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01/12/2013

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A RODI UN NATALE DI TENEREZZA

Clicca per Ingrandire Anche quest’anno nella rodiana Parrocchia Chiesa Madre San Nicola di Mira l’artista Rocco Michele Panella ha realizzato un bellissimo Presepe artistico (foto 1-2 sotto; ndr). La costruzione è stata eseguita esclusivamente lavorando il legno d’ulivo e creando in ogni pezzo paesaggi differenti. Tutti i componenti del Presepe (mattoni, tegole e altri oggetti in miniatura) sono stati realizzati a mano. La novità di quest’anno è che l’artista ha utilizzato per realizzare il Presepe le pietre tipiche del Gargano. Quest’anno anche la statua di Papa Francesco (foto 3, part.) il cui viso ci ricorda la tenerezza del Bambino Gesù e di questa festa meravigliosa per i cristiani. Papa Francesco, infatti, ci ha sorpreso con questa frase: “Non abbiate timore della bontà e della tenerezza”. “Tenerezza”, una realtà un po' rara e dimenticata nelle nostre comunità forse perfino nelle nostre famiglie.

Eppure la tenerezza è una delle caratteristiche più belle e importanti di Dio stesso. In tutta la Sacra Scrittura Dio si presenta, nella sua realtà trinitaria, come il Dio della Bontà e della Tenerezza. Ecco perché il Santo Padre insiste ed esorta a percorrere la via della Tenerezza, la sola che può cambiare il mondo. Attraverso la sua presenza nel presepe una guida nel cammino di Avvento per prepararsi a vivere un Natale di Tenerezza! Se si pensa alle origini del presepe il primo pensiero va a quella lontana notte del 1223 in cui San Francesco d'Assisi volle rappresentare la nascita di Gesù Bambino riproponendo ai fedeli riuniti per ascoltare la sua parola la scena della grotta di Betlemme, in una piccola chiesetta a Greccio.

Fu il primo presepe vivente e la tradizione si è ripetuta nei secoli arrivando fino ai giorni nostri: numerosissime sono infatti in Italia e nel mondo le rievocazioni della Notte Santa. La raffigurazione della natività ha però origini ben più antiche. Infatti i primi cristiani usavano dipingere o scolpire le scene della nascita di Cristo nei loro punti di incontro (come le Catacombe romane). Poi, quando il Cristianesimo poté essere professato fuori dalla clandestinità, tale usanza continuò e scene con Giuseppe, Maria e il Bambino andarono ad arricchire le pareti delle prime chiese. Si trattava di affreschi, rilievi e graffiti. Per vedere le prime statue dobbiamo attendere la fine del 1200 e per lungo tempo ancora tale tradizione è rimasta prerogativa di chiese e comunità religiose.

Quanto bisognò attendere affinché le statue venissero prodotte in scala più piccola e conoscessero la propria diffusione in tutte le case? Fino al 1700: è Napoli (allora facente parte dei domini borbonici e al centro di fitti scambi commerciali con Spagna e resto d'Europa) a essere considerata la culla della diffusione dell'attuale presepio. Il tradizionale presepe napoletano era ed è costituito da statuine con anima in ferro imbottita, testa in terracotta e vestiti in stoffa. Prendendo spunto e ispirazione da qui, ogni popolo, ogni artista, hanno poi utilizzato i materiali più disparati, più congeniali o più facilmente reperibili. Basti pensare che nella stessa Italia incontriamo tante tipologie di presepe: dal napoletano al leccese in cartapesta, in terracotta per altre zone della Puglia, dal toscano (cartapesta e gesso) al Trentino in legno. Per non parlare poi dell'ambientazione che solitamente rispecchia territorio e cultura di chi li realizza, o meglio un mix tra questo e quanto si legge nei Vangeli, soprattutto nei cosiddetti vangeli apocrifi.

Per intuire l'importanza dell'ambientazione e della scenografia basti guardare in ogni casa, in ogni presepe, la trasformazione che ha interessato la rappresentazione della nascita del Bambin Gesù. La natività risulta ormai sommersa da una serie infinita di personaggi e figure: pastori, zampognari, commercianti, e venditrici, viandanti. Ma la cosa che lo rende affascinante e bello è questo insieme di personaggi ognuno col personale significato. Da non dimenticare inoltre la fase della progettazione e della costruzione. Il parroco della chiesa rodiana, don Michele Pio Cardone, fiero del lavoro svolto, ha presentato a tutti i fedeli, la sera del 1° dicembre, l’opera d'arte del maestro Panella insieme al programma delle festività natalizie, fra le cui iniziative il concorso “Presepe Piu” (per partecipare basta consegnare in Parrocchia una foto del proprio presepe o albero in qualsiasi formato entro il 25 dicembre).

