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15/03/2013

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IL NUOVO PARLAMENTO NEL RICORDO DI MORO

Clicca per Ingrandire Riportiamo il testo del saluto del presidente provvisorio on. Antonio Leone (foto 1 sotto; ndr) che alla cerimonia d'insediamento della Camera dei Deputati del 15 marzo ha alzato il sipario sulla 17.ma legislatura repubblicana

“Onorevoli colleghi, il Regolamento della Camera mi affida il compito - e l’onore - di presiedere la prima seduta della XVII legislatura repubblicana. Prima di qualunque altra cosa, permettetemi di esprimere il sentimento mio e, ritengo, di tutti voi rivolgendo un fervido e caloroso augurio al nuovo Pontefice che ha scelto significativamente il nome del Santo Patrono d’Italia, emblema universale della mitezza e della pace, Papa Francesco. La sua elezione rappresenta sia per i credenti sia per i non credenti, in particolare nel nostro Paese, un momento di intensa emozione e di grandi aspettative. Il suo alto profilo spirituale, la sua profonda cultura religiosa, la sua costante e vivida testimonianza a favore dei più umili segneranno in modo peculiare e profondo l’altissima missione pastorale cui è chiamato, in un momento di grandi cambiamenti per la Chiesa.

“È prassi che il Presidente provvisorio - prima di procedere agli adempimenti preliminari alla votazione per l’elezione del nuovo Presidente - rivolga un saluto all’Assemblea. Sono dunque particolarmente lieto di porgere questo breve indirizzo di saluto anzitutto agli italiani che stanno seguendo i nostri lavori anche attraverso la diretta televisiva della Rai. E, con loro, al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, chiamato ad affrontare, nell’esercizio delle sue alte funzioni istituzionali, la particolare complessità dell’attuale fase politica, che sappiamo saprà gestire con l’equilibrio e la saggezza di sempre. E ancora un saluto particolare a voi tutti: ai colleghi ritrovati dalla precedente legislatura, ai segretari provvisori che mi assistono in questa seduta, ai tantissimi colleghi che entrano oggi per la prima volta in quest’Aula e ai quali in particolare esprimo il mio più cordiale benvenuto.

“Il notevole rinnovamento della rappresentanza politico-parlamentare è stato probabilmente il dato più significativo delle ultime elezioni, che hanno portato in Parlamento forze politiche nuove, con un rilevante peso elettorale e, anche nell’ambito dei partiti tradizionali, tanti, tantissimi nuovi deputati. E’ aumentata la rappresentanza delle donne e a tutte le colleghe che oggi siedono in quest’Aula dove, con i lavori dell’Assemblea Costituente, è formalmente iniziata la storia della presenza femminile nella più alta sede della rappresentanza politica nazionale, vorrei rivolgere un particolare augurio di buon lavoro. E’ aumentata anche la presenza di colleghi di più giovane età: circa il 38 percento degli eletti ha meno di 40 anni.

“Della presenza di così tanti neo-deputati non posso che rallegrarmi anche perché credo fermamente nel contributo che potrà essere portato al confronto e alla dialettica parlamentare, da parte di chi vi arriva per la prima volta, animato dall’entusiasmo, dalla passione, dalla voglia di impegnarsi, per il bene del Paese, in un lavoro ben più difficile e faticoso di quanto possa essere talora superficialmente rappresentato e percepito. Gran parte di questo lavoro si svolgerà nelle sedi più faticose e meno sottoposte alla ribalta dei riflettori - mi riferisco principalmente alle Commissioni - in cui più intensamente ed efficacemente si sviluppa, giorno per giorno, l’attività parlamentare.

“In questo nostro impegno, sappiamo di poter contare sul supporto prezioso e imparziale dell’intera Amministrazione della Camera. Un’Amministrazione di grande qualità e professionalità cui, a nome dell’Assemblea, voglio rinnovare l’apprezzamento e l’auspicio di costante crescita professionale al servizio dell’autorevolezza e del prestigio del Parlamento. E per affrontare con efficaci risposte politiche l’attuale momento di crisi economica e sociale, dobbiamo ripartire da quell’autorevolezza e quel prestigio di cui noi tutti siamo i primi responsabili. Solo ripartendo, infatti, da questi punti di riferimento sarà possibile arginare l’alimentarsi della prolungata fase di difficoltà economica che investe il mondo delle imprese, del lavoro e delle famiglie.

“L’esperienza nella storia italiana ed europea ci ha insegnato che per costruire quell’argine, vi è esigenza di dialogo, coesione, rispetto reciproco e principalmente solidarietà. E’ compito di tutti, in quest’Aula, adoprarsi in un grande sforzo di ricostruzione con un unico obiettivo: realizzare un futuro di pace e progresso economico e sociale. Un impegno di cui è ‘in primis’ titolare il Parlamento nel suo complesso ma che coinvolge ciascuna delle forze politiche che ne fanno parte. La nostra capacità di dialogo su singoli temi d’interesse comune permetterà di sostenere, anche in sede europea, una visione politica di più ampia prospettiva.

