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22/03/2013

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“VENTI DI GRECALE”: Anni dopo - 7° e ultimo capitolo

Clicca per Ingrandire «Eh, Bėjanġł! L’omėnė k’anna fą? Naššėnė, fannė fģġġjė, e morėnė!»
«No no, Pallėpą, nėššņunė majė cė mąurė. Jč ke tuttė o prčimė o doppė partėnė: partėnė pi stellė!»

Quante, quante volte nei vortici della vita queste parole di Papą Paolo mi tornano in mente.

* * * * *

1947: PARTE PAPĄ PAOLO

Non riesce a ritrovare il suo smalto dopo il dolore per la partenza di Ettore. La lontananza di Paolo aggrava il senso di solitudine, dal quale si sente oppresso. Teresa e Mimģ si sono sposati e Teresa ha lasciato la casa. «Mo i fiġġjė femėnė l’amma tuttė sėstėmatė!» sorride Papą soddisfatto. Aldo continua a non trovare motivazioni: «Mo jč! Ma dė ki jč fiġġjė stu Dėddčinė!» si lamenta Papą costernato. Le sue ultime volontą terrene: «Marėjł, Lėnł, vņujė ata bbadą a Dėddčinė!»

Ho saputo dell'evento a Roma, ormai repubblicana, il giorno che ho comprato il mio primo paio di scarpe romane: ho pianto tanto! Ma tanto! Continuo sempre ad avere, viva davanti agli occhi, la sua immagine che saluta con Nervino alzato, e si staglia accanto alla sagoma della Torretta nel cielo chiaro di levante.


1966: PARTE MAMMĄ MARIUCCIA

Prende in mano, dopo la partenza di Papą, le redini della casa: una responsabilitą nuova, alla quale non č abituata. Mimģ le dą una mano. Riesce a contenere Aldo, la cui abulia si accentua dopo la partenza di Papą. Gestisce la situazione economica: venuti a mancare gli introiti del consorzio, decide di cessare le attivitą - carbonaie, pescherecci, magazzini - della Marina, e decide di vendere il Renazzo e Croce. Le capita di dover gestire qualche discussione familiare in tema di ereditą. E gestisce la casa, che č andata pressoché svuotandosi: ne chiude i livelli superiori per tutto l'anno, tranne che per i mesi estivi, nei quali i figli con le loro famiglie tornano nella casa per trascorrere periodi di ferie.

Osserva dal di fuori il miracolo economico che coinvolge il paese: operativitą dell'Acquedotto Pugliese, arrivo dell'energia elettrica, arrivo della rete telefonica, costruzione dell'impianto fognario, costruzione della Litoranea Garganica e dell'Autostrada Adriatica, moltiplicazione dei campeggi. Le sue ultime volontą terrene: «Lėnł, tu ą bbadą a Dėddčinė!». Gino, io e i nostri figli a Peschici, a casa, siamo tornati spesso nei periodi di ferie di Gino.


1984: PARTE ALDO

Non riesce a realizzarsi: č caduto, dopo la partenza di Papą, in uno stato di abulia permanente non pił contenuta dal polso di Papą. Stato che, dopo la partenza di Mammą, č divenuto stato di solitudine rassegnata, di quasi depressione. Unici eventi in grado di destare in lui un barlume di interesse: la guida dell'auto della famiglia (una Fiat 600), gli incontri coi nipoti che gli vogliono bene, un bicchiere di Campari soda. A quanti vengono a porgere le loro condoglianze, Angela fra le lacrime dice: «Mo Dėddčinė cė nė jč jņutė: mė nė pozzė jģ pņurė ji!»

Paolo, come molti altri parenti, va al funerale. Al ritorno a Roma porta con sé uno spezzone di corteccia di pino: lo ha preso fra i resti del Pino di Calenella, rimasto vittima di un rogo, originato sembra da una bravata.


1995: PARTE ANGELA

Deve prendere in mano, dopo la partenza di Mammą, le redini della casa: una responsabilitą nuova, che fa fatica, tra mille timori, a gestire. Teresa e Mimģ le danno pił che una mano. Paolo, come molti altri parenti, va al funerale. Decidono di vendere la casa, ormai deserta. Paolo, al ritorno a Roma, mi racconta che Peschici sta cambiando pelle.

