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20/04/2012

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FFF: A TUTTA BIRRA!

Clicca per Ingrandire “Per aver raccontato le solitudini del giovane Sud prigioniero di una tradizione dai valori sbiaditi e di un futuro senza punti di riferimento”: è con questa motivazione che, nella terza giornata della kermesse, il Foggia Film Festival ha consegnato, giovedì 19 aprile alle 20.30 nella sala 3 della Città del Cinema (via Miranda), il riconoscimento per la “miglior opera prima” al giovane ma già promettentissimo regista bitontino Pippo Mezzapesa, che con il suo lungometraggio d'esordio “Il paese delle spose infelici” (uscito alla fine del 2011) ha riscosso un ottimo successo di critica, partecipando, inoltre, a diverse rassegne cinematografiche di grande spessore.

Dopo la candidatura al Festival Internazionale del Film di Roma e la proiezione in anteprima americana il 6 e 7 marzo nella sezione “4 World Directors to Watch” al “Miami International Film Festival”, il lungometraggio (interpretato fra gli altri dall'attore foggiano Nicola Rignanese e prodotto dalla Fandango di Domenico Procacci in collaborazione con Rai Cinema e il contributo di Apulia Film Commission) è fra le pellicole d'eccezione del Foggia Film Festival proiettata alle 21 (costo biglietto 3 euro) dopo un'intervista-conversazione (per la sezione “Lezioni di Cinema”) e la consegna del premio dell'FFF al suo autore.

“Il paese delle spose infelici” dipinge magistralmente, in modo quasi oleografico, quell’atmosfera contrastata e chiaroscurale, tipica della Puglia, su cui Mezzapesa ha incentrato tutto il lavoro, evocando al meglio, attraverso un’attenzione particolare alle immagini (che travalica la narrazione), tutta la potenza espressiva del paesaggio pugliese e dei suoi personaggi. Una fotografia al contempo neorealistica e onirica di una Puglia anni ‘90 sospesa fra la purezza della fiducia in un futuro migliore e il più disincantato immobilismo, tra la semplicità dello sport e la complessità dell’amore. Storie di ragazzi adolescenti, a cavallo tra sogni ancora tutti da realizzare e la maledizione di una terra (nello specifico il tarantino) solcata da profonde ferite, che fanno male e trascinano nel vortice della dannazione.

In mattinata, dalle 10 in poi, il Foggia Film Festival ha proposto gli “Educational Movies” (sezione fuori concorso) prodotti dalle scuole superiori: “Domenico Lippi - Un eroe del risorgimento italiano” e “Evviva Bonghi” di Emanuele Faccilongo; “Kutundi Të vënë kurorë” di Annalisa Cocca. A partire dalle 11,30 è stata la volta della sezione non competitiva “Vetrine FFF 2012” dedicata ai “cortissimi” della durata, per ciascuna pellicola, di meno di 10 minuti: “Circuito chiuso” di Valentino Innocente; “Il lucchetto” di Ettore Nicoletti; “In piedi” di Giuseppe Bucci; “La casa dei trenta rumori” di Diego Monfredini; “La crisi” di Gabriele Meloni; “La via” di Matteo Nicoletta; “Se son rose” di Riccardo Banfi; “Un grande talento” di Ciro Formisano.

Nel pomeriggio si è tornati alla competizione coi cortometraggi in concorso (“Italian short movies”): “Angelo o la Pasqua di Salvo” di Sebastiano Greco; “Another day” di Chiara Armentano; “Cose naturali” di Germano Maccioni; “In fondo a destra” di Valerio Groppa; dalle ore 16,30 sarà la volta di “La cosa in cima alle scale” di Michele Torbidoni; “33 giri” di Riccardo Di Gerlando; “L'appuntamento” di Daniele Sartori; “Papà” di Emanuele Palamara. Ancora competizione con la seconda tranche dei documentari in concorso (“Italian documentary”): “Guinea Bissau – A 1 ora da qui” di Roberto Moretto, Edgardo Tufo e Fulvio di Giuseppe; “Salva la cozza” di Ascanio Petrini. Infine, dalle 22,45, dopo la proiezione di “Il paese delle spose infelici”, gli spettatori hanno assistito ai cortometraggi fuori concorso: “Deu ci sia” di Gianluigi Tarditi; “Pretexto andaluso” di Letizia Lamartire”; “Bando di concorso” di Giovanni Meola; “Dachaulied” di Rina La Gioia.

