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18/02/2013

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IL CARNEVALE E” MORTO, W IL CARNEVALE

Clicca per Ingrandire Ribaltata la scaletta, anticipando la prima sfilata da sabato a venerdì, e sfidando gli eventuali capricci meteo, il "Carnual-Peschici 2013" è andato in scena il 15 febbraio e si è concluso domenica 17 con la carovana assordante e colorata dei carri allegorici seguiti da gruppi mascherati e maschere singole di team spontanei. Se ne son viste di tutti i gusti e ciascuna esigenza, su, all'ex campo sportivo, luogo di raccolta e organizzazione dell’evento più folle dell'anno. Anche se la “chiamata alle armi” è stata posticipata di alcuni giorni per via delle condizioni meteo non favorevoli, la sfilata è partita, come previsto, alle 15.30. Nel pieno rispetto del percorso programmato, il caleidoscopico corteo si è snodato - sotto gli occhi vigili di Polizia Municipale e volontari dell'organizzazione “Giacche Verdi” che fa capo alla Protezione Civile del paese - lungo le vie principali della cittadina garganica per arrivare in Corso Garibaldi dove, “ballando sotto i coriandoli” allestiti dal Comitato "Peschici Eventi", si sono sfrenati fino al tramonto.

Sono state le "belle mascherine" disegnate dai bambini dell'Istituto Comprensivo "Libetta", posizionate su un lungo lenzuolo bianco di 3 mt, ad aprire il corteo mascherato. A seguire:
un originale quadrupede, richiamo del film western "Lo chiamavano Trinità"
“Tendenze di Savana” di Conia Rutigliano, titolare della omonima attività commerciale, con la maestosa e inattesa fantasia della carrellata carnascialesca “La Nostra Italia” a esaltare l'attualità della nostra politica attraverso la reinterpretazione dei suoi rappresentanti, e poi maschere vestite da redditometro, personaggi e miti. Insomma, una sorta di sfottò della ‘malpolitica’ contemporanea. L'ideatrice si è circondata della collaborazione degli studenti della 3A del Liceo “Fazzini” di Peschici e di altri commercianti e imprenditori.

"Fiabilandia" dell'Asd Athletic Club Peschici, accademia sportiva dell'accoppiata Lamargese-Caroprese, con il carro allegorico All-Disney che ha stupito gli spettatori. Eretto su un castello di legno, un gigantesco Pinocchio - costruito da Pierluigi Caroprese - era attorniato dai personaggi delle favole più note: Cenerentola, con la sua corte danzante di principi, nobili, re e regine - Biancaneve, coi sette nani a carico - l'eterno bambino Peter Pan, tutti interpretati da atleti e fans dell'Associazione, e impreziositi dal tocco artistico di un giovane commerciante locale, Daniele Mastomatteo ("Multyparty Kennedy"), abile a lavorare i palloncini.

A chiudere magicamente il corteo mascherato, il musical dell'altra accademia peschiciana di danza, l'Asd Fitness Dance, che ha riportato in vita, con stile e professionalità, gli Anni Cinquanta col carro allegorico "Grease". Le coreografie degli allievi sono state imperniate intorno ai due protagonisti della storia - Danny Zuko, leader dei T-Birds, banda di studenti della Rydell High School, e Sandy Olsson, ragazza semplice e ingenua che sa trasformarsi in provocante e brillante - interpretati dai maestri Maria Antonietta Palatella e Antonello Bonsanto, titolari e istruttori della palestra.