“Il paese, mammina mia, - mi fa tanta tenerezza, Paolo mio, quando mi chiama cosģ, - il paese si č ingrandito di tanto; la zona moderna si č moltiplicata, Ci vivono quasi cinquemila persone. Ci sono pure alcuni alberghi, e tanti campeggi. Le stradine sono pulite. Il Castello lo stanno restaurando. La povertą sembra essere solo un ricordo! In Piazza del Popolo … pensa! … ci sono problemi di parcheggio! Il cimitero ha cambiato aspetto, affollato da manufatti in cemento, e ha cambiato aspetto lo Spassiaturo, pressato dalle costruzioni recenti, nascosto in un’abetaia tutta nuova. E ha cambiato aspetto la dorsale di Monte Pucci, devastata … poveri splendidi pini! … da un incendio. E ha cambiato aspetto la piana di Civizicchio: la vigna del Renazzo ha fatto spazio a un albergo e a un distributore di carburante; il pozzo del Renazzo alimenta una piscina; l'oliveto secolare ai piedi di Monte Pucci, č stato aggredito da un quartiere, abitato solo d'estate, di costruzioni intensive, alcune delle quali con tetti a falde cosģ spioventi che sembra di stare in Norvegia! E ha cambiato aspetto la Marina: č scomparso il Monaco, affogato in una colata di cemento, che ne fa adesso la testata del molo; č comparsa una darsena, che ha un braccio frangiflutti che si protende oltre il Monaco, e ha deviato il flusso delle correnti marine; e ha cambiato aspetto il profilo della spiaggia, rimodellato dalle nuove correnti; e ha cambiato aspetto l'arenile stesso, costellato di cabine di stabilimenti balneari; e sono scomparsi i magazzini e le carbonaie, sostituiti da alberghi e altre costruzioni; e sono scomparsi gli spasari, e le reti dei pescatori! E ha cambiato aspetto completamente il Jalillo: nella parte estrema della spiaggia si č insediato uno stabilimento balneare; sulle rocce sporgenti verso il mare č incastrata una passerella in travi in legno, sostenuta da tubi in ferro, che consente l’accesso allo stabilimento; il candore delle rocce č rotto da indicazioni spennellate con vernici colorate; la spiaggetta, sommersa dalle acque, non esiste pił; la sorgente d'acqua č scomparsa con la spiaggetta; il corridoietto-spogliatoio č scomparso sotto un cumulo di materiali di risulta; le rocce, assalite da picconi ed esplosivi, hanno assunto profili nuovi; buste di plastica e bottiglie vuote si addensano sul bagnasciuga, giocando con le ondine; che continuano ad accarezzarlo, loro sempre con lo stesso amore. Il calpestio disordinato delle masse, mammina mia, puņ far male come l'avanzata di un esercito. Bisogna andare lontano ora, lontano dai sentieri battuti, strabattuti, per respirare le magie della natura vergine, e dei ricordi, quelli nostri, sospesi nel tempo.”


1997: TOCCA A ME. ECCOMI… PARTO IO

I miei tre figli - che ho avuto con Gino, non ‘tappetti’, ma alti, belli! - non mi danno preoccupazioni: hanno trovato, autonomi, indipendenti, il loro posto nella vita. Gino! Per lui sono preoccupata. “Giggģ - gli ho raccomandato - non startene da solo! Va a stare con uno dei figli! Magari un po’ da uno, un po’ da un altro.”

Parto. Alla fine del viaggio, il luogo appare come Papą Paolo ha intuito.

Segnali guidano i nuovi venuti verso le tante stelle dell'universo. Sulla “stella di Papą Paolo” trovo Papą circondato da uno stormo di bambinelli ridenti, allegri. Mammą Mariuccia gli trotterella intorno con le pianelle. Vega, Mizar e Luna scodinzolano fra i bambinelli. Papą sta giocando con Luigino, il bimbo di Paolo, che non ha avuto il tempo di chiamarmi ‘Nonna’: č venuto a trovarci sulla Terra per un attimo ed č tornato qui subito subito. Papą si diverte a sollevarlo in alto con le braccia, a farlo dondolare da una parte e dall'altra, e gli affonda il volto sulla pancia, scherzando: «Gėggģ, mo tė mańė! Mo tė mańė!» e Luigino ride, e gli passa le manine tra le ciocche bianche dei capelli.

Papą mi viene subito incontro sorridendo: «Uč, Bėjanġł, si rruuątė! Akkuą stčimė bbąunė, u’ sa!» E, volgendosi al bimbo: «Gėggģ, mo jč mmėnņutė pņurė nonėtė!»

Angela non c'č: sta sulla “Stella Santa” con Gesł e gli Altri.

