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19/09/2011

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CON LAURA TORNA LA VERA ARTE A PESCHICI

Clicca per Ingrandire Questa estate Peschici ha potuto ammirare le opere di una virtuosa dell‘arte figurativa, Laura Rambelli (foto del titolo; ndr), che ha esposto per l’intera stagione nel locale del Centro Storico “il Giarrone”. E ci sembra giusto e quanto mai lecito informare la gente del suo passaggio sulla terra garganica, anche se qualche accenno l‘avevamo già fatto (http://www.puntodistella.it/news.asp?id=4931). Spesso, come si sente dire dalle bocche di tutti, Peschici non è pronta a capire cosa sia l’arte e quanto sia imponente la sua bellezza, svilendo in tal maniera l’anima stessa di un paese pronto a ispirare chiunque. Troviamo quindi doveroso portarvi là dove il concetto si fonde coi colori e dove la realtà ha un peso molto lieve.

Oltre ad aver avuto modo di conoscere le opere esposte, abbiamo anche avuto l’occasione di fare la conoscenza della pittrice, strappandole una piccola intervista che diamo in esclusiva su questo giornale. Partiamo però dal principio e scorriamo un po’ quella che è la biografia dell’artista. Laura Rambelli nasce il 1980 a Lavezzola - un posto dimenticato da Dio che si trova da qualche parte in provincia di Ravenna - e lì cresce con passione e talento. Tenendo conto che a Lavezzola ci sono più zanzare che persone, è normale che una mente con le ali come quella di Laura cominci a migrare verso altri lidi, per sete di conoscenza e alla ricerca di quella condivisione che passa attraverso il raffronto con altri artisti.

Finito il liceo artistico Laura frequenta l’accademia “Cappiello” da cui esce col diploma di grafica. Abbandona così il pennello adolescenziale e percorre una via che la porta a sacrificarsi, costretta a scindere la grafica dall’arte, per poi immancabilmente tornare sui propri passi con una maturità emotiva di altro genere. Abbandona i soggetti di un tempo, frutto della propria fantasia, e si concentra su una forma di ritratto completamente personale. Lei stessa ammette che sia il bianco il colore che la caratterizza, come persona e come artista, ed è la base dalla quale nascono i suoi lavori. Da parte nostra non possiamo non ammettere che il bianco altro non è se non il fondamento da cui prende corpo ogni cosa: dai sogni alla realtà.

La serie di quadri che abbiamo potuto ammirare nasce da un viaggio a Shutka, villaggio macedone stracolmo di artisti coi quali comincia a rapportarsi confrontando il proprio concetto di arte. Ma l’aspetto ben più importante della magica avventura diventa l’immersione nel mondo gitano confinante dove Laura, dopo aver immortalato i suoi soggetti con la fotografia, si dispone a interpretarli a seconda delle personali linee e idee. Altro soggetto che ritroviamo spesso nelle sue tele sono donne anoressiche che danno vita a quadri dai tratti molto semplici, non troppo ricchi di colore, e lasciano spazio a un abisso d’interpretazioni. Non è puro caso se ciò diventi in seguito il percorso di cinque anni di lavoro.

Abbiamo allora chiesto all’artista in base a quale criterio scelga i soggetti e nella risposta abbiamo trovato conferma a una nostra prima impressione. Infatti ci ha detto che li sceglie in base agli occhi, allo sguardo e all’impatto che la loro anima ha con lei. Le poniamo quindi un’altra domanda, senza dubbio banale ma doverosa ed essenziale: “Cos’è per te l’arte”. Risposta: “Condivisione e libertà d’espressione. Essenzialmente è… saper sognare!” Dopo aver udito la sua risposta non abbiamo potuto fare a meno di parteciparle la nostra approvazione.

Laura ha ragione, ed è una persona bellissima, esattamente come il suo compagno Gianluca e, altrettanto esattamente, come i suoi quadri. Ci facciamo carico di ringraziarla a nome di Peschici per averci degnato della sua presenza e fatto provare emozioni coi suoi lavori. Speriamo di poterla rivedere o magari di ricordarcela come fosse un ritratto di cui non saremo mai sazi.

Michele Marino

 Redazione

 

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