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19/11/2011

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PESCHICI: IL SACCO DEL GUSMAY E IL BRAND VENDOLA

Clicca per Ingrandire Il De Profundis reppato delle coste italiane è intonato dal trio canoro Muscarà Scaramellini Talia: “Le coste sono aggredite in modo violento e irreversibile. Le comunità locali, ovunque la natura dei luoghi consente uno sviluppo intensivo, nel giro di pochi anni, mosse da un consumismo senza cultura, retaggio di antiche miserie e povertà, compromettono un patrimonio che avrebbe potuto dare frutti anche nel lungo periodo”.

Anno del Sacco del Gusmay (per distinguerlo dagli altri) 2005: nelle vallate delle lottizzazioni spontanee sui terreni demaniali, nel Parco Nazionale del Gargano senza né Piano per il parco né Piano antincendio boschivo, nel Sito di Importanza Comunitaria Manacore del Gargano IT9110025 senza Piano di gestione perché non ancora designato dal Ministero dell’Ambiente Zona Speciale di Conservazione, nella Puglia non dotata né di un Servizio di Protezione Civile regionale efficiente né di un Piano di previsione, prevenzione e lotta attiva contro gli incendi boschivi (approvato soltanto il 30.12.2005), nel Comune di Peschici senza né Piano comunale di emergenza né Catasto delle aree percorse dal fuoco, la variante urbanistica al piano di fabbricazione per l’ampliamento dell’Hotel Gusmay nasce dall’art. 5 DPR n. 447/1998 s.m.i. “Regolamento recante norme di semplificazione dei procedimenti di autorizzazione per la realizzazione, l'ampliamento, la ristrutturazione e la riconversione di impianti produttivi, per l'esecuzione di opere interne ai fabbricati, nonché per la determinazione delle aree destinate agli insediamenti produttivi, a norma dell'articolo 20, comma 8, della legge 15 marzo 1997, n. 59”.

Il passato remoto plasma il presente e ipoteca il futuro. Il progetto della “Città delle vacanze di Manacore del Gargano” da migliaia di posti letto, parzialmente realizzato, immaginato dalla Compagnia Italiana Turismo Europeo, diede inizio allo scempio di uno degli angoli più belli del Mediterraneo. Come da copione, altri faccendieri, affascinati dalla politica dei poli di sviluppo del Comprensorio del Gargano e delle isole Tremiti, si avventarono sulla preda al sole. Con l’apertura del casello autostradale di Poggio Imperiale, la costruzione della strada litoranea garganica e i primi insediamenti turistici degli anni ’60 nelle località Bescile-La Fortezza indirizzarono le lottizzazioni verso la costa più bella che andava blindata e preservata per immaginare un turismo diverso.

Il Programma di Fabbricazione del 1975 diede forma pianificata alla distruzione della risorsa Territorio: Zona Cee2, Tb3 Procinisco, Tb1 Solemar-Valle Scinni, Tc1 Coppa di Cielo, Tb2 San Nicola, Td2_ San Nicola, Td2 I.A.G.A.R., Td1, Tc2, Tc3, Tm Manacore, Te3 Residence M3, Te1 e Te 2 Matesce 2 e Grotta dell’acqua, eccetera. Quelli della Manacore Investur S.p.A. (oggi incorporata nel gruppo Maritalia srl) ci provarono in tutti i modi a realizzare la lottizzazione delle radure R3, R4, R5, R10 (località Manacore) poi ridimensionata alla radura R3. Quello che fu bloccato dal Comitato Urbanistico Regionale nel 1992, sembra rinascere con il Sacco del Gusmay.

Il frazionamento della vasta proprietà immobiliare della Vagabonda Blu ai nuovi condottieri (D’Amato, Saccia, De Nittis, Germano Fantino di Monforte d’Alba, Montagano, Sacco) è servita a capitalizzare il valore speculativo delle terre; è benzina sul fuoco della speculazione 3.0. L’approvazione da parte della Regione Puglia del Piano per il parco è la maledizione da scongiurare a tutti i costi per non dover contabilizzare una perdita speculativa a diversi zeri. Al contrario, l’approvazione da parte della Regione Puglia del Piano per il parco dopo la realizzazione delle lottizzazioni nelle terre dei condottieri (località Bescile, La Fortezza, Manacore, eccetera) chiude il cerchio degli insediamenti turistici e della speculazione.

