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01/05/2012

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TASTIAMO IL POLSO AI VACANZIERI (1)

Clicca per Ingrandire Un anno di riforme, crisi, tasse, recessione e dati economici senza sponde. Una nazione in attesa di investimenti, incentivi a crescita e consumo; un periodo di sfide e conflitti tra governo, parlamento e organizzazioni sindacali; negative previsioni sull'andamento della prossima stagione estiva: la flessione del movimento turistico sul week-end di Pasqua annuncia ulteriori contrazioni del movimento anche sui ponti e sui fine settimana di aprile e maggio. Sui numeri delle vacanze degli italiani incombe la sociologia. Perché? Perché la quota delle persone che hanno deciso il dove e il quando andare in vacanza risulta al momento limitata.

Anche se sono più di 20 milioni gli italiani che hanno già deciso:
a. che in vacanza ci andranno;
b. che nel periodo delle ferie non resteranno a casa;
c. che fuggiranno a tutti i costi dalle città dove lavorano;
d. che comunque andranno al mare, in montagna, da parenti, amici ... comunque fuori casa ma non lontano da casa;
è impossibile prevedere una crescita delle vacanze nell’estate 2012. Dal sondaggio Ipsos-Trademark Italia estraiamo le informazioni che servono per dare, come sempre, ai 450 operatori che hanno prenotato il “Barometro 2012”, le indicazioni per fronteggiare l’estate che verrà.

Sorprende che, in un anno denso di ombre, prezzi assurdi e aumenti sconsiderati, le intenzioni di vacanza nazionali restino tanto salde. Non sorprende l'attuale ritardo-flessione delle prenotazioni e la caduta del numero dei pedaggi autostradali. E' troppo presto per decidere, è troppo caro allontanarsi da casa. Ammettiamo che nel 2012 risulterà più difficile mettere in fila le intenzioni ed elaborare un barometro degli atteggiamenti perché le reazioni degli intervistati sono caute, prudenti e fotografano una bassa (negativa) propensione alla spesa. Stimiamo tuttavia che 36 milioni di connazionali molto probabilmente faranno una vacanza come hanno sempre fatto. Va considerato anche che in questi numeri sono compresi gli italiani che possiedono una seconda casa e quelli assunti a tempo indeterminato, “costretti” a decidere con un largo anticipo le date delle ferie di luglio e agosto per concordarle con azienda, colleghi e membri della famiglia.

Gli italiani non hanno ancora deciso la destinazione, il dove andare, ma l’assenza dal lavoro sì, l’hanno già decisa. Chi invece ha un contratto di lavoro a tempo determinato, è imprenditore, è autonomo, è indipendente, è alla ricerca di un lavoro, dice che farà attenzione alle date per non creare problemi all'azienda. Questo per dire che, recessione o no, la metà circa degli italiani (una trentina di milioni) tra aprile e maggio deciderà dove e allora prenoterà. In sostanza, non tutti hanno blindato il periodo di vacanza, ma l’hanno progettato! Concludendo, “Dove Vanno in Vacanza gli Italiani” arrivata alla 21.ma edizione, ha cercato di comparare le previsioni 2012 con quelle di alcune indagini precedenti, quando l’Italia dovette fare i conti con la sfiducia, l’austerity e la stagnazione economica, senza trovare tracce di una crisi tanto grave nel mondo occidentale (4 anni di crisi globale culminati in una fase recessiva).

Risulta quindi quasi naturale che il calcolo di chi sale e chi scende presenti divaricazioni pesanti, ma visto e considerato però che le previsioni di Trademark Italia - lo dicono operatori e giornalisti - si sono sempre avverate, meglio sarebbe utilizzare questa indagine per agire sull’offerta, considerando a esempio la bassa sensibilità della domanda ai pacchetti, alle offerte speciali, agli slogan aggiuntivi che evidenziano ancor più lo stato di crisi del settore. Accertato che nel 2011 - come avevamo previsto - le presenze alberghiere ed extralberghiere sono diminuite (Istat ha parlato di perdite di presenze vicine al 15 percento), che le nostre previsioni erano negative ma meno pesanti, che gli operatori stagionali anche nel 2012, sono impegnati a ridurre il differenziale “emerso-sommerso" ritoccando i prezzi di alta stagione (la crescita è mediamente del 5 percento), appare coerente prevedere che gli italiani viaggeranno di meno nel tentativo di spendere di meno. Se tutto va bene, nel 2012 la contrazione complessiva delle presenze turistiche italiane graviterà mediamente tra il 7 e il 10 percento, con una perdita di 2,5-3 milioni di presenze e difficoltà aggiuntive per il settore.

Aureliano Bonini


(1 - cont.)

 Dossier Trademark Italia

 

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