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27/06/2012

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UNA NOTIZIA CHE PURTROPPO NON FA NOTIZIA

Clicca per Ingrandire L’equipe di un piccolo centro riabilitativo di Rodi Garganico, diretto da tre medici volenterosi e vestiti di semplice entusiasmo, ha dimostrato che senza tanta tecnologia ma con la sola professionalità si riesce ad alleviare la sofferenza altrui. Ogni giorno tanti pazienti giungono al Centro per acquisire i movimenti necessari a espletare le funzioni quotidiane. Fra i tanti pazienti è approdato anche un 86enne contadino ricevendo da tutto il personale le attenzioni appropriate. Di seguito la sua storia.

L’anziano ha iniziato il lavoro nei campi a dieci anni interrompendo le scuole dell’obbligo per aiutare i genitori e la numerosa famiglia. Si è poi fatto carico del dissesto finanziario accumulato nel tempo a causa di un malanno che ha invalidato la salute del padre. Unico periodo di ferie, il servizio di leva, poi lavoro, duro lavoro fino all’età di ottant’anni quando le banche ne hanno messo l’azienda agricola all’asta per il mancato pagamento del mutuo utilizzato nell’acquisto e nella ristrutturazione della stalla.

Settanta anni di interrotto lavoro. Ogni mattina, alle quattro e trenta, le sue mani immerse nel latte bollente hanno ricavato ricotte, mozzarelle caciocavalli e formaggi, alimenti confezionati artigianalmente e richiesti da tutti i mercati locali. Molte altre cose sono state create da quelle mani autodidatte e tozze, instancabili per la loro frenetica manualità. Poi, molti disegni divini ne hanno intralciato il lungo percorso: cattivi raccolti; incidente stradale di un figlio, suo stretto collaboratore, schiacciato da due autotreni di cui è stato costretto a riconoscere i pezzi del corpo dilaniato dalle lamiere.

E poi inganni di grandi imprenditori di commercio che con metodo persuasivo gli hanno fatto stipulare contratti di semina per poi rifiutare il pagamento pattuito alla raccolta di barbabietole, girasoli, pomodori e ortaggi; e le tariffe dei consorzi agrari che sottopagavano i prodotti come e quando volevano, mentre le loro sementi venivano quintuplicate all’atto dell’acquisto; e gli animali pascolati allo stato brado rimasti invenduti perché si preferivano quelli importati da paesi lontani più appariscenti, e allevati con prodotti sofisticati.

Tantissimo lavoro quindi e poca tutela purtroppo da parte degli organi competenti che hanno facilitato la disfatta finanziaria. Perfino la misera pensione mensile di coltivatore diretto è stata decurtata di un quinto per continuare a saldare il debito. Ultimamente, non è stato il freddo patito nella propria abitazione senza caloriferi e neppure il caldo senza aria condizionata, a demolire il suo fisico temprato, bensì gli sguardi di compassione di vicini e conoscenti che ne hanno intaccano la dignità e, in ultimo, una caduta che ha peggiorato la situazione.

Portato al pronto soccorso di un ospedale ben attrezzato, visitato dopo una lunga attesa, è stato dimesso per mancanza di fratture. Il dolore però aumentava tanto da portarlo alla immobilità e al rifiuto del cibo. Ricoverato successivamente in altro ospedale ancora più famoso e più attrezzato di tecnologia avanzata, vi ha trascorso molti giorni completamente a digiuno, senza il supporto di flebo e vitamine, e comunque sempre a letto. Al tentativo di protesta da parte dei parenti verso i responsabili del reparto quando sono stati informati della sua dimissione, si è risposto con l’invito a farlo mangiare di più e la frase: “Chissà se arriveremo noi a ottantasei anni”.

Informati che ad attenderlo a casa era solo la moglie inabile, i responsabili hanno ritenuto di inviarlo al centro di riabilitazione di Rodi trasferendolo con una loro autoambulanza. Il percorso è stato un vero calvario: il contadino è giunto a destinazione malconcio, febbricitante, con l’apparato respiratorio deficitario e uno stato di salute molto compromesso. Dopo un breve consulto, i tre medici hanno deciso di trattenerlo - anche se il centro è privo di attrezzature adatte per risolvere lo stato grave del paziente - perché un altro trasferimento avrebbe compromesso e aggravato ancor più la situazione, dimostrando così solidarietà e attivandosi con amore e professionalità verso l’anziano. Come in genere fanno con chi ha bisogno: giovani e vecchi, contadini e professionisti.

Forse la vita di un anziano agricoltore avrà più valore fra non molto, quando tutti ci renderemo conto del disastro causato dal denaro che non è la ricchezza dei popoli ma la vera causa che produce l’infelicità delle persone vittime di costumi malavitosi imposti dai superbi. Il denaro ha infatti annullato: scambio di energie, ricchezza di valori, cose utili e naturali, scambio di culture e tradizioni, annullando la spiritualità in ognuno di noi. Forse i componenti del Centro Medico di Riabilitazione di Rodi Garganico hanno già previsto l’immediato futuro e incuranti di successo e denaro barattano da subito la loro professionalità coi valori dei bisognosi per generare benessere collettivo. Così hanno fatto per proteggere la salute del “nostro” contadino e la qualifica di onesti lavoratori ormai in via di estinzione, futuri maestri di come allevare bestiame, coltivare terre rocciose e rispettare natura e disegni divini.

In alcune località avviene già l’interscambio di vari valori e prodotti fra aziende, creando posti di lavoro ed evitando spese di spedizione e tanti oneri. In questa epoca, dove fanno soltanto scalpore notizie di delinquenti, professionisti, industriali e attori, dove ogni azione, perfino un suicidio, ci viene riportato quasi fosse un atto di valore, abbiamo voluto riportare uno dei tanti episodi di povera gente che senza linguaggio appropriato, senza consulenti alle spalle, senza protezione di legali, si affida a veri benefattori che sanno leggerne le sofferenze attraverso un semplice sguardo, un sorriso sincero e il fisico consumato dal lavoro onesto.

Antonio Monte

 Redazione (foto: fattiitaliani.it)

 

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  Commenti dei Lettori:

-- 27/06/2012 -- 20:43:14 -- vincenzo

Tutta la mia simpatia ed il mio apprezzamento, signor Monte. Mi rammarica solo che non siano stati riportati i nomi dei "benefattori". E' vero che si dice "fai bene e scordati, fai male e pensaci"; ma qui, se fossi stato io a far del bene, mi sarei occultato; essendo altri, avrei fatto i nomi. Mentre bene ha fatto a non parlare di chi non ha agito correttamente, compassionevolmente. Ancora una volta, queste sarebbero notizie da far pervenire alle signore orecchie di chi si preoccupa di intascare danaro per dare servizi e poi intasca in prima persona, in un modo o nell'altro, senza minimamente dare importanza a chi ha lavorato per il bene comune!

 
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