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02/06/2014

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IL PREZZO DI UN RONDÒ

Clicca per Ingrandire Simpatica lettera di Peppino Maratea al direttore dell’Attacco nel ricordo di due grandi garganici, Alfredo Petrucci e Francesco Maratea. Cronaca di un episodio che li accomuna risalente a cent’anni fa e ne tratteggia i temperamenti, grintosi e ironici al tempo stesso.


Caro Direttore,
Alfredo Petrucci e Francesco Maratea erano giovanissimi quando un giorno, poco più di un secolo fa, si incontrarono a Roma. Venivano il primo da Firenze (assunto alla Soprintendenza ai Monumenti della Toscana) e il secondo da Como (Capo della Redazione di “La Provincia”, il quotidiano ancora oggi più diffuso della Città lariana). Ma erano stati a lungo insieme nel Gargano: nati a San Nicandro Petrucci, a Vico Maratea, i due si ritrovavano d’estate alla marina delle “Murge Nere” di San Menaio, che li vedeva protagonisti di favolose pescate con la sciabica e di baldanzosi tornei letterari e, all’apertura dell’anno scolastico, fianco a fianco nei banchi del famoso Liceo lucerino “Ruggero Bonghi”, dove avevano trascorso le “sognanti vigilie”.

Nella Capitale, quel pomeriggio, entrarono in un caffè, il vecchio “Faraglia” a Piazza Venezia e, sedutisi in un angolo, diedero la stura alle memorie e ai loro “vagabondaggi”. Tema principale della conversazione, naturalmente, il Gargano, la Capitanata e “Il Foglietto” - glorioso giornale della città federiciana nel quale avevano fatto le prime entusiasmanti, indimenticabili esperienze - che aveva risonanza nazionale. A un certo punto, uscirono insieme in una domanda:
“Scriviamo qualche cosa per Il Foglietto?
“Scriviamo”
“Ma che cosa?”
“Se facessimo un rondò?”
“Se facessimo un rondò?” rispose l’altro. E, alternando gli ottonari, incominciarono a scrivere.

Prima il titolo, “Rondò”, e poi i versi (leggi in calce; ndr), ritrovati fra vecchie carte di Alfredo Petrucci. “Il Foglietto”, all’epoca, era ancora diretto dal suo fondatore Gaetano Pitta, detto per antonomasia ‘il professore’, mentre editore era l’avvocato Massimo Frattarolo, proprietario dell’omonima avviatissima tipografia lucerina e avveduto amministratore del giornale. ‘Tirchio’ lo definiscono nel loro scherzoso componimento poetico, rimasto purtroppo incompiuto, i due valorosi collaboratori del giornale, destinati alla ‘grande carriera’ nel mondo della storia dell’arte, dell’incisione e delle tradizioni popolari (Petrucci) e in quello della carta stampata (Maratea), che continuavano a guardare a “Il Foglietto” e alla “primavera lucerina maliosa e labile come in un sogno, con intima, profonda, accorata nostalgia”. “Aiglon” (l’“aquilotto”), invece, era lo pseudonimo spesso usato da Maratea, ‘fogliettista’ della prima ora.

In tempi “più feroci e men leggiadri”, come quelli odierni, la condizione della Stampa di Capitanata, è rimasta la stessa, e la presunta ‘tirchieria’ è quasi sempre dovuta alla ‘numismatica’” che latita. Sicché è proprio improbabile, caro Direttore, che da qualcuno della tua numerosa covata (le ‘prime firme’ di una volta di “Protagonisti”, “La Grande Provincia”, giù giù fino a “l’Attacco” che hanno preso meritatamente il volo verso traguardi più ambiziosi) giunga, prima o poi, una gradita (?) ‘collaborazione’, sotto la forma di uno spiritoso ‘rondò’, auspicabilmente con la levità del “buon tempo andato”?

Cordialmente. Giuseppe Maratea


“Rondò”

Se facessimo un rondò
da stampare nel Foglietto?
Caro Alfredo, aiuta un po’.
Se facessimo… che so
una saffica, un sonetto,
un bisticcio o un rispetto
da stampare nel Foglietto?
Da stampare a pagamento
se non spiace al Frattarolo
(allo sbafo non consento):
dieci lire, o venti, o cento,
sia venduto o dato a nolo,
ma pagato sul momento,
poiché al tirchio Frattarolo
io lo sbafo non consento.
E direbbe “il professore”:
“Guarda un po’ chi si rivede!
Quell’Aiglon! Che scocciatore!
Ma che vuole? Ma che chiede?”
“Dieci lire o venti… ho fede
da spillare all’Editore…
“Toh! - direbbe “il professore”-
guarda un po’ che cosa chiede…”
“Se facessimo un rondò
da stampare nel Foglietto?
Caro Alfredo, aiuta un po’…”



 l’Attacco, 14.05.2014 (foto Alfredo Petrucci: francescogiuliani.net)

 

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