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13/04/2014

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I DUE FRATELLI

Clicca per Ingrandire C'erano una volta due fratellini che si chiamavano Gianni e Mattia e si volevano molto bene. Passavano insieme tutto il tempo, giocavano insieme e sempre cantavano una canzoncina che loro stessi avevano inventato e che diceva così: “Storno stornello, la luna s'è accesa per Maria che cuce una camicia al Bambinello”. Passarono gli anni e i due fanciulli divennero due uomini e persero i genitori. Poco dopo la morte di questi ebbero una lite a causa dell'eredità e divennero nemici. Separarono le loro case e mentre Gianni viveva al piano, Mattia si trasferì sul monte.

Era il tempo della Pasqua e Mattia, nella sua casa montana, fece tutti i preparativi per le sante feste. La sua casa brillava come uno specchio e sulla tavola erano disposti i pani, le uova, la torta pasquale, affinché il prete li benedicesse. E Mattia, indossato il più bel vestito e preparata un'offerta da fare al Signore, attese la benedizione. Ma come poteva la benedizione arrivare fino a lui, se si era dimenticato di riconciliarsi con suo fratello? Il Signore, infatti, desidera prima di ogni cosa che gli uomini onorino le feste stando in pace e in concordia fra loro.

Perciò, passarono le ore e discese la notte, ma la benedizione pasquale non venne alla casa di Mattia. Pensando che a causa della distanza e dell'altezza il prete avesse tralasciato la sua casa, triste e solo Mattia si accinse alla cena. Ma quando portò alla bocca il cibo, si accorse che i pani, le uova, la torta pasquale e tutte le buone vivande che aveva preparato si erano trasformate in sassi. Cosi Mattia capi di non essere in grazia del Signore, ma non ne trovò il motivo.

Poco dopo senti bussare all'uscio, nascose in fretta i cibi pietrificati e aprì. Era un vecchio viandante sorpreso dalla tempesta che chiedeva ospitalità. Infatti il cielo, poco prima sereno, si era tutto rannuvolato, il vento della bufera si era levato e la terra era in preda alla pioggia e alle raffiche. Mattia accolse il viandante e si scusò con lui di non avere alcuna provvista. “Devi accontentarti di una seggiola e di un letto” gli disse. “E sia lodato Iddio che me li concede e grazie a te per la tua bontà” rispose il viandante. Era un uomo magro che sorrideva spesso e guardava con occhi profondi.

“Da dove vieni?” chiese Mattia. “Vengo da molto lontano” disse l'uomo. “Ho girato molte terre e ho visto celebrare la Pasqua in molti luoghi. Il mio cuore è pieno di gioia, perché mi pare che oggi tutti gli uomini siano buoni e felici”. “Non io” disse allora Mattia, pieno di tristezza. “E perché mai?” domandò il viandante. Hai una bella casa, un bel vestito. Il tuo viso aperto e sano rivela che anche il tuo spirito è ricco di doni celesti; perché dunque non sei felice?”

“Veramente” continuò il viandante, “gli uomini non sono mai contenti. Anche un'altra casa ho visitato quaggiu al piano, in cui dovrebbe regnare la letizia. Figurati che è allietata pure da due graziosi figlioletti, uno dei quali è nato proprio ieri. Eppure il padrone di quella casa era triste, cupo, pareva quasi che una sciagura incombesse su di lui. Se il suo figliolo non mi avesse rallegrato cantando alcune belle canzoncine, davvero la mia visita sarebbe stata assai triste. Una specialmente ricordo di quelle canzoncine...”

“Com'è?” chiese Mattia col fiato sospeso.

“Mi pare che sia cosi: Storno stornello la luna s'è accesa per Maria che cuce una camicia al Bambinello”.

A Mattia batté il cuore perché in quel minuto capi. Il viandante sorrise e gli disse addio. Mattia si decise e si preparò a scendere al piano. Mise in una bisaccia i cibi di pietra per gettarli nel torrente e usci. Aveva fatto pochi passi quando la pioggia tempestosa cessò e da un punto all'altro del cielo si tese un grande arcobaleno. Arrivato al torrente fece per gettarvi le pietre che aveva nella bisaccia e si accorse che i cibi pasquali avevano ripreso tutta la loro freschezza. E allora lodò Dio. Cosi arrivò alla casa del fratello.

Questi, appena lo vide, senza dire parola, gli apri le braccia e il loro abbraccio bastò a cancellare ogni ombra di rancore e di tristezza. Tutti si raccolsero intorno al bambino nella culla. Poi cenarono coi cibi portati da Mattia e mai avevano gustato cibi più saporiti. E fu una Pasqua tra le più felici. Più tardi, quando Mattia rientrò nella sua casa del monte accompagnato da Gianni, senti un odore d'incenso. Chi dunque era entrato a benedire se la porta era chiusa? Nell'entrare intravidero nella penombra un leggero lembo celeste e stellato, che scompariva dietro l'uscio… Forse era il vestito di un angelo.

Cosi la benedizione pasquale fu portata anche nella casa di Mattia.


PS. Con questo raccontino, di cui non si conosce l’autore, vi salutiamo (ci prendiamo qualche giorno di ‘immeritata’ vacanza) e vi auguriamo di trascorrere la Pasqua più felice di questi ultimi anni.



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