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10/05/2014

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DA BERLINO CON AMORE

Clicca per Ingrandire PUNTIAMO SU LEGISLATURA ‘COSTITUENTE’ (incontro di Michele Bordo, Pd, presidente della Commissione Politiche Ue, al Bundestag di Berlino con la Commissione tedesca Affari Ue)
“Se non vogliamo consegnare l’Europa in mano ai populisti e avere il Parlamento europeo più anti-europeo della storia, in queste ultimi giorni di campagna per le elezioni europee dobbiamo lavorare perché la prossima legislatura europea venga percepita dai cittadini come ‘costituente’, volta ad avviare un processo di riforma dell’Unione in senso federale e democratico, con il pieno coinvolgimento dei parlamenti nazionali”.

OBIETTIVO?
“L’obiettivo dell’integrazione politica in senso federale sarà pertanto uno dei pilastri del semestre di Presidenza del Consiglio che l’Italia assumerà nella seconda metà del 2014. Questi processi dovranno accompagnarsi a una maggiore ‘parlamentarizzazione’ dell’Ue, passo fondamentale per riavvicinare l’Europa ai cittadini, purché proceda secondo un approccio cooperativo e non competitivo fra Parlamento europeo e Parlamenti nazionali”.

PAURE E OSTILITÀ?
“Paradossalmente, la crisi non ha segnato una svolta verso una maggiore integrazione e solidarietà fra i nostri Paesi e i nostri popoli ma ha amplificato egoismi nazionali basati su visioni parziali e distorte del funzionamento dell’Unione. In Germania e nei Paesi del Nord Europa l’opinione pubblica è diffidente verso l’integrazione europea in quanto sembra dominata dal timore di dover condividere e in qualche modo ‘pagare’ per i debiti e le inefficienze dei Paesi mediterranei. Allo stesso tempo in Italia e in altri Paesi mediterranei cresce l’ostilità verso la Germania e i Paesi del Nord Europa, considerati responsabili, per le politiche di rigore imposte dall’Unione, degli effetti sociali della crisi e della mancata ripresa economica. In realtà tutti i nostri Paesi traggono enormi benefici dal processo di integrazione europea”.

DOVE LA VERITÀ
“C’è tuttavia una parte di profonda verità nelle preoccupazioni dei nostri cittadini: l'austerità contabile rischia di demolire l'Ue. Il rispetto del Patto di stabilità e crescita sta producendo, nel caso italiano, il risultato paradossale di non consentire di spendere adeguatamente gli stanziamenti dei fondi strutturali, essendo la quota di cofinanziamento nazionale computata ai fini del calcolo del deficit e del debito pubblico. Stagnazione economica e instabilità sociale di un Paese dell’area euro non possono che essere un problema comune. Occorre allora definire un equilibrio avanzato fra necessario consolidamento delle finanze pubbliche e obiettivo di rilanciare la crescita con misure che producano effetti immediati, soprattutto in favore dell'occupazione giovanile”.


 Ufficio Stampa (foto dalla rete)

 

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