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02/09/2012

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IL MINISTRO VA IN TILT E IL POPOLO RISPONDE: “TENIAMO BOTTA”

Clicca per Ingrandire PARCO NAZIONALE DEL GARGANO (Ufficio stampa) = “IL GOVERNO NON PUÒ CONTINUARE A IGNORARCI. SULLA QUESTIONE TRIVELLE A TREMITI LE DECISIONI PRESE DA UOMINI FREDDI NON POSSONO COMPROMETTERE IL FUTURO DELLA NOSTRA ECONOMIA E DELLA NOSTRA SALUTE” - “Il Governo deve rispettare la vocazione turistica del Gargano e la sua scelta di investire in questo settore economico, unico fra i più importanti d’Italia. Il netto diniego a ogni forma di sviluppo alternativo a quello turistico rappresenta una violazione della sovranità popolare rappresentata nella forma della sua autodeterminazione. In un momento difficile per tutti come questo si ha bisogno di serenità e speranza. Per questo tutte le vie, in primo luogo quelle istituzionali poi quelle della civile protesta del popolo nella piazza sono più che legittime e devono essere tutte percorse. Le Tremiti possono oggi rappresentare per tutti l’esempio di emancipazione da scelte di investimenti incomprensibili e incompatibili con la bellezza del nostro mare, delle nostre coste e di tutte le bellezze naturalistiche”.

E’ il primo commento del presidente del Parco Nazionale del Gargano, Stefano Pecorella, all’urgente convocazione della Comunità del Parco in programma martedì 4 settembre avente come unico punto all’odg il decreto del Ministero Ambiente e Ministero Beni Culturali di autorizzazione alle prospezioni geosismiche per la ricerca di idrocarburi (n.D 494 B.R.-.EL.) nei pressi dell'Area Marina Protetta delle Isole Tremiti. “Insieme al presidente della Comunità del Parco, il sindaco Ersilia Nobile, - spiega Pecorella - abbiamo preso contatti con Regione Puglia, Ufficio di Presidenza e presidente Onofrio Introna, e abbiamo unanimemente deciso, pur in presenza di un concomitante impegno del consiglio regionale al quale invieremo le determinazioni della riunione di martedì, di coinvolgere la Comunità del Parco, massimo organo istituzionale del territorio dell’area protetta, per rafforzare la linea istituzionale di contrarietà alla ricerca petrolifera nei pressi delle Tremiti.

“Ho sempre sostenuto - prosegue - che la battaglia contro gli interessi delle multinazionali non sarebbe finita tanto facilmente e questa di oggi ne è la più palese dimostrazione. Pur essendo consapevoli del rispetto della normativa quanto all’iter burocratico seguito dai Ministeri, siamo assolutamente decisi ad affermare che il nostro territorio non può più essere gestito da uomini freddi e incauti che rispettano norme fredde e incomprensibili, ma da uomini che dimostrano con le loro azioni, non con le dichiarazioni di intenti, di essere superiori agli interessi di bottega o di partito e mettono la loro passione e sacrificio nel combattere per la prospettiva di un futuro stabile per l’occupazione dei nostri giovani e la salute delle future generazioni”.


COMITATO PER LA TUTELA DEL MARE DEL GARGANO (a firma di Michele Eugenio Di Carlo presidente, Valentino Piccolo (vice), Francesco Alaura (segretario organizzativo) = Il recente decreto dei Ministeri Beni Ambientali e Beni Culturali che permette alla società irlandese “Petrolceltic Elsa” l'attività iniziale di studi geologici esplorativi del sottosuolo minerario, i cui esiti positivi darebbero sicuramente il via alla perforazione del fondo marino con la costruzione di infrastrutture petrolifere lungo le linee costiere molisane e pugliesi, e gravi danni a ambiente, fauna e flora marina, e negative ripercussioni per l'economia turistica e lo sviluppo sostenibile del territorio, denota la volontà del governo di sfruttare il mare Adriatico per scopi energetici.

