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11/07/2012

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DIALETTI A CONFRONTO

Clicca per Ingrandire Macchina organizzativa del “1° Forum dei dialetti garganici” in fibrillazione, ma ordinata e operativa. Martedì 17 si avvicina a grandi passi e l’Aula consiliare del Comune di Peschici si sta facendo bella per gli ospiti che la faranno risuonare di testimonianze e suggerimenti, dichiarazioni e perplessità, specialmente sul “come” va scritto il vernacolo delle tre cittadine, scelte dall’Associazione Culturale “Punto di Stella”, quali apripista di una serie di convegni previsti nel tempo: Rodi Garganico, Vico del Gargano e la ospitante Peschici.

Tre paesi e tre referenti, cultori e studiosi appassionati del proprio dialetto e amanti della terra che li ha partoriti o da questa accolti per tanto tempo: il rodiano Vincenzo Campobasso (cagnanese di nascita e sangiovannese di residenza), il vichese doc Giuseppe Maratea e Paolo Labombarda (romano con radici peschiciane). Senza disdegnare interventi (previsti dal programma) di altre presenze in sala. Leggi, fra le altre, il direttore dell’Istituto di Dialettologia dell’Università di Bari, Pasquale Caratù, o la signora Vera di Vico del Gargano che ha già anticipato la sua partecipazione. E non ignorando, tuttavia, chiunque abbia avuto rapporti col vernacolo del proprio paese e si sia dedicato alla sua analisi.

Un forum decisamente aperto, dunque, che non vedrà nelle intenzioni degli organizzatori (ce lo suggerisce il presidente di “Punto di Stella”, Piero Giannini) parti e fazioni contrapposte, bensì certificazioni dell’impegno profuso da ciascuno nell’affrontare l’impervio compito di “studiare” l’idioma in cui è cresciuto. Ecco quindi la necessità della presenza di un “direttore d’orchestra” che diriga i lavori in forma e modalità ‘super partes’. Il dubbio che fosse difficile reperirlo ce lo ha tolto Giannini. “Ci sarà! Lo abbiamo trovato… e non è stato neanche difficile ‘accaparrarcelo’ in quanto è stato da subito di una squisitissima disponibilità”.

Il glottologo che metterà ordine nella - a volte - ‘feroce’ diatriba fra ricercatori non professionisti sarà il professor Nando Romano (foto del titolo; ndr), il cui curriculum è di tutto rispetto. Foggiano, allievo di Oronzo Parlangèli e Michele Melillo, ha collaborato appena 21enne nel corso di un quinquennio, dal 1967 al 1972, col CNR per la “Carta dei dialetti d'Italia, Atlante Fonetico Pugliese”, e con la Discoteca di Stato. Laureatosi in dialettologia italiana con una tesi sui dialetti lucani pubblicata il 1972, è stato docente di italiano e storia nelle scuole superiori, quindi dirigente scolastico nei Licei Fiani di Torremaggiore, Federico II di Apricena, Poerio e Marconi di Foggia.

Comandato alla direzione dell'Ufficio scolastico regionale della Regione Sicilia dal 2002 al 2004, è stato nominato dal Ministero Affari Esteri dirigente scolastico in Argentina operando per la diffusione della lingua italiana. Ha ricoperto l’incarico dal 2005 al 2009 attuando numerosi interventi nell'aggiornamento dei docenti di lingua italiana e spagnola. “Profesor invitado” di dialettologia presso l'Universidad Nacional de Rosario (S.ta Fe, Repubblica Argentina), trascorre parte dell’anno in America Latina impegnato in corsi e incontri su lingua e dialetti d’Italia, e nelle presentazioni del suo romanzo tradotto in spagnolo.

Alle numerose pubblicazioni, specie di carattere linguistico, su vari dialetti (pugliesi, laziali, lucani) e di didattica della lingua e processi cognitivi connessi, accompagna talvolta la sua ‘verve’ narrativa. Ha pubblicato infatti il romanzo storico e d’amore “Himera”, e dopo il saggio dalla carica innovativa “Griselda”, in cui dà risposte che forse hanno cambiato il modo di essere dei suoi concittadini, a novembre dell’anno scorso ha dato alle stampe “Garibaldi gaucho matrero” in cui ovviamente privilegia aspetti inediti della formazione e dell’identità, anche linguistica, dell’Eroe dei Due Mondi.

