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28/09/2011

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LA PUGLIA NON È TERRITORIO DA TRIVELLARE!

Clicca per Ingrandire Il Comitato “No Petrolio, Sì Energie Rinnovabili” ribadisce ancora una volta e con forza il suo parere negativo verso ogni progetto di richiesta, da parte delle società petrolifere, a effettuare prospezioni geosismiche tramite air-gun e successive installazioni di piattaforme petrolifere. La situazione pugliese è sempre più critica e delicata. La nostra amata Regione è nel mirino di diverse società petrolifere. Sulla terraferma sono già state concesse 14 autorizzazioni per la ricerca di idrocarburi. Quattro, invece, le società che hanno presentato al Ministero dello Sviluppo Economico (MSE) istanze di permesso in mare: la Petroceltic in zona Tremiti, la Northern Petroleum nel tratto di mare antistante le coste che vanno da Bari a Leuca, l’Eni su Brindisi e la Spectrum Geo per tutta la costa pugliese.

La Petroceltic si è impegnata a non svolgere alcuna attività nel mare delle Isole Tremiti fino al 22 marzo, quando il Tar del Lazio prenderà una decisione definitiva. La Northern Petroleum, come illustra la cartina (foto del titolo; ndr), oltre a essere già titolare di due permessi di ricerca idrocarburi (den.F.R39.NP e F.R40.NP - campi Giove e Rovesti in verde), ha presentato istanze per il conferimento di ulteriori sette permessi di ricerca: d149 D.R-.NP, d60 F.R-.NP, d61 F.R-.NP, d65 F.R-.NP, d66 F.R-.NP, d71 F.R-.NP, d72 F.R-.NP (in giallo).

Nelle aree in verde, come previsto nella prima fase del programma dei lavori, in autunno-inverno inizieranno i lavori atti a effettuare prospezioni geosismiche usando air-gun. Una volta concessi due permessi, per effetto domino, non sarà difficile accordare i restanti sette del progetto e poi, in caso di esito positivo delle ricerche, passare alla seconda fase che prevede l’esecuzione di un pozzo esplorativo. Numerose le Osservazioni presentate dalle Istituzioni, dalle associazioni e dal Comitato “No Petrolio, Sì Energie Rinnovabili” al Ministero dell’Ambiente e al MSE e diversi i ricorsi al Tar. La partita non è ancora finita.

L’Eni già dal 1993 ha presentato a Brindisi il progetto “Aquila” e nel 2009 ha assegnato alla Saipem la conversione di una sua petroliera in un impianto galleggiante (FPSO) atto allo sfruttamento di un giacimento che si trova a 25 miglia da Brindisi. Il permesso FC2AG (in rosso) è stato accordato all’Eni che dal ’92 fino al 2020 ha la concessione di coltivazione idrocarburi in quell’area. Nel 2006, per lavori di manutenzione della piattaforma, i pozzi da cui si estraeva il greggio sono stati chiusi ma sembra che nulla vieti alla società di riaprirli a breve.

La Spectrum Geo, in ultimo, ha sottoposto al MSE due istanze di permesso di prospezioni geofisiche che interessano tutto il Mar Adriatico e in particolare la “d 1 F.P-.SP” che riguarda l’Adriatico meridionale, costeggiando in toto le coste pugliesi per una lunghezza di 3.898 km e una superficie 16.169 kmq. Il Comitato invita tutti, istituzioni e singoli cittadini, a presentare Osservazioni al Ministero dell’Ambiente entro il prossimo 4 ottobre 2011 (info: nopetroliopuglia@gmail.com).

Silvia Russo



 Comitato “No Petrolio, Sì Energie Rinnovabili”

 

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