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15/11/2011

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UN PRETE PER AMICO

Clicca per Ingrandire Nella Parrocchia Chiesa Madre San Nicola di Mira in Rodi Garganico per l'11.mo anno consecutivo, su iniziativa del parroco don Michele Pio Cardone, verrà inaugurata domenica 20 novembre la nuova stagione dei salottini culturali. Sarà presente in questo primo salottino della nuova stagione il sac. don Giorgio Trotta che, dopo aver celebrato alle 18 la Santa Messa nella Chiesa Madre di San Nicola, presenterà alle 19 la figura del Sacerdote Santo trattando, con l'aiuto di alcuni membri dell'Associazione Amici di don Antonio Spalatro, il tema “Don Antonio Spalatro: un prete per Amico”. Nella stessa serata il Parroco don Michele Pio Cardone racconterà la sua avvincente testimonianza su don Antonio Spalatro (foto del titolo, in gioventù - foto 1 sotto, sul letto di morte; ndr). Si riporta una piccola anticipazione di quanto riferirà.

IL “FIGLIO” DI DON ANTONIO SPALATRO = “Sono figlio di don Antonio Spalatro”, così scherzosamente mi presento ai miei amici che puntualmente mi chiedono qualcosa su questo sacerdote. Sono nato a Vieste l'11 luglio 1971 e ordinato sacerdote il 30 gennaio 1997 da S.E. mons. Vincenzo D'Addario. Dopo numerosi interventi in televisione e radio nel 2007 ho pubblicato un libro sulle comunicazioni sociali dal titolo “Comunicare Comunicando” e nel 2011 “La Via Del Cuore”, il mio secondo libro, un romanzo che racconta la storia d'amicizia di due giovani, Andrea e Giuliano. Qualche pagina per dire che le persone importanti ci restano accanto, anche quando queste non ci sono più nella realtà fisica, e che niente in realtà finisce quando finisce una storia, perché il vero amore è dentro di noi. Per questo, anche quando una storia finisce, non è detto che finisca l'amore che con quella storia ha iniziato a fluire.

Sono stato battezzato, ho ricevuto la prima comunione, la santa cresima e ho celebrato la mia prima messa proprio nella Parrocchia, allora nascente, SS. Sacramento in Vieste dove don Antonio Spalatro il 26 novembre 1950 inizia il Ministero che lo vedrà impegnato e dedicato con ritmo quasi frenetico, sostenuto da una grande vita interiore. Devo dire che la lettura di “Don Antonio Spalatro, diario spirituale e cronistoria” a cura del sac. Giorgio Trotta mi ha cambiato letteralmente la vita. Il libro mi fu regalato dal sacerdote don Antonio Baldi che ha seguito la mia vocazione. Don Antonio aveva sognato negli anni del seminario la parrocchia: “Sogno un campanile, un oratorio. Vorrei diventare un piccolo Curato D'Ars in miniatura” (Diario, 26 maggio 1950).

Queste parole mi hanno sempre molto colpito in quanto denotano il mio ideale di sacerdote che deve essere umile e sempre disponibile. Nel suo diario mi colpivano molto anche i sacrifici che si imponeva, anche difficili talvolta da capire per un giovane come me. Io credo realmente che la mia vocazione sia figlia dell'opera di don Antonio Spalatro, nel senso che molti hanno cooperato non dico a crearla (ogni vocazione è creata da Dio) ma a farla venire fuori, e poi a nutrirla, ma che i suoi scritti poi l'hanno fortificata. Nella mia vita di seminarista e sacerdote ho vissuto e vivo sempre grandi difficoltà ma ogni giorno penso a quanto don Antonio ha detto e fatto e chiedo a lui la forza e la grazia per andare avanti anzi leggo due volte al giorno la “Preghiera per ottenere la glorificazione del servo di Dio don Antonio Spalatro che tanto mi solleva e mi dona serenità.

Raccontare la mia esperienza con don Antonio Spalatro è un po' come rivedere i luoghi e le persone che mi hanno formato. I primi sono stati certamente i miei genitori (ai quali devo la vita, innanzitutto) e più in generale il clima familiare dove sono cresciuto. Ricordo con grande affetto la mia nonna materna Assunta che mi parlava di don Antonio Spalatro e dell'amore che aveva per i poveri. Più volte mi raccontava di aver visto Don Antonio portare di persona cibo e vestiti a famiglie di Vieste che erano nell'estremo bisogno. Negli anni in cui ho frequentato la facoltà teologica di Molfetta ho portato con me il “Diario di don Antonio” che mi ha molto aiutato nelle difficoltà di ogni giorno. Ho sempre pensato a queste parole che mi hanno permesso di andare fino in fondo. “Gli anni del piccolo seminario sono passati come una fuga. Poi il liceo. Poi il disastro della guerra. Poi gli altri anni del Regionale: la lotta è stata e continua piena” (Diario 21 novembre 1947).

Con queste poche parole egli descrive il suo curriculum seminaristico. Anni difficili per don Antonio. Ristrettezze, privazioni, angosce, terrori, hanno influito negativamente sul suo fisico già gracile, ma hanno rafforzato la sua vocazione. Le sue parole mi sono state e continuano ad essere di grande conforto e aiuto nei tanti momenti di difficoltà. Ora racconto, anche se non nascondo con grande difficoltà, perché ritengo che quanto sto per scrivere è una esperienza intima e quasi mistica che le mie povere parole non possono far capire pienamente. Un giorno mentre toccavo alcuni abiti liturgici indossati da don Antonio, ora conservati nel Museo della Parrocchia SS.Sacramento, ho udito una voce che mi diceva: “Sarai un bravo sacerdote e io ti starò molto vicino”. Sono sicuro che quella voce era di don Antonio, che in qualche modo voleva incoraggiarmi ad entrare in seminario.

Un'altra volta invece, toccando una stola bianca con fili d'oro da lui indossata, sentii un leggero brivido di freddo, che trapassò tutto il mio corpo, che mi fece strare bene per lungo tempo. Negli anni di scuola superiore soffrivo di numerose allergie che all'improvviso scomparvero. Sono sicuro che il buon Dio permise a don Antonio di donarmi un po’ della sua “energia positiva” o, come meglio noi diremmo, di darmi un aiuto. Ogni vocazione ha la sua “vocazione nella vocazione”: ringrazio don Giorgio Trotta per avermi contattato e dato la possibilità di raccontare queste cose che conservavo gelosamente nel mio cuore, tuttavia ho pensato fosse giunto il momento di rendere pubblica la mia testimonianza per la glorificazione di questo grande uomo.

Infine: ho sempre detto ai miei amici di essere “nato figlio di don Antonio” ed ora dopo 14 anni di sacerdozio con l'aiuto e la presenza costante di don Antonio Splalatro mi presento al Signore perché mi faccia continuare ad essere presbitero “secondo i suoi desideri” e mi porti dove vuole, con Lui, nella sua Compagnia e un giorno nella compagnia del mio amato Santo sacerdote.

Tina Guerra

 Redazione

 

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