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06/05/2013

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BANDIERE BLU E BANDIERE… NERE

Clicca per Ingrandire Mentre a Rodi Garganico, unico Comune della Capitanata, giunge notizia dell’assegnazione della 15.ma bandiera blu, simbolo di qualità ambientale e ospitalità, il parroco della Chiesa Madre San Nicola di Mira, don Michele Pio Cardone sente il bisogno di manifestare la sua personale partecipazione all’oltraggio ricevuto a fine aprile dal terzo (!) vicesindaco della cittadina. Intanto che il sindaco Nicola Pinto prepara la 24 ore che lo accompagnerà verso Roma dove parteciperà, il 14 del mese in corso, alla cerimonia di consegna dell'ambìto attestato che si svolgerà alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, don Michele stigmatizza l’azione vigliacca perpetrata ai danni di una tomba.

Se da un lato si celebrano gli esiti di una programmazione finalizzata al rispetto del territorio, dall’altro si condanna il mancato rispetto dei defunti in una lettera indirizzata al destinatario del disumano affronto. Di seguito il testo.
“Carissimo Carlo Vallese, mio amato presidente per tanti anni dell’Azione Cattolica della Chiesa Madre San Nicola di Mira e caro parrocchiano, tra domenica 28 e lunedì 29 aprile è stato compiuto un atto intimidatorio nei tuoi confronti che da pochi giorni ricopri la carica di vicesindaco. Ignoti infatti hanno profanato la tua tomba di famiglia dove riposa anche il tuo caro papà Raffaele, il cui funerale ho celebrato l’anno scorso. A terra sono stati recuperati dai carabinieri anche due bossoli, probabilmente di una pistola.

“Presso tutte le religioni, fin dai tempi più remoti, è diffuso il rispetto per i defunti. Per tutti è un preciso dovere di gratitudine per il bene ricevuto, a partire dal dono della vita, ai valori intellettuali, morali, materiali con cui i nostri cari ci hanno beneficato durante la vita. Condanno senza attenuanti la ‘vilta’ dell'agire tenebroso e prepotentemente offensivo del vero sentimento religioso e della convivenza civile della gente del nostro territorio, e a te dico che abbiamo necessità di una vigilanza più consona all’ambiente. La gente di Rodi non ha paura ma vuole che sia fatta giustizia. Rodi non è diventata una città in cui vige l’anarchia e la violenta legge del più forte, ma è una città piena d’amore, di quell’amore che Gesù venendo sulla terra ci ha insegnato. La Chiesa rodiana non accetta, qualunque esso possa essere, il senso di questa azione e sente tutto ciò come offesa gravissima alla verità e alla giustizia delle cose.

“Ogni atto di violenza, ogni mancanza di rispetto, è una macchia che deve trovare la condanna unanime di tutta la città. Condanno con forza l’atto di profanazione che ha subito la tua famiglia a cui porgo il mio caro saluto e tutta la solidarietà. Carlo, sono sicuro che onorerai il mandato amministrativo che ti è stato affidato il 7 maggio dello scorso anno dall’elettorato e che rimani al tuo posto a combattere. Nulla può giustificare le dimissioni, nemmeno il clima politico troppo pesante che si vive a Rodi e in tutta Italia - diciamo la verità - e non puoi deludere chi in te ha creduto votandoti. Quando vengono profanate anche le tombe, vuol dire che non c'è più rispetto per nulla.

“Chiedo il rispetto per la vita e la storia di ogni persona, tenendo presente che quella terra è intessuta di legami affettivi, di ricordi vivi e radicati in ognuno di noi. Siamo consapevoli di vivere in un mondo dove vale solo il guadagno e il denaro, ma non possiamo permettere che tanti valori vengano calpestati, annientati senza motivi fondati. Con tutta la mia indignazione mi faccio ‘voce’ anche di chi non è più con noi, ma che rimane ‘libro di storia vissuta’. Il grado di civiltà di un popolo si vede dal rispetto per i morti” (don Michele Pio Cardone).

 Redazione

 

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  Commenti dei Lettori:

-- 07/05/2013 -- 21:34:13 -- vincenzo

Coraggiosa, la lotta di don Michele Pio Cardone, ma temo che le sue parole non riusciranno a creare alcun varco nel cuore di chi è refrattario all'amore per il prossimo, attesa l'esecrabilità del suo ignominioso atto! Amo Rodi, anche se ne son così lontano, e non posso non sentirmi ferito da un simile comportamento.

 
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