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01/04/2013

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LA VOGLIA DI METTERSI IN GIOCO

Clicca per Ingrandire Alla “1ª Marcia della Legalità” organizzata a Manfredonia il 21 marzo scorso, Katia Santoro e Dalila Rinaldi, studentesse di Manfredonia, hanno letto con coraggio e maturità una lettera aperta scritta da tutti i ragazzi alla città e alla società. Parole che racchiudono una importante e dura analisi dei nostri tempi e la voglia di mettersi in gioco, chiedere spazio, per costruire un percorso diverso, un futuro migliore. Di seguito il testo.

“Cara Manfredonia, eccoci qui questa sera, in questa nostra bellissima Piazza, che storicamente è il centro e il ritrovo della gente e della cultura manfredoniana. Una città stupenda, ricca di storia, cultura, arte e tradizioni, che negli ultimi tempi ha visto il suo nome più volte infangato. Negli ultimi anni abbiamo assistito, spesso increduli e inermi, a vicende che credevamo potessero appartenere solo ai film. Meno di dieci anni fa l’omicidio di Giusy Potenza, un’adolescente come tanti presenti qui, questa sera. All’epoca fu considerato un caso isolato, un gesto estremo che non avrebbe avuto ripercussioni sulla città. E invece, a distanza di alcuni anni, la storia si è ripetuta con altri omicidi, ultimo quello di un altro giovane, Cosimo Salvemini. Questa sera la Piazza, che forse tante volte ha visto passare, e sorridere, queste giovani vittime, ora è colma di giovani, loro amici, famiglie, bambini, parrocchie, istituzioni varie, tutti riuniti dopo aver marciato insieme per esprimere un concetto dimenticato forse anche da noi da troppo tempo ormai: la legalità!

“La legalità spesso viene data per scontata all’interno della società moderna tanto da non essere mai nominata, perché si crede che non ci sia bisogno di parlarne. Ma, cari amici cittadini, secondo voi è giusto continuare a sostenere questa consuetudine? È giusto restare in silenzio e veder scorrere la nostra storia come un film di cui non sappiamo il finale? L’illegalità, che è alla base di questi episodi, è un cancro diffuso all’interno della nostra Comunità, davanti al quale tutti voltano la testa dall’altra parte, perché ogni parola pronunciata su questi argomenti potrebbe un giorno rivoltarsi contro di noi. Ma stasera si volta pagina.

“Siamo qui dopo un percorso che nelle scorse settimane ha visto vere e proprie officine di idee con giovani, studenti, istituzioni, associazioni. Sì, forse eravamo in pochi, ma da questa sera siamo certi che possiamo essere in tanti. Siamo qui per dare voce alla legalità, per dire che noi giovani non ci stiamo più agli esempi che nella quotidianità ci vengono proposti. Noi giovani di Manfredonia siamo stanchi di essere visti dall’esterno come le pecore nere della società. Siamo stanchi di andare in giro per l’Italia e sentire parlar male della nostra terra d’origine.

“È vero, fra noi ragazzi c’è chi purtroppo, per propria scelta o perché costretto, si è macchiato le mani di vicende spesso crudeli per la propria vita, e quella altrui, che hanno suscitato in ognuno di noi rabbia, ripugnanza. Vicende che non vanno dimenticate affinché non si ripropongano nuovamente. Siamo qui non per puntare il dito contro i colpevoli degli ultimi episodi, nostri coetanei. Siamo certi che, come abbiamo detto durante la marcia, non ‘sono dei mostri, ma sono dei nostri’, anch’essi vittime di un sistema consolidato. Non siamo qui per fare una rivolta disordinata e sgradevole, anzi, la nostra è un’iniziativa per voltare pagina e provare a dare inizio a uno stile nuovo di città. Siamo qui perché abbiamo deciso di metterci la faccia, rendendoci cittadini attivi, animati dal desiderio di andare controcorrente.

“Siamo qui perché vogliamo dare voce ai sognatori e, siamo certi, ce ne sono tanti in questa Piazza, che come noi vogliono rimboccarsi la maniche per restituire il sorriso alla nostra città e hanno espresso la loro opinione e le loro proposte tramite vari mezzi di comunicazione: mail, facebook e questionari raccolti in Piazza alcuni giorni fa a cui vogliamo dare voce. Innanzitutto vorremmo che noi giovani fossimo presi maggiormente in considerazione come protagonisti nei vari luoghi, dalla politica alla scuola, dalla Chiesa alle associazioni. Protagonisti capaci di pensare e proporre e non solo usati per progetti di bella facciata. È necessario attuare nuove politiche giovanili e maggiore attenzione al mondo della scuola, perché a prendersi cura di noi ci siano figure competenti che credono nel loro ruolo educativo, e non solo funzionari dello Stato pagati per svolgere ore di lezione. Il loro compito educativo sia anche il trasmetterci e testimoniarci valori sani.

