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15/05/2013

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SE PESCHICI PIANGE, VICO NON RIDE

Clicca per Ingrandire Dal “cittadino con le stellette e la fascia tricolore nel cuore”, candidato consigliere della lista “Movimento per Vico e S. Menaio”, Ninì Fiorentino, riceviamo e pubblichiamo una lettera indirizzata all’opinione pubblica vichese e per conoscenza al candidato sindaco della stessa coalizione.


IL DOVERE DELLA DISOBBEDIENZA CIVILE

INTRODUZIONE = Carissimi interessati alla campagna elettorale vichese, domenica sera 12 maggio dopo il comizio di Pierino Amicarelli, accompagnato come sempre solo dal mio animo indipendente, mi sono riunito in sede con gli altri componenti della lista “Movimento per Vico e San Menaio”, per discutere su come condurre la nostra campagna elettorale per rafforzare le convinzioni e la concentrazione sul momento topico che ci vede coinvolti per il rinnovo del Consiglio comunale del nostro paese. A un certo punto dell’acceso confronto-dibattito, è venuto fuori per bocca del nostro candidato sindaco “Dottor Nicola Iavicoli” che: “Nei comizi non si deve sbagliare, né essere autoreferenti”, come sarei stato io nel comizio di presentazione della lista di venerdì 10 maggio. Pertanto la lista avrebbe subito un doppio danneggiamento, causato dall’emozione e dalle referenze finalizzate a me stesso.

RIFLESSIONE = Ahimé, ancora una volta, devo constatare che in politica la partecipazione provoca solo grandi sofferenze interiori, che inducono a farsi da parte e continuare solo a sognare le cordate di scalatori, tutti capaci di salire in vetta. Forse questi scalatori non esistono più, perché oggi si vuole raggiungere il potere solo ed esclusivamente per continuare a esaltare, cominciando dalle proprie, le apparenze. La soglia dei politici retti, corretti, coerenti e leali si è abbassata di molto, pertanto si continua a inseguire le “chimere” a forma di “Bossi” e di “Grilli”. Il richiamo collegiale, ricevuto verbalmente dal Dottor Iavicoli, a torto o a ragione, mi induce a prendere le distanze e a rendere noto, integralmente, quanto prima scritto e poi letto da me all’autoincensazione del comizio di presentazione di venerdì sera 10 maggio.

AUTOINCENSAZIONE = “Gentili signore ed egregi signori buonasera, non si può rimanere in ombra in un momento così bello e alto della vita vichese, sarebbe come aggirare un ostacolo non di certo rappresentato da voi, perché di fatto il popolo è la componente fondamentale dello Stato, perciò come potrei mettere in campo pubblico la mia persona solo con il nome e la faccia? Non sarebbe da me, anche se so da sempre che le più belle parole sono quelle che non si dicono, non resterò zitto. Su questo sagrato e sacrario di eroi, che ci ammanta tutti di gloria e che mi ha visto crescere giocandoci sopra, non posso tirarmi indietro. Il dovere mi chiama al fianco di questo gruppo di giovani chiari, precisi e concisi.

"La vita sociale è fatta di partecipazione per costruire, proprio come ci ha ricordato Papa Bergoglio: 'Camminare, Edificare e Confessare', noi però della triade dimentichiamo molto e spesso il 'confessare', cioè di correggerci di volta in volta che sbagliamo. Infatti i troppi sbagli aggravati e continuati di questi ultimi cinquant’anni ci hanno visti solo regredire. Vico di fatto fino agli anni ’50 era il fiore all’occhiello della Capitanata, unitamente alla sua perla del Gargano, San Menaio. Ora però, siccome non meritiamo di toccare il fondo, dobbiamo reagire per riprendere di nuovo quota e non per la Capitanata, ma per il nostro giusto orgoglio, che non ci vede prendere nulla in eredità dai nostri padri, ma prendere solo in prestito dai nostri figli.

"Carissimi, è giunto quindi il momento giusto, al posto giusto e gli uomini giusti. Uomini come dicevo genuini, tenaci e preparati al cambiamento, la loro qualità più grande è quella di non aver mai messo le mani nella cosa pubblica. I sovrani si rispettano quando sanno fare buona guardia alla fronte onorata del popolo contribuente.

"Cari vichesi concludo questa puntata sperando che questo nostro preludio vi aiuti a cominciare a riflettere sobriamente su quanto ci accingeremo a fare il 26 e 27 del corrente mese, per il momento grazie, arrivederci e buonanotte a tutti”.

CONCLUSIONE = Dopo questa grave e offensiva autoreferenza chiedo perdono alla parte offesa e-o danneggiata e concludo bacchettando la forza della mia coscienza, che troppo e spesso dimentica che la politica, per quanto da sempre constatato, non può e non deve trovare asilo nel mio animo, perché è troppo recitata, carica di boria e quasi priva di uomini umili, modesti e altruisti con la tasca propria nei confronti del popolo sovrano.

Ninì Fiorentino



 Redazione

 

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