Non comprendiamo le ragioni di tale volontà, anche dal punto di vista economico visto i guadagni del tutto irrisori previsti per le casse dello Stato. E’ del tutto evidente invece la potente azione delle multinazionali del petrolio. Visto che il decreto legislativo 128/2011 permette la ricerca e la coltivazione di petrolio oltre le 5 miglia dalla costa italiana e oltre le 12 miglia dalle aree marine protette, riteniamo che la volontà del governo sia condivisa dalle segreterie nazionali dei partiti che non hanno prodotto in Parlamento una proposta di legge per vietare, sempre e comunque, la coltivazione di petrolio nei mari italiani, nonostante le forti resistenze di istituzioni e associazioni dei territori coinvolti.

Il citato decreto non prende in considerazione elementi fondamentali quali la posizione geografica, la bellezza della costa adriatica, le conseguenze sociali ed economiche a lungo termine, la qualità scarsa del petrolio presente, e non considera possibili e probabili forti impatti ambientali quali subsidenza, scoppi di pozzi, dispersione nel mare di rifiuti speciali, anche tossici, ad esempio fanghi e fluidi perforanti o acque di risulta. Come già ampiamente documentato da autorevoli studi scientifici, il petrolio dell’Adriatico è di pessima qualità contenendo gas sulfurei e avendo una catena chimica del carbonio molto lunga, tanto che dalla raffinazione non è possibile ottenere idrocarburi leggeri quali le benzine.

Il decreto che autorizza la Petrolceltic, collegato a semplici prescrizioni sul rilevamento della presenza di cetacei, sottovaluta i rilevamenti geosismici che avvengono con l’ausilio di dispositivi air-gun. Tecnica che si basa su fenomeni di riflessione e rifrazione delle onde elastiche generate da una sorgente artificiale, la cui velocità di propagazione dipende dal tipo di roccia, con produzione di esplosioni mediante micidiali bolle d’aria che si propagano nell’acqua con effetti devastanti sulla vita della fauna acquatica: mortalità elevate nelle immediate adiacenze degli spari e danni permanenti a vari apparati degli animali colpiti con conseguenze sulla vita di relazione e sulla capacità di sopravvivenza in un sistema ampiamente competitivo come quello acquatico. Le specie interessate non sono solo i mammiferi marini, soggetti maggiormente sensibili, ma anche pesci, tartarughe e invertebrati. In particolare, in essi si riscontrano cambiamenti nel comportamento, elevato livello di stress, indebolimento del sistema immunitario, allontanamento dall'habitat, perdita dell'udito temporanea o permanente, morte o danneggiamento delle larve di pesci e invertebrati.

Vasta la letteratura scientifica che addebita ai dispositivi air-gun lo spiaggiamento in tutto il mondo di tartarughe, balene, delfini, rendendo chiara l’idea di un mondo aggredito da scelte, progetti, comportamenti non certamente sostenibili. Gli spiaggiamenti avvengono continuamente anche sulle coste del mare Adriatico. Lo spiaggiamento di sette capodogli sulla costa del Gargano nord nel dicembre 2009 non può essere ritenuto, secondo autorevoli pareri scientifici, del tutto indipendente dalla possibilità che gli animali siano stati colpiti da queste onde sonore. I danni all’ecosistema, durante i successivi scavi di pozzi esplorativi, sono accertati da una vasta letteratura scientifica. L’Enviromental Protection Agency (EPA) ha rilevato nei fluidi perforanti a base di acqua anche la presenza di metalli quali mercurio, arsenico, vanadio, piombo, zinco, alluminio, cromo, oltre a arsenico, benzene, toluene, xylene. Peraltro, la trivellazione del sottosuolo comporta spesso quale sostanza di risulta acqua miscelata a sostanze oleose con concentrazioni rilevanti di rame, cadmio, cromo, rame, nickel, piombo, zinco, berillio, ferro, bario, nonché isotopi 226 e 228 del radon, gas comunemente riconosciuto come radioattivo.