“Forse noi giovani non siamo il risultato di ciò che voi adulti ci avete trasmesso e testimoniato? Questo mondo, spesso macchiato, in cui viviamo, non siete stati voi a consegnarcelo? Chiediamo di essere formati per ricoprire ruoli di rappresentanza nella scuola, nei partiti, nelle associazioni e in tutti i luoghi. Gli adulti siano per noi maestri e testimoni. Il tempo è ormai maturo per parlare in questa città di un Forum dei giovani e un Forum permanente sulla legalità, un luogo di incontro e dialogo da cui far partire proposte che possano essere ascoltate da tutte le istituzioni.

“Noi giovani chiediamo di poter abitare la città con maggiori luoghi a disposizione, in cui svolgere attività educative, artistiche, sportive che siano veicolo di valori verso la legalità. Cosa è la legalità se non un insieme di regole che ci unisce? L’illegalità ci divide, ci mette uno contro l’altro, come nemici che devono dominarsi a vicenda. Chiediamo luoghi come nuovi cinema, piscine, più valorizzazione di luoghi come il Luc e il Teatro comunale con maggiore fruizione per tutti. Chiediamo maggiori progetti nelle periferie, aperture di luoghi come oratòri, centri sportivi che possano essere un’alternativa a strada e garage, spesso unico ritrovo in cui si registra un alto consumo di alcool fino a divenire addirittura, in alcuni casi, luoghi di morte.

“Chiediamo maggiore illuminazione nelle periferie, maggiori sistemi di sorveglianza, anche nelle zone del centro. Chiediamo che le forze dell’ordine siano di esempio e non passino su episodi anche di lieve gravità con disinvoltura. Ogni giorno tutti assistiamo a piccoli reati commessi - come la noncuranza dell’ambiente - con atti di vandalismo puro che sporcano la nostra città o l’infrazione dei codici stradali. Maggiore controllo e maggiori sanzioni porterebbero tutti a un maggiore rispetto.

“Chiediamo che venga valorizzato il nostro ambiente anche attraverso progetti educativi come l’adozione del verde pubblico da parte di studenti e scolaresche. Chiediamo che ci siano più luoghi, come a esempio il lungomare in estate, che vengano adibiti a zone pedonali, in cui poter liberamente aggregarsi - giovani, adulti, bambini - per respirare aria pulita. La città non sia in funzione delle macchine e dell’edilizia ma degli uomini.

“Chiediamo per tante nostre famiglie che ci sia maggiore attenzione ai nuovi comparti, con velocità nell’attuare tutte le pratiche burocratiche, siamo stanchi di veder piangere genitori e nascenti famiglie per non poter vivere nelle case conquistate a fatica. Chiediamo all’Amministrazione di avvalersi di funzionari e dipendenti che facciano della legalità e dell’amore alla città il loro distintivo, rendendo tutti gli atti il più trasparente possibile, cosi da creare in noi cittadini fiducia e credibilità. Siamo stanchi di vedere corruzione, clientelismi e dipendenti pubblici che abusano del loro ruolo.

“Chiediamo che ci sia maggiore attenzione sulle politiche del lavoro e di formazione al lavoro per i giovani perché possiamo anche noi tirare fuori i sogni dai cassetti e dare vita a una nuova stagione imprenditoriale. Aiutateci a far sì che ci siano le condizioni per amare la nostra città e desiderare di abitarla per sempre e non di fuggire da essa. Chiediamo che ci aiutiate a non far morire questa marcia, ma di renderci partecipi di tutti i progetti e le richieste elencate. Chiediamo quindi di poter sognare ancora e che non uccidiate i nostri sogni, ma ci tendiate la mano credendo in noi per realizzarli. Non uccidete i nostri sogni.

“Probabilmente vittime e colpevoli degli ultimi fatti di cronaca, prima di aver perso o fatto perdere una vita, avevano perso i loro sogni.”


Katia Santoro & Dalila Rinaldi




 Comunicato

 

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