Sulla “stella di Ettore” trovo Ettore con Mariolina: stanno sotto il Pino di Calenella, nel mezzo di un campo di grano dorato, mani nelle mani, occhi negli occhi; il mandolino č appoggiato al tronco; tutt'intorno greggi e greggi, che brucano campi verdissimi e sconfinati. Mi danno il benvenuto, sorridendo felici.

Tra una stella e l'altra incrocio Aldo alla guida della sua 600 con a fianco Nonno Peppino: girano e rigirano, fra le stelle dell'universo, con la 600 stracolma di cassette di cozze e di Campari soda, alla ricerca di cataclismi cosmici.

Poco dopo… arriva Gino. Arriva subito, quindici giorni dopo di me. ‘Gino mio! Caro!’ mi commuovo, ripensando all'amore dolce di Mizar per Vega. Mi viene incontro col suo incedere elegante, con gli occhi lucidi di felicitą, e prendendomi una mano si china sfiorandola con le labbra. “Biancł, io senza di te non ci posso stare” mi sussurra.

Capisco allora di essere in Paradiso.


(FINE)



NB1. Per seguire meglio la narrazione, elenchiamo i link delle puntate precedenti relativi ai capitoli del romanzo gią pubblicati (coi titoli originali) e da pubblicare.

Cap.1 - Rifugio a Peschici - Gino e io. Italia in guerra. Gargano. Arrivo a Peschici. (18.06.1940)
(1) http://www.puntodistella.it/news.asp?id=5363
(2) http://www.puntodistella.it/news.asp?id=5369
(3) http://www.puntodistella.it/news.asp?id=5410
(4) http://www.puntodistella.it/news.asp?id=5435

CAP. 2 - La Famiglia - La casa. La famiglia. La giornata. Primi incontri. (23.06.1940)
(1) http://www.puntodistella.it/news.asp?id=5487
(2) http://www.puntodistella.it/news.asp?id=5523
(3) http://www.puntodistella.it/news.asp?id=5559
(4) http://www.puntodistella.it/news.asp?id=5628
(5) http://www.puntodistella.it/news.asp?id=5656

CAP. 3 - Il Paese - Peschici. Guerra in Africa. Gino prigioniero. (21.04.1941)
(1) http://www.puntodistella.it/news.asp?id=5709
(2) http://www.puntodistella.it/news.asp?id=5734
(3) http://www.puntodistella.it/news.asp?id=5751
(4) http://www.puntodistella.it/news.asp?id=5779
(5) http://www.puntodistella.it/news.asp?id=5811

CAP. 4 - Echi di guerra - Guerra in Italia. Gino in India. Ciclo delle stagioni. Brani di vita. (29.09.1943)
(1) http://www.puntodistella.it/news.asp?id=5851
(2) http://www.puntodistella.it/news.asp?id=5882
(3) http://www.puntodistella.it/news.asp?id=5919
(4) http://www.puntodistella.it/news.asp?id=5962
(5) http://www.puntodistella.it/news.asp?id=5992

CAP. 5 - Echi di caos - Caos in Italia. Gino sull’Himalaya. Brani di vita. (29.06.45)
(1) http://www.puntodistella.it/news.asp?id=6017
(2) http://www.puntodistella.it/news.asp?id=6054
(3) http://www.puntodistella.it/news.asp?id=6079
(4) http://www.puntodistella.it/news.asp?id=6102
(5) http://www.puntodistella.it/news.asp?id=6113

CAP. 6 – Ritorni - Pace in Italia. Gino a casa. Brani di vita. Partenza da Peschici. (19.05.46)
(1) http://www.puntodistella.it/news.asp?id=6150
(2) http://www.puntodistella.it/news.asp?id=6172
(3) http://www.puntodistella.it/news.asp?id=6213
(4) http://www.puntodistella.it/news.asp?id=6233
(5) http://www.puntodistella.it/news.asp?id=6257

CAP. 7 – Tra le stelle


NB2. Si puņ facilitare la lettura dei periodi idiomatici tenendo a portata di mano la tabella dell’Alfabeto Peschiciano scaricabile da www.puntodistella.it/public/file/periodici/alfabeto_pds.doc

 Redazione

 

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  Commenti dei Lettori:

-- 23/03/2013 -- 08:50:46 -- vincenzo

BELLISSIMA CHIUSA! Commovente oltre l'aspettativa. Ricorda quei film ricchi di immagini, di volti, di pathos. Flash back che, pur se "scarrellati" in un soffio di tempo, hanno arricchito l'opera intera che adesso mi azzardo a chiamare ROMANZO (anche se, nell'insieme, mancano gli intrecci classici, propri alla natura di tale opera. Cosa che č poco male, essendo ricca di altro!)

 
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