La professoressa Maria Rita D’Orsogna (ricercatrice all’Istituto per la Sostenibilità della California State University at Northridge di Los Angeles) ha segnalato che nelle acque abruzzesi antistanti Ortona, durante l’estate 2008, dopo solo due mesi di permanenza di un pozzo esplorativo, la qualità dell’acqua marina adiacente è diventata torbida, densa e melmosa, inquinata da sostanze non compatibili con le attività economiche, sociali, culturali di aree costiere fortemente antropizzate e in un mare chiuso come quello Adriatico. Oltre agli aspetti etici, ambientali e naturalistici, intesi come necessità e responsabilità di conservare le migliori condizioni per favorire la biodiversità, il governo e il Parlamento italiano non considerano le esigenze economiche dell’attività di pesca che si svolge lungo tutto l’Adriatico, che per vari altri fattori legati a problemi di inquinamento del mare e a eccessivo sfruttamento delle risorse ittiche soffre già di una crisi forte e prolungata nel tempo che sta già lasciando a casa migliaia di lavoratori.

Oltre al Parco Nazionale del Gargano, a numerosi parchi regionali, riserve naturali statali e regionali, sono centinaia i monumenti naturali, i parchi suburbani, i parchi provinciali, le oasi di associazioni ambientaliste (WWF, Pro Natura, LIPU) riconosciute come aree naturali protette, e innumerevoli i siti appartenenti alla Rete Natura 2000, considerati di grande valore in quanto habitat naturali dagli eccezionali esemplari di fauna e flora, istituiti nel quadro della “direttiva habitat”, al fine di preservare specie e habitat per proteggere la biodiversità nell’ambito del territorio dell’Unione europea, tenendo in conto gli aspetti economici, sociali e culturali locali e regionali nel quadro di uno sviluppo sostenibile.

Il mare Adriatico deve essere difeso e tutelato dall’attività estrattiva del petrolio, incluso il progetto in esame da ritenersi in forte e totale contrasto con ambiente, economia, storia, tradizioni che si svolgono lungo la costa adriatica di Molise e Puglia, peraltro territorio ampiamente antropizzato, soprattutto durante la stagione estiva, che promuove e valorizza in ogni occasione turismo di qualità, prodotti ittici, sempre più numerosi prodotti agricoli “slow food”, consolidata immagine di territorio sano che si avvia verso uno sviluppo sempre più sostenibile. L’estrazione di scarse quantità di petrolio pesante, ricco di zolfo, con guadagni irrisori da parte dello Stato, non deve e non può giustificare l’aggressione alle attività produttive, alla salute pubblica, ai delicati equilibri di flora e fauna di gran parte del mare Adriatico, del quale chiediamo da tempo l’inserimento fra i siti del patrimonio mondiale dell’Unesco con una petizione pubblica promossa dall’Associazione Onlus “Habitat Lab” di Annika Patregnani, al fine di promuoverlo, valorizzarlo e portarne a soluzione le criticità.

Il Comitato per la tutela del mare del Gargano è al fianco di istituzioni, partiti e associazioni che si oppongono, senza se e senza ma, alla ricerca e alla coltivazione di petrolio nei mari italiani. Nel contempo si porrà in aperto contrasto con istituzioni, partiti e associazioni che intenderanno mettere in campo col governo trattative relative alla distanza dalla costa per le ragioni ampiamente sopra espresse.


RETE ASSOCIAZIONI NO TRIV (Raffaele Vigilante, responsabile) = La notizia è giunta come un fulmine a ciel sereno. Pensavamo che mai fossero autorizzate le prospezioni geosismiche al largo delle Tremiti, un paradiso di flora e fauna. Noi della Rete siamo stufi di questo comportamento molto strano del Governo Italiano e siamo pronti a scendere nuovamente in piazza per proteggere il mare dagli attacchi scellerati dei petrolieri. La nostra già fragile economia non può essere resa ancora più fragile dalle ricerche di petrolio di scarsa qualità. Gli ultimi studi scientifici starebbero comprovando la relazione tra prospezioni air-guns e spiaggiamento di cetacei.

