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22/07/2012

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INTITOLATO A “LUCIO DALLA” IL TEATRO DI MANFREDONIA

Clicca per Ingrandire “La frequentazione di Manfredonia del giovinetto Lucio Dalla non è stata casuale ma la naturale conseguenza del trasferimento della famiglia del nonno di Lucio nella nostra città ove è rimasta per lunghi anni”. Lo ha rivelato il Sindaco Angelo Riccardi nel corso delle cerimonia di intitolazione del Teatro comunale al grande musicista bolognese ma manfredoniano per sua intima convinzione e per cittadinanza onoraria conferitagli solennemente con deliberazione unanime del Consiglio Comunale. Una cerimonia semplice ma molto intensa cui ha partecipato Ron, grande amico di Lucio col quale per tanti anni ha costituito un fecondo sodalizio artistico e sentimentale.

Lo scoprimento dell’iscrizione (foto del titolo e 1-2 sotto; ndr) della dedica sul frontale del Teatro da parte del sindaco e di Ron, è stato accompagnato dalla canzone “4 marzo1943” divenuta ormai l’inno di Manfredonia e dall’applauso della folla radunatasi per l’occasione. Un momento di grande commozione che si è prolungato all’interno del teatro dove Riccardi e Ron hanno ricordato alcuni momenti della intensa vita di Lucio con particolare riferimento al periodo manfredoniano (foto 2…10).

Periodo “che si è protratto fino all’età di quindici anni di Lucio, quando metodicamente si trasferiva qui insieme alla mamma per i quattro mesi dell’estate”, ha riferito Angelo Riccardi anticipando alcuni passi del libro “che sto per dare alle stampe” nel quale si sofferma a dare risposte ai tanti interrogativi che ruotano sull’infanzia di Lucio. “Il soggiorno a Manfredonia - ha spiegato - non era peraltro una scelta estemporanea: qui a Manfredonia da anni viveva la famiglia del nonno di Lucio. Abitava al numero 100 di Corso Manfredi, in pieno centro cittadino. Una residenza a Manfredonia comprovata da numerose testimonianze tra cui anche il matrimonio di uno zio avvenuto nella chiesa del Carmine”.

Lucio Dalla ha dunque frequentato Manfredonia vivendo la vita della città, mischiandosi ai ragazzi della strada, sentendosi manfredoniano. Una condizione confermata da Ron che ha raccontato, fra i tanti momenti vissuti insieme, quando Lucio lo portò a Manfredonia. “Girammo a lungo per tutta la città indicandomi i vari luoghi da lui frequentati. In modo particolare la scogliera. ‘Guarda’, mi diceva, ‘senti il profumo, la magia di questo mare, delle stelle’. Siamo rimasti a lungo in silenzio. Lucio amava molto osservare la natura in silenzio. Lui riusciva a parlare il linguaggio universale del silenzio”.

Non è invece rimasta in silenzio la folla traboccante che la sera ha gremito Piazza Giovanni XXIII, la ‘Piazza Grande’ di Manfredonia divenuta per l’occasione ancora più grande. Grande come il cuore di Lucio riconosciuto nelle musiche e nelle canzoni che Ron ha cantato per Lucio e i concittadini manfredoniani. Sul palco allestito dinanzi alla Cattedrale, dominato da una serie di fotografie di Lucio, con Ron e la sua chitarra, il violoncello di Giovanna Famulari che ha prestato anche la voce in alcuni brani, e il pianoforte del virtuoso Fabio Gangi. Una ensemble di grande effetto che ha conferito alle musiche scelte da Ron, cantate con soffusa toccante nostalgia, un sofisticato effetto coinvolgente. Un intenso spettacolo protrattosi per oltre due ore in una serata dolce e suadente che ha avvinto il pubblico il quale, non pago, a suon di applausi ha ‘costretto’ il felicissimo Ron a due bis.


 Ufficio Stampa e Comunicazione - Comune di Manfredonia

 

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  Commenti dei Lettori:

-- 10/08/2012 -- 12:17:22 -- vincenzo

Involontariamente, mi era sfuggito questo articolo. Apprezzo l'iniziativa di Manfredonia, di aver intitolato il locale teatro a Lucio Dalla. Però noto che. adesso, tutti, da Bologna a Manfredonia (forse anche Peschici?) sembrano arrogarsi il diritto di aver ispirato "4 MARZO 1943" con la propria "piazza grande"!. Strano che, tale diritto, non lo abbia difeso San Giovanni Rotondo, la cui CHIAZZA RANNA era sovente frequentata da Lucio Dalla, quando, a bordo della sua Porsche veniva in questa città e lì giocava con giovani ed adolescenti. C'era sicuramente un motivo che lo attirava in quella via che, ufficialmente, è intitolata a Nazario Sauro. Si è mai chiesto qualcuno quale fosse quel motivo? L'Amministrazione di S.G.R., alla morte del grande cantante, si limitò ad affiggere, in determinati punti (strategici?) della città, grandi manifesti di cordoglio (peccato che io ne abbia smarrite le foto!).

 
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