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13/06/2013

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NEL NOME DI UNA SPERANZA (2)

Clicca per Ingrandire Io non volevo che il mio "cammino" si trasformasse pro o contro nessuno, quando avevo deciso che dovevo andare a Santiago, molti anni fa, con la profonda fede che in me era nata da quel racconto di alcuni anni prima (http://www.puntodistella.it/news.asp?id=6422). Dovevo partire ma non potevo. Mai mi sono lamentato, sapevo che non si poteva. Ma ora posso affrontarlo, e il sospirato giorno è arrivato. Ma in questa attesa alcune cose sono cambiate. Il motivo religioso è il primo dei miei pensieri! Poi un’estate passo per Kàlena, in chiesa non si poteva entrare, era tutto chiuso, al pozzo non si poteva accedere per dissetarsi. Tutto l'edificio stava diroccandosi, una cosa molto brutta per me.

Il mio ricordo di quel luogo (anche se privato) era che per noi Peschiciani era un luogo di culto, tutti quelli che passavano entravano in chiesa a pregare. Il ricordo di mia madre che mi portava per mano in chiesa è ancora vivo. E ci dissetavamo a quella fresca acqua del pozzo. tutta la Comunità peschiciana ne usufruiva da decine e decine di anni, Mio padre, nato il 1922, mi ha sempre detto che pregare e usufruire del pozzo era inscindibile: sempre stato così per i peschiciani. Era ed è cosi radicata quella chiesa, nella loro venerazione per la santa Vergine Madonna di Kàlena, che mai i vecchi proprietari avevano chiuso la porta per non far venerare la madre di Gesù. Era la chiesa di tutti i Peschiciani di una volta! Non era solo la statua della Madonna, ma era il luogo che per tutti noi era sacro.

Ricordo appena quando una parte del tetto crollò, molte donne piansero e tra queste anche mia madre. Il radicamento del popolo era molto forte e sentito. Oggi è tutto in rovina e pericolante: come è potuta accadere una cosa del genere? E senza che nessuno intervenisse? So anche che alcune persone di buona volontà hanno lottato e lottano tuttora con la proprietà ma non si è arrivati a nessuna conclusione. E intanto tutto va a pezzi. Alcuni anni fa mi trovavo a Peschici alla festa della madonna di Kàlena. Che desolazione, la chiesa e il monastero... Ora penso al giorno in cui voi proprietari sarete al cospetto di nostro Signore. Cosa direte, quali sono le vostre azioni meritevoli su questa terra, cosa potrete dire per meritarvi il perdono divino? Che avete impedito al popolo peschiciano di pregare nella chiesa della madre di Gesù?

Una soluzione giusta al problema c'è: un atto d'amore verso il popolo peschiciano e voi, e tutta la vostra famiglia, verreste ricordati con la più alta nobiltà d'animo verso il popolo di Peschici. E sareste ricordati nella storia di Peschici come i più grandi benefattori del paese. Poi, per le piccole cose, si trova sempre la retta via. E se cittadini di buona volontà aprissero un conto e mettessero in rete il codice IBAN, penso che da tutto il mondo i Peschiciani che vi risiedono parteciperebbero insieme ai residenti a riportare agli antichi splendori l’Abazia di Kàlena. Io inizio il “camino per Santiago” (foto del titolo e 1 sotto, il ‘corredo’ del ‘pellegrino’ Roncone; ndr) e spero che Sant'Elia e la Madonna di Kàlena, insieme a San Giacomo, illuminino vostri cuori.

Vincenzo Roncone

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