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25/04/2013

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25 APRILE: 68° ANNIVERSARIO DELLA LIBERAZIONE

Clicca per Ingrandire Antonio Di Iasio (sindaco di Monte Sant’Angelo) = L’Europa di oggi è nata dall’Europa che è stata liberata della furia nazi–fascista. La Resistenza italiana, che ha partecipato a questa lotta di civiltà immolandosi con dedizione totale, ha consegnato alla Costituzione repubblicana i valori della giustizia e della libertà, della solidarietà e della pace sui quali si realizzò il consenso più alto nella storia dell’Italia democratica.

È in questi valori che, oggi più di ieri, tutti noi dobbiamo riconoscerci, in quanto fondamento dell’Unione nazionale, della Democrazia e della Identità di un popolo. Il 25 aprile è il suggello unitario dell’evento storico dal quale la Democrazia italiana ha ripreso il suo cammino nell’Europa restituita alla libertà.

In questa giornata ricordiamo anche tutti i “partigiani del nostro tempo” - magistrati, forze dell’ordine, giornalisti, scrittori, donne e uomini politici, semplici cittadini - che hanno speso, e spendono la vita, e versato il loro sangue per la democrazia, la libertà, i diritti civili e costituzionali, la legalità, l’economia giusta e trasparente. Il 25 aprile chiama tutti i cittadini al costante impegno per una libertà vivente da difendere e testimoniare giorno per giorno.

L’articolo 13 della Costituzione della Repubblica Italiana recita: “La libertà personale è inviolabile”.


Angelo Riccardi (sindaco di Manfredonia) = Vi sono ragioni profonde nella commemorazione di questa giornata storica, festa della liberazione dell’Italia dal nazifascismo. Questa rievocazione ci porta a riflettere sui valori della Costituzione repubblicana, nata dalla Resistenza, per la quale molti italiani si sono immolati fino all’estremo sacrificio della propria vita. Non siamo qui per una celebrazione rituale. Noi siamo qui, perché siamo consapevoli che dietro le bandiere e le insegne, dietro i gonfaloni e le medaglie, vi sono persone e sofferenze che oggi sentiamo qui presenti: vi sono i perseguitati per le loro idee, gli imprigionati, i deportati, i partigiani, le migliaia di morti e di feriti di quella folle guerra. A tali sofferenze partecipò anche Manfredonia con un tributo di centinaia di morti e di feriti ai quali va il nostro riverente e commosso ricordo. Noi siamo qui anche per riaffermare i valori della Costituzione, poiché attraverso di essi il sacrificio di coloro, che lottarono e morirono, resta attuale e presente nelle libere coscienze, come faro che illumina e orienta nei giorni difficili della nostra storia.

Ricorre quest’anno il settantesimo anniversario dell’otto settembre 1943, allorché, dopo il crollo del fascismo, iniziò la Guerra di Liberazione. Il 25 aprile, le truppe angloamericane e le formazioni partigiane, entrarono vittoriose nelle maggiori città italiane, accolte dalla popolazione esultante. In quel biennio terribile, dal 1943 al 1945, la Guerra di Liberazione fu combattuta dagli italiani, che riscattarono il ventennio di dittatura fascista. Gran parte di essi, indipendentemente dalle condizioni economiche e sociali, si ritrovò accomunata nell’azione condividendo i valori di dignità, unità e libertà.

Noi abbiamo un debito senza limiti nei confronti di tutti quei giovani, che sacrificarono la propria vita per restituire l’onore all’Italia. La Nazione poté continuare a vivere grazie alla passione civile e all'azione di tanti cittadini, i quali vissero la Resistenza nelle sue diverse manifestazioni: dai militari, che non cedettero le armi ai nazisti, ai partigiani, dai prigionieri agli uomini e donne, che sacrificarono la loro vita. In quei giorni drammatici in molti cittadini maturò la consapevolezza che l’Italia doveva rifondarsi su un insieme di valori, che dovevano essere riconquistati e posti alla base di una costruzione solida, che durasse nel tempo. La Costituzione della Repubblica è il frutto della lungimiranza di una classe dirigente, divisa su tante questioni, ma unita da valori morali e dal senso dello Stato.

Oggi stiamo vivendo un momento particolarmente difficile non solo per le ben note questioni di ordine finanziario, che stanno strangolando il Paese, ma anche per quelle di ordine politico-istituzionale che, se non risolte, rischiano di mettere in serio pericolo il sacrificio fatto da tanti per assicurare all’Italia crescita civile e coesione nazionale. Il Presidente Napolitano, al quale vanno i miei auguri più sinceri per il nuovo mandato e il mio deferente saluto, ha fotografato in modo puntuale la situazione di stallo che stiamo vivendo, affermando: “Negli ultimi anni, a esigenze fondate e domande pressanti di riforma delle istituzioni e di rinnovamento della politica e dei partiti - che si sono intrecciate con un’acuta crisi finanziaria, con una pesante recessione, con un crescente malessere sociale - non si sono date soluzioni: hanno finito per prevalere contrapposizioni, lentezze, esitazioni, circa le scelte da compiere, calcoli di convenienza, tatticismi e strumentalismi”, che hanno fatto male al Paese condannando alla sterilità… i confronti tra le forze politiche e i dibattiti in Parlamento.

E’ questo il tempo, se vogliamo essere fedeli al dettato costituzionale, di agire e praticare il bene comune e non solo di proclamarlo. Abbiamo tutti il dovere, a cominciare da me, di vivere quotidianamente secondo i principi della Costituzione, se vogliamo che a questi bambini e a questi ragazzi, che sono oggi qui con noi, sia garantito un futuro degno di essere vissuto. Viva il 25 Aprile! Viva la Repubblica! Viva l’Italia!


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