“Per condurre un proficuo lavoro, in tutti gli ambiti in cui saremo chiamati a confrontarci, partendo dai nostri diversi talvolta contrapposti punti di vista, dovremo conformare doverosamente la condotta di ciascuno di noi e quella collettiva alla correttezza e al rispetto reciproco, senza mai far prevalere logiche di sterile contrapposizione. Ci attendono da un lato i problemi urgenti dell’economia, della società e della politica europea; e dall’altro la necessità di un confronto intenso e costruttivo su temi come l’architettura istituzionale dello Stato e la riforma della legge elettorale. All’azione di riforma istituzionale dovrà collegarsi necessariamente un intervento sui regolamenti parlamentari, forse meno reclamizzato dai media, ma che costituisce un passaggio importante per accrescere le potenzialità operative del Parlamento, con l’obiettivo di preservarne l’autonomia costituzionale e riqualificarne l’esercizio delle funzioni decisionali, conoscitive, d’indirizzo e di controllo.

“Abbiamo estremo bisogno di aggiornare le nostre procedure per individuare moduli operativi sempre più idonei a garantire non solo decisioni sagge e durevoli, ma anche decisioni tempestive che, senza abdicare alle necessarie garanzie di partecipazione e riflessione, possano corrispondere alle esigenze di rapidità di risposta politica richieste dal nostro tempo e dalla società sempre più globalizzata. Ne va della credibilità delle Istituzioni e dunque della stessa democrazia. Abbiamo affrontato tante volte questo tema in passato, posso dirlo per essermi fatto carico io stesso, insieme a colleghi di altri gruppi parlamentari - nella precedente legislatura - di sforzi in questa direzione. Faccio a questo proposito appello a tutti i colleghi - vecchi e nuovi - e al futuro Presidente di quest’Assemblea, perché sul tema dei regolamenti, senza pregiudizi ma con sensibilità istituzionale e democratica, si possa rapidamente raggiungere un’ampia intesa.

“È ovvio che nell’affrontare le riforme regolamentari non dovremo mai dimenticare il valore delle procedure, presidio della democrazia e del libero e pieno confronto delle idee in Parlamento. Le procedure rappresentano infatti il modo in cui, in concreto, si bilanciano e contemperano i diritti fondamentali di ogni attore della vita parlamentare (deputati, maggioranze, opposizioni, Gruppi, Governo). Proprio per questo esse non possono essere patrimonio di questa o quella maggioranza, ma sono condivise e si tramandano di legislatura in legislatura, nell’interesse e a garanzia di tutti. Per lo stesso motivo, il percorso di riforma dovrà svilupparsi sempre nel rispetto delle procedure e delle regole previste. In buona sostanza, la manutenzione delle regole passa attraverso il rispetto delle procedure previste dalle regole stesse per la loro modifica.

“Un ulteriore possibile fronte operativo su cui vorrei richiamare l’attenzione dell’Assemblea è quello proprio della ‘buona manutenzione’ della legislazione vigente. Non si tratta solo di un problema di formulazione normativa, ma anche di individuazione e aggregazione di tutta la legislazione in grandi codici per materia, sull’esempio di altri Paesi europei, proseguendo con maggiore organicità in un lavoro già intrapreso da tempo, spesso sottovalutato o persino sconosciuto, comunque di fondamentale interesse per i cittadini. Lavoro prezioso di cui è testimonianza, ad esempio, la banca dati Normattiva, accessibile gratuitamente da tutti.

“Permettetemi, in conclusione, di condividere con voi un solo ricordo, non retorico né formale. Ricorre domani l’anniversario del sequestro di Aldo Moro e dell’assassinio degli uomini della sua scorta (leggi Scheda in calce; ndr). Era il 16 marzo 1978. Qualcuno dei presenti non era neanche nato; altri, come me, erano giovani. Tutti però ricordiamo quella data perché scandisce ancora il tempo nella nostra memoria collettiva ed è divenuta parte di un comune patrimonio di storia nazionale, rimandandoci a una stagione di incertezze diversa, ma certo non meno complessa di quella attuale. L’impegno di tanti che si sono battuti per difendere la nostra democrazia e le nostre Istituzioni ci guidi a fare il meglio per l’Italia, a ripartire da oggi.

“Nel dichiarare aperti i lavori della XVII legislatura auguro a tutti noi buon lavoro."


SCHEDA = Il 16 marzo 1978, giorno della presentazione del nuovo governo guidato da Giulio Andreotti, la Fiat 130 che trasportava Aldo Moro dalla sua abitazione nel quartiere Trionfale zona Monte Mario di Roma alla Camera dei deputati, fu intercettata da un commando delle Brigate Rosse all'incrocio tra via Mario Fani e Via Stresa. Gli uomini delle BR uccisero in pochi secondi i cinque uomini della scorta (Domenico Ricci, Oreste Leonardi, Raffaele Iozzino, Giulio Rivera, Francesco Zizzi) e sequestrarono il presidente della Democrazia Cristiana.