Paradossalmente l’approvazione del Piano per il Parco dopo la costruzione dei nuovi insediamenti turistici, con la regolamentazione di questi, darà valore ai territori già valorizzati dal Piano di Fabbricazione del 1975 e quindi costruiti, e ai nuovi insediamenti turistici già immaginati e redatti dal professionista dal triplice incarico geologo Michele Pecorelli figura di spicco del Comitato Tecnico dell’Ente Parco del Gargano e del Comitato Tecnico del Comune di Peschici.

Perbacco!

Le zone a uso turistico previste dal Piano di Fabbricazione del Comune di Peschici sono:
- Procenisco. Zona tb3, volumetrica di 8mila mc;
- Difesa Manacora. Zone TC2 e TC3, volumetria di 29mila mc;
- Campeggi località Manaccora. Zona TD1, campeggio da 1200 persone;
- Lottizzazione Manaccore. Zona TM Manaccore, insediamento di 3500 persone;
- Lottizzazione Sfinale TE3. Volumetria di mc 25mila.

I traumi paesaggistici dell’orgia cementizia condizionano lo sviluppo futuro e segnano la miseria: l’indice di impatto ambientale del Comune di Peschici al 2008 (pres./residenti annui) è pari a 378.7 (Provincia di Foggia 18.1), l’indice di affollamento al 2008 (pers./km2) è pari a 12mila 525 (Provincia di Foggia 743), l’indice di densità turistica territoriale al 2008 (arrivi/km2) è pari a 1480 (Provincia di Foggia 147), l’indice di sfruttamento territoriale (arrivi e presenze/100 km2) è pari a 139 (Provincia di Foggia 8). Il tasso di disoccupazione di Peschici (Censimento 2001) è pari al 36.76 % (Maschi 34.95%, Femmine 42.24%), più elevato dell’Afghanistan (2008).

La speculazione è benzina sul fuoco della legge 394/1991 “Legge Quadro sulle aree protette” e della deliberazione della Giunta Regionale 3310/1996 “Progetto BioItaly del Ministero dell’Ambiente e della Unione Europea. Siti di Importanza Comunitaria proposti dalla Regione Puglia ai sensi dell’art. 4 della direttiva 92/43/CEE Habitat”. Nel Parco Nazionale del Gargano e nel Sito di Importanza Comunitaria Manacore del Gargano massacrati dagli incendi, la legge n. 353 è del 2000 “Legge quadro in materia di incendi boschivi” e affida ai Comuni il censimento dei soprassuoli percorsi dal fuoco (Catasto delle aree percorse dal fuoco) mentre il decreto legislativo n. 112 è del 1998 “Conferimento di funzioni e compiti amministrativi dello Stato alla regione e agli enti locali, in attuazione del capo I della legge15 marzo 1997, n. 59” e attribuisce ai Comuni la predisposizione dei piani comunali di emergenza.

E’ una lotta contro il tempo. L’istituzione di aree protette rincorre i guasti dello sviluppo disordinato disegnato con il cemento dalle amministrazioni comunali chiamate oggi a tutelare l’ambiente delle aree antropizzate ricche di insediamenti turistici. Il Parco Nazionale del Gargano senza un’idea di sviluppo entrato in vigore dopo la speculazione edilizia degli anni ’70 e ’80 non è accettato. Divampano le fiamme della speculazione. La convinzione statale dell’importanza socioeconomica delle aree protette è debole. La mancanza del Piano Economico e Sociale (oggi approvato) è l’ultimo gradino del precipizio della tarantella garganica. Quando si rincorre è cosi.