Senza dimenticare, tornando alla sua qualifica più pregnante, il testo “Foggia, i Segreti delle Vie” (stradario e toponomastica) in cui, grazie ai nomi dei luoghi, si possono conoscere e rivelare fatti che altrimenti resterebbero sconosciuti anche agli storici, Da qui il consiglio: “Abbiate molta cura nel conservare gli antichi toponimi e quando decidete le intestazioni delle strade”. A questo punto non resta che ascoltare, lui e i suoi interlocutori, martedì 17 e chi non lo farà con noi… “peste lo colga” (metaforicamente, s’intende).

Camilla Tavaglione

 Redazione

 

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  Commenti dei Lettori:

-- 12/07/2012 -- 08:44:51 -- vincenzo

Hai mantenuto la promessa, non c'è che dire! Però, TROPPA GRAZIA, SANT'ANTONIO!, cioè, no, scusa, SANTA CAMILLA! Tre paragrafi per il FORUM, quattro per il panegirico in onore del glottologo. Il che mi fa temere che i tre "esperti" a confronto, rappresenteranno il corollario del vero evento cardine. Forse - e lo chiedo a Piero - non era il caso di organizzare due eventi separati?

-- 12/07/2012 -- 20:09:03 -- il direttore editoriale

Evidentemente la regola giornalistica citata da Camilla Tavaglione ("la notizia si cavalca 3 volte") non è servita a nulla. Pazienza, Vincenzo Campobasso, pazienza. La pazienza è sempre - e rimane - l'arma dei forti. E martedì 17 è lontanissimo (giornalisticamente parlando).

-- 12/07/2012 -- 20:55:40 -- vincenzo

Forse la pazienza non è una mia virtù. Può anche darsi che, di virtù, io non ne abbia affatto. Però, temo che qui, la PAZIENZA, entri come i cavoli a merenda. Dal mio punto di vista. Il Vostro, sicuramente è diverso. Cosa potrebbe essere ribaltato in cinque giorni? C'è sempre un "dio" dell'Accademia, teorico generale di dialettologia e glottologia, contrapposto a tre poveri conoscitori del dialetto che parlano dalla nascita, o che abbiano parlato per vari anni della propria vita e che è comunque entrato nel loro sangue. Rimango perplesso e titubante... Cosa ci faremo, noi tre non accademici? Saranno, i nostri dialetti, sottoposti a regole generali che i dialetti non osservano? Ci sarà una tenzone, più o meno aspra, tra chi generalizza e chi particolarizza?...

-- 12/07/2012 -- 21:52:31 -- il direttore editoriale

Ci sarà un confronto aperto e cordiale fra quattro (o 5 o 6) "esperti" che avranno il piacere di comunicare le loro risultanze e il frutto del loro impegno.

-- 12/07/2012 -- 22:15:18 -- il direttore editoriale

D'altronde nessuno è nato imparato e nella vita, quindi, c'è sempre da imparare. O no?

-- 13/07/2012 -- 07:41:56 -- vincenzo

Certo, Direttore! Si dice che "non è mai troppo tardi" per imparare. In genere, è così; talvolta, però, succede che la saggezza - o la semplice "conoscenza" - arrivi a cose fatte, cioè, quando il il suo soccorso è inutile!

-- 13/07/2012 -- 08:27:04 -- vincenzo

A proposito di IMPARARE. La sai tu, direttore, quella della vecchina che, apparentemente per imparare (ma può anche darsi che fosse una furba di sette cotte, che voleva diventare immortale!) terminava sempre la sua preghiera raccomandando al Signore che la facesse vivere ancora un giorno, per imparare qualcosa di più e giungere "colta" al di lui cospetto? Se il Signore continua a darle ascolto, è sicuramente la donna più colta al mondo!

 
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