Nella mattinata del 18 intanto, conferenza stampa (svoltasi in tarda mattinata al Wasabi Caffè, in via Antonio Gramsci, 45) dell'attore comico Uccio De Santis premiato per la “Miglior opera prima della commedia italiana” che la kermesse di Capitanata gli ha tributato, in rappresentanza di tutto il suo cast, nella sala 3 della Città del Cinema (via Miranda). “A un mese di distanza dall'uscita nelle sale - ha dichiarato, - questo è il primo premio che ricevo per il mio lungometraggio d'esordio 'Non me lo dire'. E’ un onore per me riceverlo al Foggia Film Festival, sperando che sia l'inizio di una lunga serie di riconoscimenti in campo cinematografico.

“Il riscontro di critica e di pubblico di 'Non me lo dire' - ha continuato - è stato tutto sommato positivo, anche se il pubblico affezionato ai miei lavori precedenti è rimasto un po' spiazzato poiché forse si aspettava un lavoro in linea con gli sketch di ‘Mudù’. Invece il film ha una struttura narrativa che esula dalla barzelletta 'tranchant'. Tuttavia, alle presentazioni romane della pellicola, il pubblico che non mi conosceva e quindi non poteva partire con aspettative circostanziate è uscito dalla sala contento e soddisfatto. Devo ammettere che nell'interpretazione di 'Non me lo dire' ho un po' tenuto a freno la vis comica che di solito sguinzaglio durante le performance di cabaret o le puntate di 'Mudù'. Volevo entrare in punta di piedi nel jet set nazionale - ha concluso, - ma in futuro darò più voce alle mie caratteristiche naturali. Ho già in caldo il progetto per la realizzazione del prossimo film”.

Nel pomeriggio, sempre del 18, l'FFF ha proposto la prima tranche della sezione in concorso "Italian Documentary" il cui inizio, rispetto al programma ufficiale, è stato anticipato di 30 minuti con ricaduta a cascata su tutte le proiezioni. Qiesti i documentari proiettati: "Monaco, Italia – Storie di arrivi in Germania" di Alessandro Melazzini; "(R)esistenza" di Francesco Cavaliere; "Per noi il cinema era 'proibito'" di Sergio Naitza; "Io sono il teatro – Arnoldo Foà raccontato da Arnoldo Foà" di Cosimo Damiano Damato, preceduto da un collegamento in diretta telefonica con il protagonista della pellicola, il maestro 96enne di teatro e cinema Arnoldo Foà . Per l'"FFF -Library", al Consorzio Start Capitanata (piazza Federico II), appuntamento fra cinema e saggistica con Francesca Romana Massaro (giornalista professionista con la passione per la settima arte), che ha presentato al Consorzio Start Capitanata (piazza Federico II) il suo nuovo libro "Il cinema come nessunomai ve l'ha raccontato" edito da Emmebi (Roberto Parisi moderatore).

Figlia di Gianni Massaro (il famoso avvocato di Cinecittà, anche presidente di Anica). l'autrice romana ha sviscerato le parti salienti della sua pubblicazione, ispirata all'esperienza diretta del padre e articolata in interviste ai divi e ricerche d'archivio sui film che hanno fatto la storia del cinema di casa nostra (e non solo), svelando al lettore tutti gli aneddoti e le curiosità sulle cause legali intraprese dal mondo del grande schermo italiano. Un libro di grande valenza sociologica (oltre che artistica) poiché attraverso contenziosi legali e censure - che hanno riguardato pellicole come “Il decamenro" di Pasolini, “Amici miei atto II” di Mario Monicelli o “Il portiere di notte” di Liliana Cavani - si può comprendere come il cinema abbia contribuito all'evoluzione culturale e giurisprudenziale della società italiana, dagli anni '60 fino a oggi.

“Questo libro è fortemente legato alla figura umana e professionale di mio padre - ha affermato la Massaro. - Prima della sua morte, ci eravamo ripromessi di scriverlo a 4 mani. Io ho solo portato a termine, ampliandole, le memorie che papà aveva iniziato a scrivere circa le cause legali riguardanti i film di Pasolini, che egli aveva difeso durante la sua carriera di avvocato. La differenza tra le censure che i film ricevevano in passato rispetto a quelle di oggi - ha continuato - non consiste tanto nell'abbattimento delle barriere ideologiche, alcune delle quali sono rimaste intatte, ma nel fatto che adesso c'è una giurisprudenza di riferimento cui potersi affidare che già in passato ha dato ragione a registi e attori accusati di offendere il “comune senso del pudore”.