Dopo una prigionia di 55 giorni (foto 2 sotto, scattata dai brigatisti nel covo di via Montalcini), il corpo dello statista, ucciso dalle Brigate Rosse, fu ritrovato il 9 maggio nel baule posteriore di un'automobile Renault 4 rossa a Roma, in via Caetani, emblematicamente vicina sia a Piazza del Gesù (dov'era la sede nazionale della Democrazia Cristiana), sia a via delle Botteghe Oscure (dove era la sede nazionale del Partito Comunista Italiano).


 Comunicato PdL Manfredonia

 

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  Commenti dei Lettori:

-- 15/03/2013 -- 16:58:23 -- vincenzo

Il neo-eletto Papa Francesco I, che si accinge ad un'impresa probabilmente più grande e più grave del nostro Parlamento, si è sbrigato in poche parole. Speriamo che questo lungo discorso sia penetrato bene e ben registrato nella mente dei parlamentari vecchi e nuovi e che, soprattutto, tengano sempre presente che non siamo noi cittadini al loro servizio, ma loro al nostro!

-- 15/03/2013 -- 17:01:34 -- vincenzo

Una domanda alla Redazione di PdS. La foto della PAN è di repertorio o è stata scattata ieri, mentre si insediava il nuovo Parlamento? Se così fosse, gli intenti di Grillo (lo chiamaremo "onorevole" o come?), di risparmiare i soldi degli italiani già se ne starebbero andando in... fumo (sia pure tricolore!)

-- 17/03/2013 -- 14:33:44 -- il direttore editoriale

Risposta al nostro utente Vincenzo: l’immagine dell’articolo è d’archivio. Lo si evince dall’assenza - indicativa - di qualsiasi riferimento nel corpo dell’articolo. E’ stata appositamente scelta per augurare ai rappresentanti nel più alto consesso politico italiano di… volare alto!

-- 17/03/2013 -- 16:03:38 -- vincenzo

Spiegazione accettata. Grazie. Io non ero presente a Roma, né la foto riporta alcuna didascalia che ce la presenti come "foto di repertorio". Ero solo preoccupato che non stessero già spendendosi soldi che gli italiani non hanno ormai più nelle tasche.

-- 17/03/2013 -- 16:09:30 -- il direttore editoriale

Proprio la 'non presenza' di didascalie ne denuncia l'origine ("repertorio" o archivio che dir si voglia).

-- 17/03/2013 -- 16:36:42 -- vincenzo

Vabbè, la vostra sicurezza contro la mia ignoranza... tecnica! Io non avevo (e non ho) elementi per dedurre che una foto, così postata, sia di repertorio. A voi, comunque, manca indulgenza, mentre a voi abbonda una sorta di "boria": non sapete guardare dal vostro livello, ma vi ponete in alto, senza che gli altri sappiano di trovarsi in basso. Mi dispiace di non avere la capacità di entrare nella vostra mente (e nella vostra mentalità). Siamo sempre ai ferri corti!

-- 17/03/2013 -- 17:10:34 -- il direttore editoriale

Meglio i "ferri corti" (più produttivi) che l'ipocrita "volemose bene"

-- 17/03/2013 -- 17:14:09 -- il direttore editoriale

E poi: la nostra precisazione aveva e ha valore meramente didascalico.

-- 18/03/2013 -- 10:10:59 -- vincenzo

Queste ultimissime note apologetiche ve le potevate risparmiare (anche se mi sta benissimo il vostro pensiero che sono meglio "i ferri corti" che l'ipocrisia. Corrisponde appieno ai miei pensieri, alla mia filosofia. L'acqua mossa è segno di vita; quella immobile, di morte. Eppoi, litigare, è dialettica e la dialettica porta al dialogo...

-- 18/03/2013 -- 12:44:23 -- il direttore editoriale

Perché prendere per “apologia” una semplicissima “precisazione”?

-- 18/03/2013 -- 18:28:09 -- vincenzo

Chiedo sommessamente scusa: a che mira una "precisazione" se non a difendere un operato, un punto di vista? DIFENDERE è diverso da FARE APOLOGIA?

-- 19/03/2013 -- 01:02:54 -- il direttore editoriale

Essendo la precisazione “didascalica” (vedi commento precedente), non aveva carattere e funzione di difesa. Ergo: non era apologetica.

-- 19/03/2013 -- 08:55:34 -- vincenzo

PUNTI DI VISTA. E' su questi specifici punti che si basa la filosofia (quella famosa "cosa con la quale o senza la quale il mondo rimane tale e quale" - così come tale e quale rimarrà la nostra relativa opinione/convinzione)

 
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