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28/06/2008

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SOS PER L’UNICO PARCO LETTERARIO DELLA CAPITANATA

Clicca per Ingrandire Nati da un’idea di Stanislao Nievo, che ne ha fatto il punto di forza della Fondazione Ippolito Nievo, “I Parchi Letterari”, sono un “sistema” di sviluppo territoriale, un vero e proprio “prodotto” turistico culturale. Le comunità locali, rafforzate nell’identità e nell’orgoglio, hanno l’opportunità di promuovere nuove attività economiche legate al turismo, all’ambiente e ai beni culturali. La memoria dei luoghi, suscitata dalla lettura di opere letterarie di un autore o di autori riferibili a un ambito tematico culturale più ampio, diventa occasione di sviluppo futuro. Eventi speciali, teatro, visite, accoglienza, eno-gastronomia, artigianato, idee creative, diventano elementi di economia applicati alla cultura, pilastri su cui costruire “vere” imprese innovative. I giovani, in particolare, sono sollecitati, con corsi di formazione specifici, a sviluppare il loro “spirito imprenditoriale”, a diventare così i “protagonisti” di uno sviluppo del territorio che parte da una risorsa immateriale importante: la “Cultura”.

Ciò premesso, abbiamo interpellato la presidente dei “Parchi Letterari”, dr.ssa Mariarosa Santiloni, che ha espresso il suo sconcerto per la vicenda. La fondazione Nievo ha fatto tutto quello che le competeva e che era stabilito dalla Convenzione. Nella fase preliminare di avvio del progetto, la Santiloni ha partecipato a vari incontri con i partner del progetto per la definizione e fattibilità del Parco, a convegni in cui ha illustrato la mission dei Parchi letterari (a Palazzo Dogana Foggia), cui è seguita la sottoscrizione ufficiale del progetto nell’ambito di Aurea 2006 e lancio nazionale del Parco al Circolo della Stampa di Milano.

La Convenzione, che istituisce un Parco Letterario, prevede (fra le altre opportunità) oltre all’inserimento nel sito nazionale, un’azione di consulenza da parte della Fondazione Nievo, che si esprime in particolar modo nell’elaborazione di progetti di Formazione/Intervento. Cosa che si stava concretizzando, essendo stato inviato, da parte della Fondazione Nievo, una proposta di intervento formativo all’Assessorato alla Cultura dell’ente, che stava reperendo i locali per avviare in tre sedi diverse i corsi di “guida del parco letterario” rivolta ai giovani del territorio garganico.

Tempi e grado di successo sarebbero stati direttamente proporzionali alle capacità delle persone coinvolte , alla loro predisposizione ad esercitare professionalità innovative, alla loro passione per ciò che avrebbero fatto, e – fattore di primaria importanza – al voler affrontare l’iniziativa come un vero e proprio lavoro, non come un’attività di volontariato. Non si era in ritardo, se si pensa che il termine di tali azioni era a lungo termine: la durata variava da 1 a 3 anni. La convenzione, per questioni di difficoltà di bilancio, era stata firmata solo per un anno ma, di fatto, doveva essere rinnovata, di anno in anno, per l’intero triennio. Solo dopo tre anni, infatti, il gestore operativo (e di conseguenza tutto il Parco Letterario®) avrebbe dovuto a regime “essere sul mercato” (cioè raggiungere almeno la parità costi/ricavi).

La Segreteria Generale dell’Ente non ha praticamente pagato la sua quota associativa (circa 6-7mila euro), arroccandosi dietro la richiesta reiterata di un rendiconto di attività che la Fondazione Nievo, a norma di statuto, non è tenuta a produrre: il suo ruolo è supervisionare e “accompagnare” la qualità degli interventi, anche formativi, attuati dai “partner gestori” (la Comunità Montana e la Fondazione Soccio). La morte del Parco Letterario, anche se l’altro sottoscrittore (la Fondazione Soccio) ha onorato il pagamento della sua quota associativa, è intervenuta in seguito a questa brusca interruzione dei rapporti fiduciari tra la comunità montana e la fondazione Nievo.

A questo punto, comprendiamo bene perchè, venendo a mancare chi stava materialmente portandolo avanti, il progetto del Parco letterario del Gargano sia stato praticamente “abbandonato”. Le politiche culturali della Comunità Montana sono, infatti, “morte” nell'istante stesso in cui non se n'è più occupato il titolare dell’assessorato alla cultura, prof. Maratea, il quale stava cercando di candidare il progetto a finanziamenti pubblici e privati.

Vorremmo lanciare un appello a chi può sboccare la “questio”, riaprendo i canali del dialogo per rimettere in campo la ragionevolezza che deve accompagnare anche gli atti burocratici. Lo lanciamo ad altre Istituzioni, associazioni (Agorà), e case editrici (il Rosone) che hanno indetto convegni propedeutici al varo del Parco. Non è possibile assistere inerti alla vicenda, dopo aver fatto tanto perché il Parco letterario del Gargano nascesse e si avviasse. Se non sarà possibile ovviare al gap dell’Ente che è venuto meno, perché non sostituirsi ad esso?

Salviamo l’unico Parco Letterario della Capitanata, se non altro per rispetto a chi ci ha messo l’anima per istituirlo!

Teresa Rauzino

 Redazione

 

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