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09/09/2011

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GIÙ LE MANI DALLA FORTEZZA DI LUCERA!

Clicca per Ingrandire Un raduno in piazza Duomo a tre voci, presentazione in power point, foto, documenti, video-messaggi e contributi autorevoli. Questa la struttura dell’iniziativa organizzata dal movimento “Riscrivere la storia in dissesto - Il castello di Lucera” domenica 4 settembre a Lucera per presentare, analizzare e far riflettere sul futuro della Fortezza Svevo-Angioina. Il progetto “Terre e Torri del Puer Apuliae” rischia di trasformare il simbolo di Lucera in un fenomeno da baraccone poiché le sei fasi in cui è suddiviso interesserebbero ricostruzioni e rifacimenti quasi del tutto privi di solide basi archeologiche, storiche e iconografiche.

Gli aspetti che il progetto non prende in considerazione sono il grave dissesto idrogeologico che caratterizza l’intera collina, i danni disastrosi provocati dagli incendi degli ultimi due anni di natura quasi certamente dolosa, il degrado in cui versa l’intero monumento invaso da cani randagi, immondizia e privo di un impianto d’illuminazione distrutto dai vandali che imbrattano con scritte spray anche le mura esterne della Fortezza. Mai come in questo momento in cui il nostro patrimonio storico-artistico a livello nazionale sta pagando cara l’incuria perpetrata delle istituzioni, un progetto di recupero, tutela e valorizzazione per la Fortezza lucerina potrebbe portare a una sua rinascita!

Purtroppo però “Terre e torri del Puer Apuliae” si presenta lacunoso sia sul piano scientifico sia sul piano delle emergenze. “Non si può costruire una casa partendo dal tetto!” ammonisce il professor Raffaele Licinio, direttore del Centro Studi Normanno-Svevi di Bari. Altro problema annoso cui la prima fase del progetto tenta di dare soluzione riguarda la collocazione dei mosaici di San Giusto. Nel suo video-messaggio l’archeologo e rettore dell’Università di Foggia Giuliano Volpe spiega: “Non trovo assolutamente accettabile da un punto di vista metodologico che l’esposizione si limiti solo ai mosaici fra l’altro, come si evince dal progetto, esposti senza nemmeno dare la percezione della pianta della chiesa dalla quale provengono. Un’idea vecchia di esposizione del mosaico, quasi fosse un quadro decontestualizzato dal monumento cui appartiene!”

Numerose le incongruenze, portate all’attenzione del pubblico presente in Piazza Duomo, dopo lo studio del progetto da parte del movimento “Riscrivere la storia in dissesto - Il castello di Lucera”. In particolare colpisce la proiezione di una planimetria dell’intero sito che mostra una indagine Georadar effettuata il 2008 dall'Istituto Germanico di Roma in collaborazione con l'Università di Treviri e l'equipe diretta dal professor Lukas Clemens. Lo studio rivela la presenza di un’ampia zona archeologica sommersa da materiali di risulta nell’area dove, secondo il progetto dell’architetto Stefano Serpenti, dovrebbe sorgere una cavea con palco e posti a sedere.

Il 2009 fu siglato un accordo di collaborazione fra DHI, Università di Treviri (Clemens, Volpe, Favia e Matheus) e Università di Foggia, per effettuare gli scavi cui però fu negata l’autorizzazione. Sarebbe interessante sapere da chi e perché tale autorizzazione fu negata! Uno dei monumenti più interessanti d’Italia da un punto di vista sia storico sia archeologico merita di più! Il movimento “Riscrivere la storia in dissesto - Il castello di Lucera” propone l’abrogazione del progetto e un concorso di idee che i cittadini potranno avanzare contribuendo così attivamente alla valorizzazione della Fortezza.

Fondamentale, inoltre, è stanziare finanziamenti per fronteggiare le urgenze che attanagliano il terreno collinare, l’avanzare dei cedimenti strutturali che interessano le mura di cinta, la bonifica dell’intera area, l’inizio di una intensa campagna di scavi archeologici, la messa in sicurezza del monumento e il rinnovo totale dei servizi aggiuntivi (segnaletica, contenuti e materiale informativo, servizio guide e accoglienza). Tutto questo potrebbe creare numerosi posti di lavoro! Il nostro territorio, già sede del Corso di Laurea in Beni Culturali, è conseguentemente dotato di competenze da poter impiegare.

Qualcuno suggeriva anche di chiedere alla ditta interessata, come risarcimento per lo scempio del parco eolico (da non dimenticare che una delle pale sarà installata in un’antichissima area archeologica!), la totale ristrutturazione della Fortezza. Dunque, le alternative non mancano, la disponibilità da parte delle istituzioni culturali è illimitata e sicuramente è immorale che siano spesi in modo inappropriato15 milioni di euro (costo totale del progetto “Terre e torri del Puer Apuliae”)!

Eleonora Zaccaria





 Lucerabynight.it (testo e foto)

 

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