In passato abbiamo già fatto quanto era nelle nostre possibilità di cittadini, spingendo anche gli enti comunali e sovracomunali a intervenire e adire le vie legali, insieme alle associazioni nazionali ambientaliste, presentando anche diversi ricorsi al Tar. Ora, alla luce delle ultime notizie giunte da Roma, ci rimane una sola strada da percorrere: quella della protesta. Il nostro territorio sta subendo da parte di questo governo diversi scippi sconsiderati in nome di un risanamento e uno sviluppo economico che stenta a decollare. La rete di associazioni chiama a raccolta tutte le associazioni, tutte le categorie di operatori turistici, commercianti, artigiani, pescatori e coloro che lavorano nell'indotto turistico-commerciale, a unirsi a noi nella protesta contro questa decisione scellerata, e invita Associazioni, Enti e Comuni a protestare e mandare fax e mail di protesta al Ministro Clini.


UGL: ATTO IRRESPONSABILE = “E’ un atto irresponsabile che ancora una volta evidenzia il disinteresse nei confronti di un reale e sano sviluppo del nostro territorio”. Con queste parole il segretario territoriale Ugl Foggia, Gabriele Taranto, condanna l’autorizzazione del Ministero dell’Ambiente alle prospezioni da parte della Petroceltic al largo delle isole Tremiti. “Le trivelle nell’Adriatico - sottolinea - annienteranno un’intera economia fatta di turismo naturalistico e pesca. E non ci sarà neanche bisogno di aspettare di trovare il petrolio e autorizzare le trivellazioni per andare incontro ai primi irreparabili danni all’ecosistema marino. La tecnica di ispezione dell’air-gun che vorrebbe adottare la Petroceltic provoca la perdita di udito della fauna marina”.

“All’indomani del caso Ilva e in un territorio che è stato una sorta di pioniere delle rinnovabili - continua - è ancora meno comprensibile che venga presa una simile decisione. Siamo delusi e amareggiati, ci aspettavamo decisioni più sagge, meno contraddittorie e più in linea con la vocazione alla green economy della Capitanata. Il nostro è un risoluto no alla petrolizzazione dell’Adriatico. E l’auspicio è che il Governo faccia marcia indietro riguardo a una scelta che a breve termine potrebbe pagare in termini economici, ma di cui prima o poi ci verrà chiesto di pagare il salatissimo conto”.


DAL MONDO DELLA CULTURA (tante le mail ricevute, abbiamo scelto quella di Vincenzo Campobasso, poeta e narratore) = Mi associo con tutto il mio essere alla protesta del Centro Studi Martella di Peschici (http://www.puntodistella.it/Lettera.asp?id=420) contro l'assurdo parere favorevole dato alle prospezioni nel mare delle Tremiti - che non è solo il mare dei tremitesi, dei garganici, dei pugliesi, molisani e abruzzesi, ma il mare di tutti i cittadini italiani e del mondo! Anche il Suo, signor Ministro Clini!

 Redazione + Comunicati

 

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  Commenti dei Lettori:

-- 03/09/2012 -- 09:32:04 -- vincenzo

Avevo letto il comunicato di M.E. Di Carlo. Sono contento che sia stato pubblicato in queste pagine e preannuncio che, probabilmente, sarà preso a base per un documento da presentare al presidente Monti, al momento dell'inaugurazione della Fiera, a Bari, il 7/9. Domani, intanto, ci dovrebbe essere, sempre a Bari, un incontro sull'argomento, In conseguenza di quel che sarà stato detto e stabilito, si procederà per eventuali necessarie azioni nei giorni successivi.

 
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