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06/08/2012

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STOP ALLA PESCA

E’ scattato il fermo pesca 2012. Interessa circa 280 barche del Compartimento Marittimo di Manfredonia e vale per i Compartimenti compresi nel tratto di mare da Pesaro a Brindisi che dovranno osservare, giusto decreto del 28 giugno scorso del Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali, l’arresto temporaneo obbligatorio all’esercizio della pesca col sistema a strascico e-o volante. L’attività sarà ripresa lunedì 17 settembre prossimo. La misura nel contesto delle iniziative della Comunità Europea volte alla gestione razionale dello sfruttamento sostenibile delle risorse della pesca nel Mediterraneo.

Nel periodo di fermo i pescherecci rimarranno agli ormeggi nel porto coi documenti di bordo depositati in Capitaneria di Porto, provvedimento che i pescatori sipontini non ritengono organicamente finalizzato all’obiettivo che si vuole raggiungere anche se lo condividono sul piano operativo. Non ritengono infatti che il periodo di fermo stabilito sia quello giusto quanto meno per il Golfo di Manfredonia, vale a dire un habitat naturale di ripopolamento tra i più prolifici. Tant’è che avevano proposto l’anticipazione del periodo di sospensione delle attività a luglio.

“Ma un solo mese di fermo biologico - sostengono i pescatori di lunga esperienza alle spalle - non è sufficiente: se vogliamo veramente andare in soccorso del mare, dei pesci, se ne dovrebbero fare almeno tre, da giugno ad agosto. E’ infatti questo il periodo in cui le uova si schiudono e gli avannotti prendono forma e consistenza. Il Golfo di Manfredonia, da Macchia agli sciali (riviera sud, ndr), in questo periodo è un turbinio di nuvole di novellame di ogni specie ittica (foto del titolo; ndr). Andare a pesca in questo periodo significa, pur con tutte le precauzioni, fare incetta di novellame che non diventerà adulto e quindi il mare sarà sempre meno pescoso”.

La tendenza è confermata da statistiche e pescate sempre più povere. Le prime dicono di un calo di produzione del 38 percento, ma i pescatori ammettono che la contrazione supera anche il 50. Una realtà tenuta nel debito conto che trova riscontro nelle “misure tecniche” aggiuntive previste dal Decreto Ministeriale. Per le dieci settimane successive al fermo biologico, nell’area compresa fra Trieste e Bari, la pesca è vietata di venerdì e in un altro giorno settimanale definito dall’armatore da comunicare all’Autorità Marittima.

A conclusione delle dieci settimane rimane l’obbligo da parte dell’armatore di sospendere la pesca in un altro giorno della settimana. Per salvaguardare il patrimonio ittico si è corso ai ripari con leggi ‘ad hoc’ le quali, per la loro migliore ed efficace applicazione, abbisognano della responsabile partecipazione degli interessati, vale a dire dei pescatori.

Ufficio Stampa e Comunicazione - Comune di Manfredonia

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Commenti dei Lettori:

-- 07/08/2012 -- 08:34:50 -- vincenzo

Frequentando le scuole elementari, lessi, sulla 3^ pag interna: CHI ESCE FUOR DEL SUO MESTIERE FA LA ZUPPA NEL PANIERE. Mi pare che si attagli proprio a quelli che emanano certe assurde norme, contrastanti con chi conosce il mestiere di pescatore. Il ministero competente, dovrebbe interpellare i pescatori e delegare a loro la decisione circa il periodo del fermo-pesca. Questa, però, non è storia di adesso; mi pare di ricordare che sia una questione nata proprio con l'istituzione del fermo annuale. Intanto, nelle pescherie, vedo pesci sempre più piccoli che, destinati, per specie, alle zuppe, non risultano nemmeno idonei per fritture. Muoio dal desiderio di una zuppa secondo gli antichi canoni!