La giornalista romana ha citato quindi alcuni esempi, anche molto curiosi, dell'ampia casistica di riferimento sulla censura cinematografica del passato, contenuta attraverso gli atti dei processi nel suo libro. “C'è stato un periodo - ha spiegato - in cui le associazioni cattoliche e le famiglie denunciavano i film di Pasolini non appena uscivano nelle sale, a volte senza nemmeno averli visti. Capitò che alcune suore entrarono di soppiatto in sala durante la proiezione di uno di questi film col preciso intento di sporgere querela alla prima scena ritenuta 'immorale'. Ma, durante la proiezione, al posto di alzarsi sdegnate e dirigersi in questura restarono affascinate a guardare tutto il lungometraggio. Quando le luci si accesero in sala, tutti gli spettatori notarono la loro presenza alla proiezione del film di un autore fermamente osteggiato dalla Chiesa. Che figura ci fecero!"

Non solo censure alle pellicole in quegli anni, ma anche alla cartellonistica dei film. «Così - ha sottolineato la giornalista romana - sulla locandina di ‘Il portiere di notte’, a Charlotte Rampling, inizialmente raffigurata a seni nudi, venne successivamente aggiunta una canotta; a Rita Hayworth venne addirittura ridotto il seno nella locandina di ‘Gilda’». Ospite d'eccezione della presentazione foggiana di "Il cinema come nessuno ve l'ha mai raccontato" è stato Ferruccio Castronuovo (storico aiuto-regista e assistente di Federico Fellini) che ha confermato la sintesi della Massaro con la sua esperienza. “All'epoca - ha ricordato - i film con modelle e ballerine si giravano in due versioni. A seno nudo per la distrubuzione francese e a seno scoperto per quella italiana”.

NOTIZIE DELL’ULTIM’ORA = Direttamente dal suo ultimo set made in Usa arriva al Foggia Film Festival, oggi venerdì 20 aprile, Violante Placido. L'attrice, interprete insieme a Nicholas Cage del film di Mark Neveldine e Brian Taylor, uscito il 23 marzo nelle sale italiane, “Ghost rider - Spirito di vendetta” (rifondazione cinematografica delle avventure di Johnny Blaze, l'avventuriero centauro del fumetto Marvel). Sarà ospite della kermesse di Capitanata per un'intervista-conversazione a cura del giornalista Tony Di Corcia alle 20,30 nella sala 3 della Città del Cinema. Contestualmente il Foggia Film Festival assegnerà a Violante Placido il premio come “Migliore attrice del panorama italiano” “per la versatilità delle sue interpretazioni e la capacità di passare dalla fiction televisiva al cinema nazionale e internazionale senza tradire la professione dell’attore e l’arte della recitazione”. A seguire, alle 21, il film verrà proiettato per gli spettatori del FFF al costo di 3 euro.

Nel primo pomeriggio, a partire dalle 15, il Foggia Film Festival propone i documentari italiani fuori concorso: “148 Stefano” di Maurizio Cartolano (ore 15); “Noi bruciamo gli elefanti” di Giuseppe Valentino (ore 16,10). Successivamente sarà la volta della sezione competitiva “Italian documentary” con la proiezione di “Buio in sala” di Riccardo Marchesini (ore 17,45) e “Pink Gang” di Enrico Bisi (ore 19). Dalle 22.45 invece, dopo la visione di “Ghost Rider - Spirito di vendetta” sarà possibile assistere agli “Italian short movies” fuori concorso: “A chi appartieni” di Michele Maria Caricola; “Hotel Gallimard” di Luciano Toriello; “La panchina” di Marco Massa; “Linutile delitto” di Francesco Arricchiello; “Love drips” di Giorgio Anastasio; “Munnizza” di Licio Esposito. Venerdì 20 aprile, il ticket di 1 euro sarà valido per la visione di tutti i cortometraggi e i documentari in programma nella giornata; il biglietto di 3 euro garantirà la visione del film di Violante Placido e di tutti i film del festival in programma nello stesso giorno.

 Ufficio Stampa FFF

 

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