Il Piano per il Parco permette di raggiungere le finalità della legge 394/1991 “Legge quadro sulle aree protette” (insieme al Regolamento) e garantisce una “conservazione e valorizzazione del patrimonio naturale del paese” diversa e maggiore rispetto alle misure di salvaguardia previste dall’art. 6 della legge 394/1991 ed elencate nell’allegato A DPR 5 giugno 1995. Un conto è la “conformità tra le disposizioni del Piano e del Regolamento e l’intervento”, un altro è verificare in assenza del Piano per il Parco e in presenza della compatibilità dell’intervento con la pianificazione urbanistica e paesaggistica, la conformità tra le disposizioni delle Misure di salvaguardia del Parco Nazionale del Gargano e l’intervento (la verifica è in questo caso affidata all’autorizzazione).

Cosa sarebbe stato dell’ampliamento dell’Hotel Gusmay alla località Manacore in ditta Manacore Investur spa - delibera del C.C. di Peschici n. 43 del 17 ottobre 2005 - se il Parco Nazionale del Gargano al 2005 avesse avuto la propria pianificazione ambientale (Piano per il Parco)? In altri termini, la variante al piano di fabbricazione, necessaria per l’ampliamento dell’Hotel Gusmay, con nulla-osta positivo dell’Assessorato all’Ambiente-Settore Ecologia della Regione Puglia, della Soprintendenza BB.AA.CC., sarebbe stato compatibile con il Piano per il Parco?

Si tratta cioè di capire se il Piano del Parco, se fosse stato predisposto dal Parco Nazionale del Gargano e approvato dalla Regione Puglia, avrebbe avuto la forza immediata di impedire, attraverso il nulla-osta negativo del Parco Nazionale del Gargano, l’approvazione di una variante al Piano di Fabbricazione del Comune di Peschici presumibilmente illegittima.

La compatibilità del Piano di Fabbricazione del Comune di Peschici con il Piano per il Parco avrebbe potuto tutelarci in via immediata contro l’approvazione di varianti dalla dubbia legittimità? In assenza del Piano per il Parco, di fronte alle valutazioni positive di altri enti coinvolti nel rilascio delle autorizzazioni, non c’è tanto spazio per il diniego dell’autorizzazione dell’Ente Parco Nazionale del Gargano che va motivato. Non sono sottoposti ad autorizzazione dell’Ente Parco gli strumenti urbanistici definitivamente approvati alla data di entrata in vigore dell’allegato A DPR 5 giugno 1995. Un Parco Nazionale senza Piano per il Parco vede limitato il potere di diniego delle autorizzazioni.

Viaggia molto il writer: "Gli alberghi dell’Hotel Resort Gusmay sono stati concepiti come edifici strettamente collegati alle peculiarità del paesaggio e del terreno, in maniera tale da consentire un’armoniosa integrazione degli stessi con l’ambiente circostante, senza alterare o sconvolgere gli equilibri di quest’ultimo". Soul mediterraneo. Il collirio è a base di belladonna. Ai tempi di Gelormini, direttore commerciale dell’hotel Gusmay, il Presidente della Puglia diventa brand e Paolo Sacco “è il fecondatore del turismo che corre sui tappeti verdi della natura”: Hotel Suite Le Dune, Beach Restaurant Le Dune, Ristorante Il Cannetto. Cool.

Anche mio padre era un brand: "Pierino dalle palle bianche". La mia mamma mentre lavava con la candeggina le palline del calcio balilla di mio padre aveva involontariamente creato un brand e più di un interrogativo tra le donzelle del centro storico. Mica tutte sapevano delle palline del calcio balilla. Nelle rare passeggiate con mio padre, venivamo sempre salutati dal candore delle palle di mio padre. Erano i tempi della mitica sala giochi di Pierino.

Che!?

Queste sono le coordinate di riferimento di un lungo, pirotecnico e complicatissimo reportage dove non mancherò di delineare le linee di una semplicissima strategia di sviluppo della costa del Gargano già delineata dal preside Filippo Fiorentino. Arrivederci alla prossima puntata.

Lazzaro Santoro

 Redazione

 

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