Tina Guerra


LETTERA DEL PARROCO ALLE FAMIGLIE = Dove è Gesù c’è luce, gioia e pace. Ecco, noi siamo adesso di fronte a questo annuncio. Non ci dobbiamo nascondere! È un annuncio che supera tutti gli schemi della nostra logica: il Salvatore del mondo, il Salvatore di tutto, colui che dà significato al nostro essere nati, colui che dà significato ai figli che avete messo al mondo, colui che dà significato a tutti i nostri pensieri, ai nostri affetti, alla nostra fatica, al nostro lavoro, alle nostre gioie, al nostro dolore, persino alla nostra morte, alla morte dei nostri cari; colui che dà significato e valore all’universo è un bambino, un bambino poverissimo, un bambino fasciato dalla luce del Paradiso ma, soprattutto, dall’amore di sua madre e dalla devozione dell’uomo che Dio ha scelto come suo padre.

Ci crediamo noi? Perché se è vero che quel bambino è il Salvatore del mondo, fuori di lui non c’è salvezza, né dalla filosofia, né dall’estetica, né dalla politica, né dalla sociologia, né dalla scienza, né dalla tecnica, né dalla furbizia, né dai soldi. Queste sono tutte realtà che prima o poi incastrano l’uomo, lo intrappolano e lo fanno morire, e stanno preparando la morte dell’umanità intera se non interverrà un cambiamento di logica, se non sorgerà l’alba di una civiltà diversa. E noi siamo cristiani speriamo, perché vogliamo che l’alba di quella civiltà sorga, anche per nostra collaborazione, anche per nostro impegno.

Papa Francesco spesso mette l’accento sulla distinzione tra la “luce tranquilla” di Gesù che parla al nostro cuore e la luce del mondo, una “luce artificiale” che ci rende superbi e orgogliosi. L’identità cristiana è “un’identità della luce non delle tenebre”. “La luce di Gesù è un’altra cosa. Non è una luce dell’ignoranza, no! E’ una luce di sapienza e di saggezza, ma è un’altra cosa che la luce del mondo. La luce che ci offre il mondo è una luce artificiale, forse forte - più forte è quella di Gesù, eh! - forte come un fuoco d’artificio, come un flash della fotografia. Invece, la luce di Gesù è una luce mite, è una luce tranquilla, è una luce di pace, è come la luce nella notte di Natale: senza pretese”. Gesù è venuto proprio per salvarci dal peccato, “la sua Luce ci salva dalle tenebre”.

Guardando quel bambino, che cosa vediamo noi? Io vedo due cose guardando quel bambino, due cose entrambe formidabili, capaci di cambiare la vita, capaci di cambiare la storia se vengono accolte. Vedo che il Dio della mia fede ha la faccia di un uomo. Pensateci un po’, miei cari amici, noi che siamo abituati, parlando di Dio, a dire: «Ci sarà un Supremo, ma come sarà? Dove sarà? Che cuore avrà? Come mi guarderà, come guarderà questo camminare di quattro miliardi di formiche su questa piccola palla lanciata negli spazi? Sarà gelido? Freddo? Ci aspetterà al varco? Ci punirà? Sarà esigente? Che cuore ha?».

Perché è questo che a me interessa! A me non interessa affatto sapere se c’è un Dio se poi non so nulla di questo Dio, se non conosco gli occhi di questo Dio, se non conosco il viso di questo Dio, se non colgo sul suo volto i segni dell’amore per me. Io non voglio essere condannato a credere in un Dio che mi è nemico, o in un Dio che mi è ostile, o in un Dio che mi è indifferente, che è quasi peggio di un Dio che mi è ostile. Il nostro Dio è un Dio di amore e tutto l’amore è nel volto pieno di tenerezza di Gesù Bambino .

Santo Natale 2013 a tutti.


NB. In PERIODICI di Città Gargano il manifesto col programma.


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