Nel corso della sfilata, una parentesi letteraria è stata offerta dal cultore di cinematografia e spettacoli di tradizione, Gianluigi Cofano, che ha spiegato anche le fasi del Carnevale peschiciano in cui, prima si opera il protagonista - il popolano Carnevale - nel corso della prima sfilata, e poi gli si fa il funerale gettandolo infine dalla Rupe al secondo round che chiude definitivamente il periodo carnevalesco. “Fin dai tempi più antichi - ha raccontato Cofano - il Carnevale ha rappresentato una occasione ludica utilizzata dalle classi sociali popolari al fine di diventare protagoniste di primo piano della vita civile. Ogni individuo, indipendentemente dalla propria condizione socio-economica, poteva nell'ambito del Carnevale esplicitare la propria personalità e creatività, elevandosi in tal modo ad artefice della vita collettiva e dello stesso divenire storico. Il Carnevale è stato pertanto nel corso dei secoli - e dei millenni – una opportunità attraverso cui il popolo diventava protagonista dell'esistenza storica della società, affermando su un piano ludico gli ideali antropologico-morali di libertà, uguaglianza e democrazia. Non va dimenticato, in tal senso, il fatto che nel Carnevale erano superate le differenze connesse all'assetto gerarchico e classista della società, mentre la gente del popolo poteva criticare il potere dei gruppi elitari dominanti, estrinsecando il proprio libero pensiero.

“Questi aspetti filosofico-sociologici e filosofico-politologici - ha spiegato - individuano alcuni dei significati del Carnevale e indicano come i festeggiamenti carnevaleschi hanno rappresentato e costituiscono una rilevante espressione della comunicazione di massa, sono state e sono un antichissimo mezzo di comunicazione di massa, come tutte le manifestazioni della cultura popolare, del resto, studiate dagli antropologi culturali, dagli etnologi e dagli storici delle tradizioni popolari. L'identità culturale e spirituale italiana collega il Carnevale alle molteplici maschere della Commedia dell'Arte, nonché alle tradizioni degli innumerevoli centri abitati - piccoli e grandi - della penisola e delle isole. Ci vorrebbe un esperto del calibro del regista teatrale Giorgio Strehler per evidenziare i significati del linguaggio delle maschere italiane della commedia dell'Arte, che sono parte integrante della comunicazione pubblica carnevalesca italiana. Poi vi sono le consuetudini carnevalesche dei singoli centri urbani italiani, che meritano tutte di essere analizzate scientificamente e filosoficamente, e opportunamente valorizzate.

“Sul piano comunicativo - ha proseguito, - chi indossa una maschera, storica o contemporanea, esprime la propria volontà di contare, di 'essere qualcuno' nel quadro della vita collettiva, sia indossando il costume di Arlecchino e di Pulcinella (i due astuti popolani della tradizione del nostro Paese), sia quelli dei personaggi della letteratura di appendice e della cinematografia (il cavaliere medievale, il pirata dei Caraibi, il pistolero del Far West...), o della cultura di massa contemporanea (i super-eroi dei fumetti e del cinema). Il Carnevale è pertanto una manifestazione sociale di enorme suggestione spettacolare, nella quale un'intera società, ovvero un intero popolo, intende asurgere a soggetto centrale e fondamentale dell'evoluzione della storia. Da tale punto di vista, il Carnevale è come un bellissimo film spettacolare che si esplica nelle strade e nelle piazze di un centro urbano, e deve continuare a essere una sintesi intelligente fra tradizioni del passato e del presente, tutelando e rafforzando una identità storico-culturale che rappresenta il cuore, ovvero il fattore portante dello spirito di una popolazione.

“Nella tradizione popolare peschiciana, l'evento del Carnevale è imperniato sul momento cruciale del processo al personaggio di Carnevale, appunto. Con tale storica rappresentazione, il linguaggio del Carnevale di Peschici ha inteso comunicare pubblicamente il sarcasmo,la comicità e il carattere brioso ed esuberante dei peschiciani di sempre, ma ha voluto anche denunciare l'arroganza di un potere controllato da una minoranza privilegiata dominante, che non esita a subordinare il popolo indigente e desideroso di una giustizia distributiva più equa - rappresentato dalla figura del Carnevale, che ha mangiato troppo ... - e per giunta pone sotto il proprio controllo anche gli organismi giurisdizionali (rappresentati in questo caso dal tribunale che giudica il popolano Carnevale), i quali intervengono per punire membri troppo 'ingordi' delle classi subalterne che hanno 'osato' mangiare più di quanto era loro destinato da chi sia al vertice della gerarchia sociale ed economica.”

Ciò detto e narrato, appuntamento al 2014.

 Redazione

 

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