobiliteremo ancora una volta per la presentazione, nei tempi utili (4 agosto) delle osservazioni, sollecitando anche i sindaci a intraprendere azioni comuni, ben sapendo che è solo una soluzione tampone. Auspichiamo con forza, invece, che le forze politiche, che ancora non sono state chiare, si dimostrino in grado di ascoltare i territori e procedano, con forza e urgenza, verso l’approvazione di una legge nazionale per la moratoria delle trivellazioni nell’Adriatico e nello Ionio. Chiediamo una precisa scelta di campo da parte delle principali segreterie nazionali dei partiti in parlamento (Renzi, Toti, Alfano, Casini) incalzati dai propri corrispettivi regionali (Emiliano, Amoruso, Cassano, Longo) non solo a parole, ma nei fatti. Nel frattempo, i territori non staranno a guardare.

Silvia Russo

 Comunicato

 

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